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DATI DEL VESUVIO: SEGRETO DI STATO O COSA?

Accordo DPC-INGV 2012-2021, art.8: "Le procedure standard di diffusione dei dati di monitoraggio vengono dettagliate nell'allegato A.
L'INGV si impegna a non diffondere valutazioni relative a scenari di pericolosità o di rischio, sismico e vulcanico, senza la preventiva autorizzazione del Dipartimento, che ha facoltà di considerare riservati alcuni documenti ed elaborati e di stabilirne le modalità ed i tempi di eventuale pubblicizzazione".

TROVATE LE DIFFERENZE

NUOVA FORMULAZIONE ART.7.2 (Atto integrativo convenzione A II sem. 2015): " 
L’INGV si impegna a diffondere le valutazioni relative a scenari di pericolosità, sismici e vulcanici, ottenute nell’ambito delle attività coperte dalla presente Convenzione, secondo le modalità indicate nell’Allegato A dell’Accordo-Quadro. Il Dipartimento ha la facoltà di considerare riservati alcuni documenti ed elaborati e di stabilire le modalità e i tempi di eventuale pubblicizzazione"
N.B: il tutto deve avvenire secondo le modalità indicate nell'allegato A. Ma ecco cosa dice l'allegato A sul punto.



Nei giorni scorsi abbiamo pubblicizzato sulla pagina Facebook Meteovesuvio un'iniziativa mirante ad ottenere la pubblicazione su web del segnale sismico di una stazione craterica del Vesuvio che non risentisse del passaggio del bus turistico e la pubblicazione dei dati relativi alla geochimica del Vesuvio atteso che l'ultima pubblicazione in merito risale all'agosto 2014. In tale senso abbiamo pubblicato un facsimile di istanza da inviare via pec all'Osservatorio Vesuviano INGV e, per conoscenza, alla Protezione civile. Quest'ultima ha risposto a molti cittadini rimandandoli all'INGV, negando ogni competenza e potere di intervento in materia.

 Vediamo se le cose stanno davvero così e scopriamo quali dati ci è concesso consultare, quali no e quale ruolo ha la Politica sulla Comunità scientifica. Un intreccio di ruoli spaventoso.

La normativa di riferimento ha natura "negoziale" ed è l'accordo quadro DPC-INGV 2012/2021 stipulato tra Protezione civile ed INGV il 2 febbraio 2012 ed il relativo "Allegato A". (link a fondo pagina per il download). Il Dipartimento della Protezione civile (DPC) , che è struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, era guidato da Franco Gabrielli mentre Presidente del Consiglio dei Minsitri era il Prof. Mario Monti.

Ricordiamo, per grandi linee, che il Dipartimento della protezione civile (DPC) è esso stesso espressione del "potere politico" o "funzione politica" in quanto è struttura della Presidenza del Consiglio dei Ministri, mentre l'INGV è per definizione un istituto a carattere puramente scientifico, o tale dovrebbe essere. L'INGV dovrebbe rappresentare cio' che la scienza sa sui vulcani, per quello che ci interessa. E questo sotto tutti i profili. Sappiamo che il consiglio di amministrazione dell'INGV è, invece, per la maggiornaza dei membri, di nomina politica. Il CdA dell'INGV nomina il Direttore dell'Osservatorio Vesuviano.
 
Ciò detto, veniamo al nocciolo.
L'accordo quadro del 2012 costituisce, ai sensi dell'art.1, "norma di indirizzo circa i rapporti tra il DPC e l'INGV".

In questa sede richiameremo l'attenzione solo su alcuni aspetti fondamentali. Rimandiamo alla lettura integrale dell'accordo dal quale emergono molti particolari interessanti. Il primo spunto che si trae dalla lettura è il seguente: tutti i dati della sorveglianza del Vesuvio non possono essere comunicati al pubblico se non vengono trasmessi prima alla Protezione civile.
 
All'art. 2.3 è detto che il DPC "coordina le azioni e le attività tecnico-scientifiche relative alle esigenze di protezione civile", inoltre, "di comune accordo con l'INGV, stabilisce le modalità operative ed attuative del presente Accordo-Quadro, ivi compresa la progammazione delle attività".
Al successivo art.2.5, rubricato "Disponibilità reciproca", in sostanza l'INGV si obbliga a fornire al Dipartimento tutit i dati, prodotti, strumenti ed informazioni acquisiti e/o sviluppati dall'INGV ed anche un'informazione puntuale sulle predette attività.
Veniamo ora all'art.3, dove è detto che "Il presente Accordo-Quadro disciplina le  modalità di svolgimento del servizio di sorveglianza sismica e vulcanica, la gestione delle banche dati, la preparazione delle attività tecnico-scientifiche in emergenza, nonché la formazione, la comunicazione e la divulgazione". L'articolo rimanda poi ad un allegato A, che abbiamo scaricato, dove vengono dettagliate le attività con riferimento alle varie branche di sorveglianza. Con riferimento a quella vulcanica, le attività riguardano: sistema di condivisione delle informazioni in tempo reale; bollettini, comunicati e relazioni; gestione e manutenzione delle reti di monitoraggio; gestione del personale specialistico e dei relativi mezzi di supporto. Inoltre è detto pure che le attività riguardano anche la gestione delle banche dati sismologiche e vulcanologiche ed in particolare: banche dati reti strumentali; banche dati storiche; banche dati geologiche; manutenzione, fruibilità, integrazione, interoperabilità e disseminazione secondo le normative vigenti.


Veniamo al fondamentale art.8, rubricato "Pubblicazione e divulgazione dei dati e risultati".


"Le procedure standard di diffusione dei dati di monitoraggio vengono dettagliate nell'allegato A.
L'INGV si impegna a non diffondere valutazioni relative a scenari di pericolosità o di rischio, sismico e vulcanico, senza la preventiva autorizzazione del Dipartimento, che ha facoltà di considerare riservati alcuni documenti ed elaborati e di stabilirne le modalità ed i tempi di eventuale pubblicizzazione".

Prima di passare allegato A, molto interessante, non si può non evidenziare la portata dirompente, dal punto di vista giuridico, di questo articolo 8.

Leggiamo che la comunità scientifica è essenzialmente tenuta in ostaggio dal potere politico. Se l'INGV si obbliga a "non diffondere" e quindi a tenere segrete valutazioni relative a scenari di pericolosità di rischio vulcanico, vuol dire che non esiste libertà di divulgazione. Davvero tutto così sconcertante. Per non parlare del più esplicito carattere "riservato" (segreto di Stato?) su alcuni documenti ed elaborati. Addirittura, leggendo l'articolo si legge che il Dipartimento si riserva di tabilire i tempi della eventuale pubblicizzazione. Eventuale!!!
In più parti troviamo riferimenti a documenti riservati, pagine web ad accesso riservato, e via dicendo. Alla faccia della trasparenza!!!

Per quanto ci riguarda, questo è un incubo che si materializza.

Per il tema che ci interessa (il Vesuvio), prendiamo atto dell'esistenza non celata di un sostanziale segreto di Stato, mascherato da una "riservatezza" e l'imbavagliamento della comunità scientifica che non è libera di comunicare ai cittadini cosa sta accadendo, se, ad esempio,  un vulcano sta per risvegliarsi. DEVE comunicare tutto al Dipartimento (leggi: Governo) che decide quando, come e, soprattutto, se divulgare la notizia. E si badi: trattasi di accordo, non di atto impositivo. La Comunità scientifica si è messa il bavaglio da sola. Come mai? 

Ma è legittimo, ci chiediamo, questo accordo-quadro? E' rispondente alle regole democratiche e dell' ordinamento giuridico? E perché mai non  è intervenuto il Capo del Governo a porre, come da procedura corretta, il Segreto di Stato su questa materia?

Facciamo il nostro mea culpa per non aver approfondito e letto nei tempi debiti questo incredibile accordo-quadro del 2012. Ringrazio la preziosa collaborazione sul punto di mio fratello Massimo.

 A questo punto davvero verrebbe voglia di fermarsi qui. Ma per rispetto ai cittadini vesuviani che ci seguono ed alle menti "libere" che ci leggono, vi sottoponiamo alcuni rilievi sull'allegato A, davvero sconcertanti anche questi.

ALLEGATO A all'accordo-quadro del 2012

Questo allegato è di fondamentale importanza per il tema che ci interessa. Esso discplina tanti aspetti dei rapporti DPC-INGV, dalla reciprocità di scambio di informazioni, al dettaglio di cosa e come pubblicare, agli accessi riservati al DPC, alle pagine web riservate al DPC contenenti dati in tempo reale, ai database dei dati e loro gestione e divulgazione. Ma disciplina anche il contenuto dei bollettini, la frequenza, la tipologia di informazioni che devono contenere, nonché la tipologia di strumentazioni in dotazione all'Osservatorio ed agli altri organi dell'INGV. Qui focalizzeremo ancora una volta l'attenzione sul Vesuvio.
Consigliamo vivamente una lettura integrale dell'allegato.

Qui evidenziamo solo alcuni aspetti, ma ripetiamo, sono tanti quelli di interesse.

In primo luogo, l'INGV non può pubblicare neanche i bollettini se non li comunica prima al CFC-RV (sarebbe il Centro Funzionale Centrale-Rischio Vulcanico, operante presso il DPC) in base all'art 3.2 pag.8.

All'art. 3.1 (pag.8) notiamo gli obblighi di informazione tempestiva che l'INGV assume nei confronti del DPC, in tempo rapido ai Comuni, mentre, con riguardo al pubblico e media, si legge che l'INGV si obbliga a ridurre, compatibilmente con le esigenze di protezione civile (quali?, ci chiediamo!!!), i tempi nel rilascio di informazioni di interesse generali a questi soggetti "per evitare che una loro richiesta urgente venga rivolta a soggetti di non competenza". Cioè: non solo i cittadini (quelli che rischiano la vita, per intenderci, me compreso!!!) sono l'ultima ruota del carro ma addirittura il DPC e l'INGV si premurano di fornire comunque qualche informazione ai media ma non perché ci sia un diritto di sapere, ma semplicemtente perché i cittadini e media potrebbero, in via d'urgenza, richiedere informazioni a soggetti di non competenza.

Siamo sbigottiti.

Ma ancora: le linee preferenziali del DPC che si garantisce una pagina web riservata con tutte le informazioni in tempo reale!!! Un sito internet di ridondanza (sostitutivo), sms...e ancora...leggere per credere!
E noi poveri mortali (in ogni senso) che ci sforziamo di ottenere la pubblicazione dei dati!!! Macché questi dati vanno al DPC che decide se e quando renderli pubblici. Quel DPC che risponde ai cittadini nel modo che conosciamo!

All'art. 3.2 pagina 8 e s., viene descritto il contenuto del bollettino e la frequenza. Per il Vesuvio esso è mensile (in quando a livello BASE, per i Flegrei è settimanale perché a livello I) e deve contenere le valutazioni per ciascuna area di monitoraggio (tra cui rientra la geochimica).

Dunque, l'Osservatorio sarebbe il primo inadempiente dell'accordo-quadro su questo punto in quanto omette la geochimica delle fumarole e dei pozzi monitorati.

E cosa ha fatto il DPC? Alla richiesta di pubblicazione della geochimica delle fumarole del Vesuvio, invece di farsi carico della richiesta e richiamare l'Osservatorio al rispetto dell'accordo-quadro,  ha rinviatio i cittadini all'INGV!!! Incredibile!!!

Altro punto interessante. Proseguendo nella lettura dell'allegato A, si passa alla disciplina dei database. Tra quelli sismici notiamo che si menziona ISIDE, unico con sistema di catalogazione in automatico disponibile online,  che, a prima lettura, dovrebbe includere tutti i terremoti del territorio. Sappiamo che quelli del Vesuvio non vengono pubblicati su tale sistema.
Poi troviamo i database vulcanologici del sistema SPEED WBSM che, si legge, sono riservati al DPC. Con buona pace dei vesuviani.

Ma andiamo ora a pagina 14-15, articolo 5.4 rubricato "Procedure tecnico-scientifiche in caso di emergenza vulcanica".

 Al capoverso 4, pagina 15, leggiamo un qualcosa di sconcertante :"In caso di attività vulcanica significativa, che abbia ripercussioni sulla popolazione e/o l'ambiente che implichino il coinvolgimento del Servizio di Protezione civile, il DPC contatta l'INGV e indirizza le attività di immediato e diretto interesse per il Dipartimento." Cioè? Il DPC dice all'INGV cosa fare? Indirizza? La Politica indirizza la Comunità scientifica? Chi non ha competenze scientifiche dice cosa fare a chi ha studiato una vita quei fenomeni?  E glielo dice per attività di immediato e diretto interesse del Dipartimento, non della poplolazione, ma del Dipartimento. Diciamo che il periodo è alquanto criptico. Il DPC contatta l'INGV in caso di attività vulcanica significativa (un'eruzione rilevante? improvvisa?) che abbia ripercussioni (?) sulla popolazione. Ci domandiamo: cosa avrebbe da dire il DPC alla comunità scientifica? Bah, domanda senza risposta.

Come diceva un mito del cinema "alla faccia del bicarbonato di sodio"... e questo (il DPC) sarebbe quell'Ente che non ne sa nulla e rimanda i cittadini all'Osservatorio Vesuviano INGV.

Leggiamo poi, a pagina 16, articolo 6 che tra i compiti istituzionali dell'INGV vi è anche la formazione e divulgazione.

Ma le sorprese non finiscono qui.

Da pagina 18 in poi, l'appendice A2, ci descrive in cosa consistono le reti del monitoraggio vulcanico e udite udite, roba davvero scioccante, per il Vesuvio esisterebbe una sola stazione di acquisizione in automatico e continuo dei dati geochimici di una fumarola mentre ben altra attenzione è riservata al montioraggio geochimico di vulcani minori come Stromboli (6 stazioni), Vulcano (14 stazioni). Il Vesuvio ed i Flegrei addirittura (anche se ci sembra che negli ultimi anni per i Flegrei siano state installate altre stazioni in continuo) sono a livello di Pantelleria con una sola stazione. Sappiamo che per il Vesuvio, col sistema ICARO, è stata installata una telecamera termica all'infrarosso che monitora le temperature di una zona limitata dell'interno del cratere. Tuttavia, è davvero sconcertante leggere che per il vulcano più monitorato al mondo il monitoraggio geochimico sembri sia così pericolosamente trascrutato! Stentiamo a credere a quello che leggiamo. Tuttavia, la cosa conferma, in parte, quanto si leggeva nei bollettini dell'Osservatorio Vesuviano INGV. Anzi, si è detto che nei bollettini viene più volte rimarcata la necessità di scendere fin giù al cratere per fare rilievi di temperature e composizione dei gas delle fumarole, facendo dedurre l'inesistenza di strumentazione idonea ad acquisire in continuo i dati. Non funzionerebbe manco quell'unica stazione di acquisizione in continuo. Sarà vero?

Proseguendo leggiamo ancora di altra probabile grave inadempienza da parte del personale dell'Osservatorio Vesuviano INGV su cui non ha avuto nulla da ridire il DPC interpellato dai cittadini.

Orbene, a pagina 21 viene indicata la frequenza dei campionamenti manuali da eseguire che per il Vesuvio sono i seguenti:

Fumarole bordo cratere e fondo cratere: frequenza mensile.

Campionamenti delle falde  (analisi acque pozzi): semestrale (9 pozzi, tra cui Olivella e Castellammare di Stabia)

Cosa fa il DPC? Non vede che l'Osservatorio Vesuviano INGV è inadempiente e sta violando sistematicamente l'accordo-quadro del 2012?

Come ha fatto a rispondere ai cittadini che hanno richiesto la geochimica delle fumarole e pozzi del Vesuvio che la richiesta non li riguarda?

Risposte che non arriveranno mai, temiamo!

Chiudiamo questa nota con un invito: che il Presidente del Consiglio, tesserato di un partito che si dice "democratico", prenda atto di tutto questo ed abbia la decenza di decretare ilSegreto di Stato su questa faccenda, così, una volta per tutte, mettiamo la parola fine a questa battaglia per la legalità che combattiamo da decenni in nome della libertà e del diritto all'informazione e trasparenza.

E pensare che all'USGS (servizio geologico amerciano) ricercano cittadini disponibili ad installare stazioni sismiche nelle proprie case; pubblicano i dati della geochimica dello Yellowstone, dove vi sono geyser imponenti, in tempo reale su internet.

Ma quella  è una democrazia, vera.

Questa è l'Italia, questa la Politica Italiana.

Questo sito web ha da sempre portato avanti battaglie per la divulgazione. Il gestore, al di la di titoli e competenze, ha da sempre operato con lo spirito del cittadino esposto a pericolo continuo e concreto di vita che vuole informarsi ed avere risposte. A questo punto è minata alle fondamenta la funzione e lo scopo del sito e non nascondiamo un profondo senso di amarezza per le scelte operate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, di comune accordo con la Comunità scientifica rappresentata, per quanto di competenza, dall'INGV.

08/04/2015

GD

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