Home

GEOCHIMICA
VESUVIO

e
Rapporti e rendicontazioni ottenute in via giudiziaria
dal Dipartimento di protezione civile


STRALCI GEOCHIMICA VESUVIO / ESTRATTI ANCHE CAMPI FLEGREI DAL 2016

Pubblichiamo, nella tabella che segue, stralcio dei documenti ricevuti dal DPC. Ci scusiamo per la mancanza di alcuni anni ma è quello che abbiamo ricevuto dal DPC. Abbiamo provveduto a stralciare e pubblicare solo la geochimica del Vesuvio. Per l'anno 2016 abbiamo aggiunto anche qualche estratto relativo ai Flegrei.

Dopo le Nostre battaglie, sostenute in perfetta solitudine ed autonomia, salvo l'appoggio morale di molti cittadini comuni cui va la Nostra riconoscenza, a fronte del conseguente notevole miglioramento dei dati pubblicati nei bollettini mensili e settimanali da INGV Osservatorio Vesuviano,  come già precisato, pur rimanendo di grande interesse, la portata innovativa dei dati pubblicati nelle relazioni semsetrali è ridimensionata. Tuttavia continuiamo a ritenere queste pubblicazioni di notevole importanza e continueremo a domandarne l'acquisizione al Dipartimento.
 

Ricordiamo che per ottenere i rendiconti occorre formulare apposita istanza al Dipartimento di Protezione Civile.


2000 2001 I sem 2004 I sem 2005 I sem 2005 II sem 2006 I sem 2006 II sem 2007 (nessun dato) 2008 2009 *
2010 2011 2012 I sem 2012 II sem 2013 I sem 2013 II sem 2014 I sem 2014 II sem 2015 I sem  2015 II sem
2016 I sem 2016 II sem
* Interessante leggere il dettagliato rapporto sulla frana avvenuta nel cratere nel maggio 2009.

* * *
LA STRUTTURA INTERNA DEL VESUVIO
Sebbene sia abbastanza chiaro, abbiamo ritenuto opportuno evidenziare in giallo la zona dove è concentrata la stragrande maggioranza dei terremoti registrati negli ultimi anni.
Intorno ai 2km di profondità è indicata una zona con presenza di un sistema idrotermale acquifero di acque di falda e di provenienza marina. In effetti la composizione delle fumarole del Vesuvio ha evidenziato la presenza, periodicamente variabile, di salinità associabile all'afflusso di fluidi marini nel sistema termale posto in profondità. La temperatura del sistema acquifero è di circa 450 gradi Celsius intorno ai 2km di profondità.

La sismicità degli ultimi anni è concentrata proprio nella fascia compresa tra i 2km e la superficie (0 km). Gli studi sembrano mostrare che la stragrande maggioranza degli eventi registrati sia associabile alla dilatazione e pressione esercitata dai gas del sistema termale che provoca fratture nelle rocce. Ovvio che l'elevata temperatura (450° C) del sistema a 2 km di profondità  si giustifica solo con la presenza, in strati più profondi, di una vasta camera magmatica.

* * *
ATTENZIONE

LA PARTE RESTANTE DELLA PAGINA NON E' AGGIORNATA
-----------------------------------------------------------

AGGIORNAMENTO: DAL MESE DI NOVEMBRE 2015 FINALMENTE L'OSSERVATORIO HA INIZIATO IL MONITORAGGIO IN CONTINUO DI ALCUNI PARAMETRI DI UNA FUMAROLA DEL BORDO CRATERE

Il mancato monitoraggio in continuo di fumarole ed acque dei pozzi - documenti esclusivi

L'aumento del livello piezometrici delle falde di pozzo - Il caso Camaldoli, Torre del Greco


L'AUMENTO DI TEMPERATURA DELLA FUMAROLA BORDO CRATERE NEL 2014- E LA FORTE ANOMALIA, POI RIENTRATA, A FINE 2014-INIZIO 2015

GEOCHIMICA VESUVIO

9/10/15 Che dire. Stupisce il fatto che i famosi "rocciatori" siano scesi per ben due volte nel cratere del Vesuvio per fare campionamenti. Bene. Forse gli sciami sismici e le frane hanno indotto l'Istituto ad intensificare il monitoraggio. Ma è comunque un metodo di monitorare la geochimica che non consente di rilevare, in tempo reale, variazioni eventuali occorse al verificarsi degli sciami. Insomma, occorre ed urge un monitoraggio in continuo. Inoltre, una domanda sorge spontanea: i dati pubblicati a quale dei duei campionamenti si riferiscono? Non si sa. 
L'Osservatorio evidenzia il dato della CO, concludendo che nel mese di settembre trova conferma la diminuzione tendenziale del dato. Bene.
Sorvola sulla CO2, o meglio, non commenta i dati acquisiti.
Osservando il grafico della CO2 a Noi sembra che i valori di settembre 2015 mostrino un aumento della concentrazione rispetto al  dato precedente. 
Osservate il grafico seguente che abbiamo arricchito di commenti ed elementi grafici sempre al fine di renderlo comprensibile ai più:













27/9/15 - L'AUMENTO DEL LIVELLO PIEZOMETRICO DELLE ACQUE DEI POZZI - PRIMO DI UNA SERIE DI ARTICOLI CLAMOROSI

Dalla lettura del Rendiconto scientifico del primo semestre 2013 emerge un dato relativo alla geochimica che lascia perplessi. In particolare, il dato in parola, più che la geochimica, si riferisce al livello piezometrico delle acque del pozzo "CMD", Camaldoli di Torre del Greco.

Apprendiamo per la prima volta da un documento INGV che l'acqua del pozzo dei Camaldoli in Torre del Greco è aumentato di circa 1,2 metri da novembre 2006 a maggio 2013.
Il pozzo è profondo circa 123 metri dal piano di calpestio; il livello delle acque, ultimo dato disponibile, era a -105,4 mt. La temperatura delle acque è pari a 17.8 al pelo d'acqua, mentre è di 21 gradi al fondo del pozzo.
Eccovi il grafico dell'andamento del livello piezometrico di falda pozzo CMD, Camaldoli Torre del Greco:



Purtroppo INGV non ha più rilasciato il dato, per quanto abbiamo poturo appurare ad ora, per gli anni successivi.

Come interpreta INGV tale dato?

Eccovi cosa si legge nel Rendiconto (formattazione testo Nostra):

"Il pozzo CMD, dismesso dall’Acquedotto Vesuviano negli anni ’90 per l’alta concentrazione di ferro nelle acque, è profondo 123 m dal p.c., con superficie piezometrica a circa ‐106 m (che corrispondono a circa 9 m s.l.m.). La temperatura misurata a pelo d'acqua è mediamente di 17.8 °C, con escursioni di +/‐ 0.5 °C,mentre a fondo pozzo è di 21 °C.
L’analisi dei dati raccolti fin dal 1997 ha evidenziato:
- il massimo livello piezometrico annuale della falda è stato osservato nei mesi tra gennaio e marzo mentre il minimo è stato osservato tra luglio e agosto; la differenza tra i valori minimi e massimi è dell’ordine di 40 cm;
- l'analisi spettrale della serie temporale analizzata mostra anche la presenza di picchi spettrali dominanti a carattere mareale mensile quindicinale e diurno, tipico dei cosiddetti “pozzi barici” dell’ordine di alcuni centimetri. L’assenza di salinità nella falda esclude che si tratti di un “pozzo marino”.
- le variazioni del livello piezometrico non sono direttamente correlabili con le precipitazioni di pioggia a carattere locale, misurate alla stazione pluviometrica del Vesuvio. Questa relazione è più evidente per le falde sospese che costituiscono l'acquifero più superficiale del Vesuvio, come evidenziato dai dati di campagne svolte periodicamente su pozzi ad uso agricolo con l’uso di freatimetro. Per tali falde il livello piezometrico si attesta tra ‐12 e ‐25 m dal piano campagna, almeno per la parte di edificio vulcanico al di sotto di 200 m s.l.m.;
- Alcune depressioni piezometriche di circa 40 cm sono legate ad attività antropica (ricambio d’acqua nelle piscine “Valle dell’Orso”, inattive dal 2012). Dopo l'arresto dell'emungimento, il ripristino del precedente livello piezometrico avviene in circa 20 ore. Tali depressioni, a carattere transiente e facilmente riconoscibili, non influenzano la corretta analisi del segnale idrometrico.

In sintesi, per il periodo novembre 2006 ‐ maggio 2013 (Fig. 108) si osserva un trend in risalita della falda a CMD di circa 120 cm, ben al di sopra delle oscillazioni periodiche stagionali.

In particolare, l’analisi ha evidenziato la presenza di tre periodi con trend diversi:
- da dicembre 2006 a gennaio 2009 si è verificato un aumento costante di 50 cm (circa 2 cm/mese);
- dopo questa data e fino a marzo 2010 si osserva un rapido abbassamento della falda di circa 20 cm;
- da aprile 2010 a giugno 2012 si registra una nuova risalita della superficie piezometrica di 65 cm (2.5 cm/mese);
- tra luglio e settembre 2012 si verifica un nuovo abbassamento di circa 20 cm;
- tra ottobre e aprile 2013 si verifica una risalita della superficie piezometrica di circa 50 cm, corrispondenti ad una velocità di circa 7 cm/mese.

La risalita del livello piezometrico nel pozzo di Camaldoli della Torre, rispecchia la generale risalita del livello della falda osservato nella parte nord‐orientale della Piana Campana, dove si sono raggiunti valori di risalita anche superiori a 2 m (Allocca e Celico, 2008).

La relazione tra le falde idriche della Piana nord‐orientale del Vesuvio, fortemente influenzata dagli acquiferi appenninici e quella a sud del vulcano, non sono al momento ben chiarite. Le relazioni tra queste e la generale circolazione idrica nella piana e nei sistemi vulcanici vesuviani e flegrei, andrebbero meglio investigate con indagini discrete e con l’incremento di strumentazione di misura in continuo.

Uno dei punti da investigare, più suggestivi, è il processo o i processi che determinano nell’area vesuviana e nella piana campana una generale risalita dei livelli piezometrici, mentre nell’area flegrea un sollevamento del suolo, con andamenti simili nel tempo
.

L’ipotesi di lavoro più semplice è che è la maggiore disponibilità di acqua dagli acquiferi principali influenzi significativamente il sistema geotermico dell’area flegrea."


Sappiamo, da un recentissimo studio INGV(leggi comunicato ufficiale), che il sollevamento del suolo Flegreo dal 2012 all'oggi, a differenza del passato, è direttamente imputabile ad input di magma in risalita fino a 3km dalla superficie.

Nel rendiconto, inoltre, viene evidenziato il dato anomalo della temperatura di una fumarola di bordo cratere. Nel rendiconto c'è un evidente errore in quanto viene detto che il dato anomalo sarebbe del 2004. In realtà si tratta dell'anomalia che Noi abbiamo già da tempo segnalato sul Nostro sito dedicando uno speciale: trattasi dell'anomalìa della fumarola del 2005, cui rimandiamo.

A breve con un clamoroso articolo sulla sismicità vesuviana.

GD
***

8/9/15 GEOCHIMICA DI AGOSTO

Nessun nuovo dato disponibile relativo alla geochimica delle fumarole del Vesuvio del mese di agosto 2015. Non risultano effettuate campagne di misurazioni dei flussi, né viene reso disponibile alcun dato realtivo al monitoraggio delle fumarole del Vesuvio. 



4/8/15 GEOCHIMICA LUGLIO

Colpisce il fatto che nel mese di luglio siano stati effettuati due rilievi geochimici sulla fumarola di fondo cratere FC2. Dunque qualcosa di nuovo e positivo rispetto al passato, frutto unicamente delle Nostre battaglie legali. Attendiamo il monitoraggio in continuo con la divulgazione su sito web dei relativi dati.

I dati, secondo quanto riferito dall'OV, non presentano anomalìe ed anzi suggeriscono un rientro di quella piccola anomalìa che era stata registrata nella composizione geochimica degli ultimi due anni; anomalìa che, negli ultimi mesi, sembra stìa rientrando.
Permangono i dubbi circa la causa di quelle anomalìe ("magmatici?").
La termalità dell'area monitorata di bordo cratere con camera ad infrarosso mostra valori bassi, ampiamente nella norma.


8 LUGLIO 2015
L'OSSERVATORIO PUBBLICA IL BOLLETTINO MENSILE -
CLAMOROSO DIETROFRONT NELLA INTERPRETAZIONE DEI DATI RELATIVI ALLA SOLFATARA -  SORPRESE E CONFERME - OMESSI I RILIEVI GEOCHIMICI AL VESUVIO - VULCANO CAMPI FLEGREI CON ANOMALIE GEOCHIMICHE A LIVELLI RECORD-

Vesuvio

Dalla lettura del bollettino di giugno 2015, si evince che il Vesuvio non ha avuto per tutto il mese, alcun monitoraggio geochimico delle fumarole di bordo e fondo cratere. La geochimica ed i grafici relativi pubblicati nel bollettino replicano esattamente quelli di Maggio 2015. Persiste il grave inadempimento di INGV NAPOLI alla faccia dei precisi obblighi di Legge e di quelli assunti con la sottoscrizione dell'accordo quadro 2012-2021 INGV-DPC, dove è stabilito, come notorio, che almeno mensilmente vengano effettuate misurazioni dei parametri geochimici delle fumarole del Vesuvio. Ma il Dipartimento di Protezione Civile (DPC), chiamato a pronunciarsi sul punto, sappiamo che se ne è lavato le mani negando ogni competenza in merito.

Permane il richiamo (copia/incolla dal bollettino di Maggio!!!) alle anomalìe geochimiche degli ultimi due anni che non si sa a cosa siano dovute: "Va comunque segnalato che nei campioni degli ultimi due anni si registra un lieve aumento del rapporto CO2/CH4 ed He/CO2, rispetto ai valori più bassi raggiunti nel periodo 2009-2010, che potrebbe essere legato ad un aumento nella frazione di fluidi ossidanti (magmatici?)
"(formattazione testo Nostra).

Almeno ci è stato risparmiato il tentativo di raggiro operato nel bollettino di Aprile 2015 dove INGV NA aveva tentato di far passare come recenti i rilievi di Marzo 2015. Li smascherammo, come sapete, in due minuti.
Il vulcano più monitorato al mondo, come sbandierato a destra e manca, è senza monitoraggio geochimico da almeno un mese.
Bene, bravi.
Rimandiamo, per il resto, alla lettura del bollettino dal quale emerge che non esistono dati anomali riguardo a terremoti, deformazioni.



Bollettino mese di Maggio 2015.
Eseguita la masirazione dei dati alla fumarola FC2 fondo cratere del Vesuvio.
Ecco i grafici.
I dati della fumarola campionata nel mese di Maggio (la FC2 fondo cratere) non mostrano variazioni significative. L'Osservatorio evidenzia come quel lieve trend all'aumento della CO2 degli ultimi 2 anni (di dubbia interpretazione: "magmatici?") sembra essersi arrestato.
Riportiamo qui i grafici tratti dal bollettino di Maggio.
 




Dati relativi alla telecamera termica bordo cratere. Le variazioni rientrano nella media delle osservazioni.









Bollettino mese di Aprile 2015.
L'Osservatorio Vesuviano INGV forse pensa che i Vesuviani siano un ammasso di imbecilli rincretiniti.
Quanto accaduto col bollettino di Aprile rilasciato solo oggi 20 Maggio 2015, ha dell'incredibile.
La sezione geochimica del Vesuvio, così esordisce:
"
"

A
ffermano di aver fatto dei rilievi "recentemente". Ci chiediamo: in quali siti? e, soprattutto, quando?
La risposta è nei grafici e nel testo del bollettino.
Pare che i dati siano i medesimi di marzo. I grafici ed il contenuto del bollettino, relativamente alla geochimica del Vesuvio, sono fermi a Marzo.
Ecco un confronto  tra i grafici dei bollettini Marzo ed Aprile. Imbarazzante. Sono identici!!!

MARZO 2015 - GRAFICO BOLLETTINO APRILE 2015 - GRAFICO BOLLETTINO

Non solo, anche la parte descrittiva, ripetiamo, è identica.
Dunque, sembra che l'Osservatorio Vesuviano INGV non ha monitorato la geochimica del Vesuvio ad Aprile o, almeno, non la pubblica, e il lettore meno attento potrebbe cadere in errore leggendo di rilievi fatti "recentemente". In realtà non pubblica alcun dato aggiornato relativamente alla geochimica. Anche i grafici immediatamente successivi relativi ai valori di equilibrio di temperatura e pressione di CO2 sono identici. Anzi, sotto il grafico pubblicato nel bollettino di Aprile è detto chiaramente che il grafico riporta valori al Marzo 2015.

Gravissima inadempienza dunque e soprattutto davvero incredibile utilizzare l'avverbio "recentemente" per poi riportare dati di Marzo.

Non abbiamo parole per descrivere quanto sta accadendo.

Ricordiamo che ai sensi del famoso accordo quadro DPC-INGV del 2012, Allegato A, appendice A2, l'Osservatorio possiede una stazione che campionerebbe in automatico temperatura e geochimica di una fumarola del Vesuvio. Inoltre è previsto che l'Osservatorio pubblichi mensilmente la geochimica del Vesuvio e che proceda a campionature manuali delle fumarole bordo cratere e fondo cratere almeno una volta al mese. Per i pozzi è prevista una cadenza semestrale.
Che fa il DPC? Perché non interviene immediatamente? Cosa fa il Governo anche alla luce dei gravissimi fatti  denunciati nell'interrogazione Parlamentare del 14 Maggio?

La termalità della zona delle fumarole bordo cratere monitorata dalla telecamera geotermica non mostra dati anomali.


Bollettino Marzo 2015 O.V. INGV
L'Osservatorio Vesuviano pubblica il bollettino del mese di Marzo 2015 e, finalmente, dopo pressioni dello scrivente e di un gruppo di utenti Meteovesuvio, anche la geochimica delle fumarole. Per la verità trattasi della geochimica della sola fumarola di fondo cratere. 

Passiamo all'esame della geochimica.
Per la prima volta, a differenza di quanto accaduto nell'ultimo bollettino riportante i dati della fumarola fondo cratere, l'Osservatorio afferma che "Va comunque segnalato che nei campioni degli ultimi due anni si registra un lieve aumento del rapporto CO2/CH4 ed He/CO2, rispetto ai valori più bassi raggiunti nel periodo 2009-2010, che potrebbe essere legato ad un aumento nella frazione di fluidi ossidanti (magmatici?)".
Non per polemizzare, ma notiamo solo come anche ad agosto 2014 la situazione era ben nota solo che nulla era stato precisato in quel bollettino.
La cosa singolare è che non si sa a cosa sia dovuto quest'aumento della CO2 (anidride carbonica) e l'Osservatorio si chiede esso stesso se sia di origine magmatica. Per due anni di fila si assiste a quest'aumento, lieve, ma non si riesce a comprendere l'origine. In ogni caso, notiamo come
dopo l'intrusione magmatica del 1999 che causò le anomalìe geochimiche nelle fumarole (ed aggiungiamo nei pozzi vesuviani e nella falda) per gli anni 2001-2003, si assiste, nel lungo periodo, ad una diminuzione della componente magmatica nella composizione dei gas della FC2.
Ma andiamo oltre.
Finalmente, ripetiamo, è stata campinoata la fumarola fondo cratere nel mese di marzo e, buona nuova, salutata ed accentuata dall'Osservatorio, la concentrazione di CO2 è tornata a diminuire. Una rondine non fa certo primavera. 
L'utente a questo punto si porrà tante domande. Noi evidenziamo solo un dato: la geochimica è un parametro molto importante nel monitoraggio dei vulcani e del Vesuvio in particolare.
Leggiamo, infatti, e la cosa non ci è nuova, che lo studio dei gas emessi dalla fumarola di fondo cratere, evidenzia una componente di acqua marina. Questo vuol dire che ci sono intrusioni di acque marine nel sistema idrotermale del vulcano. Il Vesuvio, come tutti i vulcani posti su faglie costiere, deve molta della sua potenza distruttiva anche alla presenza del mare. E' stato documentato come vulcani di questo tipo possono subire intrusioni rilevanti di acque marine che, anche per una forte differenza di pressione e foneomeni di depressurizzazione della camera magmatica, in caso di eruzione, generano violente esplosioni una volta che queste entrano a contatto col magma.
Viene inserito, nel bollettino, per la prima volta, anche un diagramma della composizione di idrogeno ed ossigeno che riteniamo sia molto poco comprensibile ai più. Ad ogni modo, esso mostra come il valore di Marzo 2015 abbia riportato la frazione di CO2 dei gas su valori antecendenti all'aumento del 2014.
I rilievi della telecamera termica non mostrano variazioni significative.

GRAFICI FUMAROLA FC2 (fonte Bollettino Marzo 2015 Osservatorio Vesuviano INGV)








Aggiornamento Aprile 2015.


L'Osservatorio Vesuviano, come specificato di seguito, non pubblica (rileva?) i dati geochimici delle fumarole del Vesuvio da agosto 2014. Questo è scandaloso.

Sappiamo che per un lungo periodo (almeno due anni, sembra) non sono state effettuate rilevazioni geochimiche delle fumarole del vulcano più monitorato al mondo. Dopo Nostre pressioni, nel marzo 2014 furono pubblicati alcuni dati della geochimica delle fumarole, in particolare della FC2 (fondo cratere). Tuttavia, dall'agosto 2014 non viene effettuata alcuna pubblicazione dei dati. Abbiamo evidenziato che non è ben noto il motivo di tale omissione: sembra trattasi proprio di omesso rilevamento a causa di mancanza di personale idoneo, come dichiarato dall'Osservatorio nel bollettino di marzo 2013.. Se così fosse, sarebbe davvero gravissimo. Inoltre esiste la possibilità di monitoraggio in remoto e non si comprende perché bisogna andare fin giù al cratere per fare rilievi manuali.
La geochimica di un vulcano rappresenta, con la sismologia e le deformazioni, uno dei tre capisaldi da minitorare strettamente in quanto in grado di fornire segnali precursori della riattivazione di un vulcano. Per il Vesuvio, che si dice essere il vulcano più monitorato al mondo, questo non avviene. Ed è fatto di una gravità assoluta.
Abbia nuovamente richiesto alla Protezione Civile Nazionale ed all'Osservatorio la pubblicazione dei dati relativi alla geochimica. Attendiamo risposte in merito.
Rimandiamo alla lettura di questa pagina, parte finale, dove si evidenzia la contraddittorietà tra quanto l'Osservatorio afferma nelle pagine web e quanto invece avviene riguardo al monitoraggio geochimico.
ULTIMA PUBBLICAZIONE- RILEVAMENTI DATI GEOCHIMICI VESUVIO: AGOSTO 2014


L'Osservatorio Vesuviano ha rilasciato il bollettino del mese di agosto 2014 cui si rimanda per approfondimenti.
Segue un estratto dal bollettino del grafico dei dati piu rilevanti relativi alla geochimica fumarola FC2 (fondo cratere)- 1996-2014.







Bollettino marzo 2014.
L'Osservatorio Vesuviano ha rilasciato il bollettino del mese di marzo 2014 cui si rimanda per approfondimenti.
Segue un estratto dal bollettino del grafico dei dati piu rilevanti relativi alla geochimica. fumarola FC2 - 1996-2014.



SPECIALE FUMAROLE VESUVIO

Febbraio 2014: "Sono state ripristinate le condizioni per l’effettuazione dei campionamenti nel cratere per le
analisi geochimiche dei gas fumarolici.Dal prossimo bollettino saranno di nuovo riportati i
risultati di tali misure."

Così si legge nell'ultimo bllettino mensile rilasciato dall'Osservatotio Vesuviano. E' un passo avanti, certo. Tuttavia sussitono dubbi sulle lacune del sistema di monitoraggio geochimico. Ed i dubbi sono alimentati dall'Osservatorio Vesuviano e da ciò che leggiamo nelle pagine del sito web.
Sottoponiamo alla Vostra attenzione lo stralcio che segue.



Inoltre, qui potete osservare un estratto dal sito dell'Osservatorio della mappa delle stazioni di rilevamento.



Pur essendo indicata in didascalìa sotto l'immagine la presenza di stazioni per il rilevamento geochimico, tuttavia sull'immagine tali stazioni non sono visibili.

Ora, il quesito che dobbiamo porci è. Esiste la strumentazione per il monitoraggio in continuo dei flussi dei gas delle fumarole di cui si legge sul sito dell'Osservatorio Vesuviano? Se esiste, dove sono i dati? E perché mai poi si legge nei bollettini mensili che non sono stati effettuati rilevamenti dei dati geochimici (sappiamo da giugno 2012)?  E' concepibile che nel 2014 si debba davvero recarsi sulle fumarole fisicamente per monitorarne almeno i parametri base (tipo la temperatura)? Questa è l'attenzione che viene dedicata al Vesuvio?
Ora, lungi dal voler tirare in ballo responsabilità dell'ambiente scientifico, è ovvio che se dovesse trattarsi (come pare) di problemi di "fondi", davvero si rimane basiti.
L'Osservatorio ci dica a chiare lettere quali sono i sistemi ad oggi attivi di monitoraggio geochimico. Se esiste, come afferma, una rete di rilevamento automatizzata in continuo, allora pubblichi i dati raccolti. Se non esiste? Ai visitatori la risposta!!!
A questa pagina di cui si è pubblicato uno stralcio, l'affermazione circa la esistenza delle stazioni automatizzate per la misurazione dei gas.
A questa pagina il bollettino mensile di marzo 2013 dove si legge dei problemi per il rilevamento delle misurazioni della geochimica.
A questa potete vedere un esempio di monitoraggio geochimico in continuo esistente per il "vulcano" Yellowstone, Stati Uniti d'America, USGS. Un sistema vulcanico la cui ultima grossa eruzione risale a 640mila anni, mentre l'ultima eruzione con espulsione di lava risale a 70mila anni fa!

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


L'ultimo aggiornamento da parte dell'Osservatorio, come detto, risale al Giugno 2012. Nell'area sismicità si precisano le ragioni delle mancate rilevazioni. Ecco cosa si legge nel bollettino del giungo 2012 con riferimento alla geochimica:
"La sorveglianza geochimica dell’area Vesuviana, effettuata dall’Unità Funzionale di Geochimica dei Fluidi dell’Osservatorio Vesuviano, ha riguardato il monitoraggio del processo di degassamento nell’area craterica e lo studio delle emissioni fumaroliche presenti sul bordo del cratere.
Nel periodo di riferimento è stata effettuata una campagna di misura dei flussi di CO2 dal suolo sul bordo orientale del cratere. La fumarola di fondo cratere, nel periodo di riferimento non è stata campionata. Va tuttavia sottolineato che i flussi fumarolici e la temperatura dell'emissione hanno mostrato nei periodi precedenti una notevole diminuzione rispetto ai valori normalmente registrati (ad esempio ad aprile 2012 la temperatura è passata da ~95°C a ~85°C). Tali variazioni rientrano in un trend pluriennale di diminuzione dell'attività fumarolica all'interno del cratere. Nel caso specifico il processo di diminuzione potrebbe essere stato accentuato dai forti eventi piovosi registrati nel periodo."