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RENDICONTAZIONE SCIENTIFICA II SEMESTRE 2015
Articolo del 12/10/17
Riproduzione riservata © 2017

Con lieve ritardo diamo conto della rendicontazione scientifica relativa al II semstre 2015 inviataci nel mese di agosto dal Dipartimento di Protezione civile dopo varie istanze in tal senso. Precisiamo che il Dipartimento non ci ha inviato, sebbene richiesti, i rendiconti relativi al I, II semetre 2016 e I semestre 2017 in quanto non ancora disponibili.
Diciamo subito che dalla rendicontazione non emergono dati rilevanti. Nulla viene detto in merito ai vari eventi franosi che interessarono il Gran Cono nel settembre ed ottobre 2015. Molti ricorderanno la grossa frana del 28/10/2015. Avevamo già chiesto ad INGV OV un resoconto su quanto accaduto senza avere risposta.
Segnaliamo i dati più rilevanti che abbiamo rivenuto.

Vesuvio

Nulla da segnalare rispetto a quanto emerge dai bollettini mensili. Nessun evento a bassa frequenza (LP, LF, VLP o ULP), nessun tremore nel periodo di riferimento.
Con riferimento alla sismicità ci piace segnalare (in quanto oggetto di Nostro approfondimento e polemica con INGV) che viene confermata una rilettura delle profondità di alcuni terremoti più significativi. Ecco che compaiono eventi con ipocentro sopra il livello del mare. Vi rimettiamo quanto si legge nel rendiconto:
Rilocalizzazioni probabilistiche
"Le localizzazioni probabilistiche dei terremoti vulcano-tettonici rilevati nel corso dell’anno 2015 sono state ottenute utilizzando il modello di velocità 3D (Scarpa et al., 2002) mediante algoritmi di ricerca su griglia (Lomax et al., 2000). I picking dei tempi di arrivo delle fasi P ed S sono stati effettuati sui segnali rilevati dalle stazione della Rete Mobile e integrati da quelli relativi alla Rete Permanente. Sono stati localizzati 22 eventi caratterizzati dal vincolo di almeno 6 letture per la fase P ed una per la fase S ed una magnitudo minima pari a 1.0. In figura 107 è mostrata la distribuzione epicentrale e le relative sezioni ipocentrali Nord-Sud ed Est-Ovest. La maggior parte della sismicità risulta, come solitamente osservato, concentrata in area craterica interessando i primi 3 km di profondità. Dalla distribuzione degli ipocentri si evince la presenza di un volume focale superficiale, che sembra essere legato a fenomeni di microfratturazione all’interno dell’edificio vulcanico al di sopra del livello del mare. Lo stesso tipo di fenomenologia può essere associata alla genesi di uno sciame minore verificatosi il 7 luglio nel settore sudorientale del Mt. Somma."
Grafico



Segnaliamo una leggera anomalìa di temperatura registrata al Pozzo situato a Torre Annunziata (monitorato da INGV Palermo). Ma ecco cosa si legge nel Rendiconto:
"Per quanto concerne il Pozzo 14 la temperatura si è mantenuta costante ed in linea con quanto osservato negli anni precedenti sino a Maggio 2015 (Fig. 125). A partire dal mese di Maggio si osserva un progressivo ma molto modesto aumento (circa 0.2 °C) nelle temperature registrate (ultimo aggiornamento relativo al campionamento di Novembre 2015). La maggiore rumorosità di fondo del segnale è dovuta alla sostituzione del datalogger, avvenuta a Gennaio 2015, con un modello più avanzato dotato di una risoluzione più elevata di 1 ordine di grandezza (da 0.3 a 0.03 °C)."
Eccovi il grafico relativo:



Leggero aumento di temperatura del sito CRB (fumarola bordo cratere Vesuvio - INGV Palermo). Ecco cosa si legge a tal proposito nel rendiconto:
"Per quanto concerne i dati relativi alle fumarole ubicate sul bordo del cratere (sito CRB, Fig. 127), tra il 2014 e la fine del 2015 si registra un modesto aumento delle temperature, accompagnato da una diminuzione del gradiente termico verticale. Tali dati indicano un modesto incremento del flusso di vapore che interessa il sito di misura."
Eccovi il grafico relativo:



Campi Flegrei
Nessun tremore od evento a bassa frequenza è stato registrato nel periodo di riferimento. Non ne troviamo menzione nel rendiconto.

Da segnalare, in aggiunta a quanto già pubblicato nei bollettini mensili, i risultati di una campagna gravimetrica svolta nel periodo settembre-ottobre 2015 (proprio in concomitanza con lo sciame) che hanno evidenziato una variazione significativa nell'intera area dei Campi Flegrei.
Per chi non sa a cosa mirino le campagne di misura della gravimetria, diciamo, sempre semplificando al massimo, che con esse si tendono a verificare le variazioni di gravità in determinate aree. Queste variazioni vengono studiate in vulcanologìa in quanto possibili indicatori dell'afflusso di "masse" liquide/pseudo liquide nel sottosuolo ed il loro spostamento/migrazione.
Ciò detto rimettiamo quanto si legge nella rendicontazione.

"Il confronto febbraio/marzo – settembre/ottobre 2015 (Fig. 70, in alto a sinistra) evidenzia che l’intera area dei Campi Flegrei è stata affetta da un significativo aumento della gravità, tranne una ristretta area lungo la fascia costiera tra La Pietra e Gerolomini dove si osservano variazioni nulle onegative in generale ai limiti della significatività statistica.
Il campo positivo individua un forte gradiente tra la fascia costiera e la Solfatara, dove si osservano le massime variazioni. Queste ultime delimitano un piccolo campo, ben definito e molto concentrato, confinato entro il cratere e nel suo intorno (Accademia Aeronautica e Via Scarfoglio-Canale 21). La massima variazione di 95 μGal si osserva in corrispondenza del Soffione (GCF25). A Pisciarelli si osserva una variazione ai limiti della significatività statistica. E’ da sottolineare che le misure all’interno di Solfatara sono state rilevate a pochi giorni di distanza da precipitazioni particolarmente intense e due giorni dopo lo sciame del 7 ottobre. Quelle nell’area esterna (Accademia-Via Scarfoglio-Pisciarelli-Astroni) sono state rilevate il giorno 7 ottobre, durante lo sciame sismico e con periodi di consistenti piogge. Pertanto non si può escludere un effetto collegato allo sciame ma anche e soprattutto che, a seguito delle forti e concomitanti precipitazioni, le variazioni in Solfatara e dintorni siano da associare prevalentemente ad una contemporanea ricarica dell’acquifero più superficiale.
Inoltre è anche da evidenziare che nel periodo precedente (11/2014_2-3/2015) l’area non è stata interessata da significative variazioni di g (per maggiori informazioni e dettagli sulle osservazioni relative al periodo 11/2014-3/2015 si rimanda alla Rendicontazione sull’attività di Monitoraggio svolta nel I Semestre 2015).
Al fine di residuare, quanto più possibile, dalle variazioni di gravità gli effetti stagionali, sebbene consapevoli di rimuoverli in parte (per quanto sopra detto), è stato effettuato un confronto dei dati più recenti con quelli rilevati nella campagna del novembre 2014 (Fig. 70, in basso a sinistra). Il confronto mostra che le variazioni alla periferia dell’area flegrea e lungo la fascia costiera, che risultano ai limiti della significatività statistica, possono essere attribuibili ad effetti stagionali, così come l’area negativa e quella a variazione nulla lungo la fascia costiera; queste ultime però risultano essere leggermente più estese arealmente. Permangono il gradiente tra la fascia costiera e Solfatara e le variazioni, anche se ridotte di circa il 50%, nell’area della Solfatara e suoi dintorni. Questo porta alla conclusione che le variazioni in Solfatara sono da associare a variazioni di massa, verosimilmente superficiali in base all’estensione del campo, senza escludere un sostanziale residuo di effetti stagionali non valutabile.
Nella figura 70 a destra sono rappresentate, per gli stessi periodi mostrati a sinistra, le variazioni limitatamente all’area Fascia costiera- Solfatara – Pisciarelli.
Successivamente le variazioni di gravità sono state corrette dell’effetto della variazione altimetrica sui singoli capisaldi, utilizzando i dati rilevati alla stazione GPS RITE (Rione Trieste) e le relazioni calcolate sull’arco temporale 2001-2012 con i Δh misurati ai capisaldi altimetrici della rete di livellazione coincidenti con le stazioni gravimetriche.
Il confronto tra i Δg alle singole stazioni e le corrispondenti variazioni di quota permette di avere indicazioni sul tipo di sorgente che è causa delle variazioni di gravità.
La relazione Δg/Δh ottenuta per il periodo analizzato, limitato alle stazioni che ricadono nell’area affetta dalle variazioni più significative, è mostrata nella figura 71 (sinistra). Essa non evidenzia una correlazione lineare tra variazioni di g e movimenti verticali del suolo; i dati risultano dispersi e allineati parallelamente all’asse delle ordinate, rappresentante le variazioni di gravità, dal quale si discostano leggermente.
Tale distribuzione è indicativa del fatto che in generale le variazioni di gravità rilevate sono quasi esclusivamente attribuibili a variazioni di massa. La distribuzione ottenuta evidenzia, che la maggior parte dell’area potrebbe essere stata affetta da rifornimento/riempimento di vuoti (valori che ricadono nel quadrante nord-orientale), e solo le stazioni situate lungo la fascia costiera ad Est della città di Pozzuoli (da La Pietra al Lungomare) mostrerebbero un effetto di formazione di vuoti (valori che ricadono nel quadrante sud-orientale), come si può dedurre dal grafico relativo al modello di riferimento (Gottsmann et al., 2003; Fig. 71 in basso al centro).
La distribuzione ottenuta risulta nella sua generalità opposta a quella osservata nel precedente intervallo (11/2014-3/2015) che mostra in generale un possibile fenomeno di formazioni di vuoti. I dati più recenti si discostano maggiormente dall’asse e ciò indica che la variazione di massa positiva (ovvero il riempimento di vuoti) è maggiore della perdita di massa (ovvero formazione di vuoti) nel periodo precedente. Comunque l’estrema vicinanza agli assi dell’intera distribuzione dei punti indica, per entrambi i periodi analizzati, che tali fenomeni sono associabili a processi molto superficiali e ciò supporterebbe l’ipotesi di effetti stagionali che, per quanto appena prima detto, risulterebbero non totalmente rimossi.
Al fine di confermare ulteriormente quanto prima affermato, le relazioni Δg/Δh ottenute per i più recenti periodi sono stati messi a confronto con quelle relative al periodo bradisismico 1982-1985 e alla successiva fase di abbassamento sino al 2002 (Fig. 71 in alto a destra) che hanno indicato processi associabili a sorgenti profonde, oltre che una chiara relazione lineare e inversa tra variazioni di gravità e movimenti verticali del suolo. Dalla figura si evidenzia il concentramento lungo gli assi delle più recenti distribuzioni che si sovrappongono a quella osservata, durante fasi più dinamiche, per le stazioni ubicate ai bordi della caldera flegrea e parzialmente interessate dal fenomeno di sollevamento/abbassamento.
Pertanto, si può concludere che le variazioni osservate nel corso del 2015 sono da associare a fenomeni superficiali."
Segue fig.70:



Figura 70. Campi delle variazioni di gravità febbraio/marzo – settembre/ottobre 2015 (in alto) e novembre 2014 – febbraio/marzo 2015 (in basso). Le variazioni positive, negative e nulle sono rispettivamente rappresentate con le curve in colore rosso, blu e verde e sono riferite alla stazione di Napoli. A destra sono illustrati i campi delle variazioni di gravità sull’intera area flegrea, mentre a sinistra è rappresentato uno zoom sull’area Solfatara-Pisciarelli e lungo la fascia costiera. Si evidenzia che l’intera area dei Campi Flegrei è stata affetta da un significativo aumento della gravità, tranne una ristretta area lungo la fascia costiera tra La Pietra e Gerolomini dove si osservano variazioni nulle o negative, in generale ai limiti della significatività statistica. Il campo positivo individua un forte gradiente tra la fascia costiera e la Solfatara, dove si osservano le massime variazioni. Queste ultime delimitano un piccolo campo, ben definito e molto concentrato, confinato entro il cratere o appena nei suoi intorno (Accademia Aeronautica e Via Scarfoglio-Canale 21). La massima variazione di 95 μGal si osserva in corrispondenza del Soffione (GCF25). A Pisciarelli si osserva una variazione ai limiti della significatività statistica."

Fig. 71


Figura 71. Relazione tra le variazioni di gravità e di quota per le stazioni ubicate al centro della caldera flegrea (in alto a sinistra) e relativa al periodo novembre 2014 – settembre/ottobre 2015. La relazione ottenuta e l’estrema vicinanza agli assi dell’intera distribuzione dei punti indica che le variazioni di g rilevate sono associabili a processi molto superficiali. In particolare e per il periodo febbraio/marzo – settembre/ottobre 2015 si evince che la maggior parte dell’area è affetta da rifornimento/riempimento di vuoti (valori che ricadono nel quadrante nord-orientale) e solo in corrispondenza di alcune stazioni (da La Pietra al Lungomare di Pozzuoli, nella zona orientale della fascia costiera) l’area potrebbe essere interessata da formazione di vuoti (valori che ricadono nel quadrante sud-orientale). Ciò si può evincere anche dal grafico relativo al modello di riferimento (Gottsmann et al., 2003) riportato in basso al centro. In alto a destra è rappresentato il confronto tra la relazione Δg/Δh per i periodi considerati con quelle ottenute durante la fase bradisismica 1982-1985 (sollevamento) e la successiva fase di abbassamento fino al 2002; tale confronto conferma l’ipotesi che quanto osservato è associabile a fenomeni superficiali.


Variazione temperatura media di +5° C. a 10 cm di profondità area Solfatara 2002-2015.
Abbiamo trovato interessante anche il grafico che segue. Non ha bisogno di molte spiegazioni.
Grafico


Inoltre, ci informa sempre il rendiconto "Il personale di Roma 1 ha inoltre manutenuto 1 stazione per la misura del flusso di calore nell'area di Pisciarelli i cui dati di temperatura per l'anno 2015 sono riportati in figura 87".
Eccovi il grafico relativo. In linea di massima si notano variazioni con dei picchi in occasione di sciami e soprattutto in occasione dello sciame rilevante del 7 ottobre 2015.