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SCOPRIAMO UNA GRAVE INCONGRUENZA NELLE CATALOGAZIONI UFFICIALI DI INGV NAPOLI O.V.
CI SAREBBERO TERREMOTI PROFONDI CATALOGATI COME SUPERFICIALI E MAGNITUDO  DIFFERENTI DA QUELLE PUBBLICATE


20/2/17 Il Presidente INGV risponde anche sulla vicenda catalogazioni

Vecchio articolo del 12/06/2016



CATALOGO SISMICO VESUVIO: INCONGRUENZE E TANTE DOMANDE SENZA RISPOSTA
Nuovo articolo del 27/11/16
Ci risiamo.
Per chi non conosce la problematica, invito alla lettura dell'articolo del 12/06/2016.

Andiamo subito al nocciolo. Scopriamo ancora una volta che i dati dei terremoti vesuviani pubblicati nel database/catalogo Plino disponibile su INGV OV http://www.ov.ingv.it si discostano notevolmente da altre catalogazioni cui fanno riferimento uomini INGV OV quando pubblicano studi sulla sismicità del Vesuvio.

Un nuovo studio del 2016 (Bruno Massa 1, 2*, Luca D'Auria2, 3, Elena Cristiano2, Ada De Matteo1 1Dipartimento di Scienze e Tecnologie, Università degli Studi del Sannio, Italy, 2Sezione di Napoli, Osservatorio Vesuviano, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Italy, 3, Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Italy - Submitted to Journal: Frontiers in Earth Science (http://home.frontiersin.org/) in pubblicazione provvisoria il 14/11/2016, nel richiamare un altro studio a firma Massa, D'Auria, De Matteo pubblicato nel febbraio 2014 (The stress field beneath a quiescent stratovolcano: The case of Mount Vesuvius Journal of Geophysical Research: SolidEarth, published online 22/2/2014) , sfoggia delle catalogazioni dei terremoti vesuviani diverse da quelle che conosciamo pubblicate sul sito Ingv OV. Benché ufficialmente già interpellato sul punto con pec del 20.06.2016, INGV OV non ha mai chiarito la questione, omettendo di rispondere.

Ora, cercando di essere chiari ed utilizzando un linguaggio semplice, la questione è sempre la stessa: qual è il catalogo sismico ufficiale dei terremoti registrati al Vesuvio, completo di tutti i parametri quali frequenza, profondità, epicentro? La domanda può sembrare banale, ma non lo è.
Una delle prime richieste ufficiali fatte ad INGV OV riguardò proprio questo tema. Ottenemmo, dopo vittoria in Commissione di accesso, la pubblicazione del catalogo BKE aggiornato ma con dati assolutamente parziali (mancano frequenza, profondità, epicentro, etc.). Quel catalogo dimostrò quello che dicevamo da sempre: l'assoluta incompletezza del catalogo OVO non rappresentativo della totalità della sismicità vesuviana. INGV OV non aggiorna più quei cataloghi da oltre due anni.

 Ma veniamo al punto.
Dai due studi sopra citati, rileviamo l'esistenza di una serie di terremoti assolutamente inesistenti nel catalogo/banca dati Plinio che è quello che INGV OV aggiorna periodicamente sul sito e che trova riscontro nei bollettini mensili pubblicati. Dunque dovrebbe avere carattere di ufficialità.
A questo punto, confermiamo non solo la decisione di sospendere la pubblicazione del grafico relativo alla profondità dei terremoti del Vesuvio, ma avvertiamo espressamente che anche gli altri grafici che pubblichiamo che hanno come fonte il catalogo/banca dati Plinio vanno letti tenendo conto quanto di seguito verrà detto. Questo fino a quando INGV OV non si deciderà a pubblicare sul proprio sito web il catalogo sismico ufficiale (completo di tutti i parametri dei terremoti/eventi) relativo al Vesuvio.

Semplificando, eccovi il grafico delle profondità dei terremoti dal gennaio 1999 al 31 dicembre 2012 registrati al Vesuvio così come estraibile dal catalogo Plinio (sito INGV OV http://www.ov.ing.it).



Ed eccovi ora l'equivalente grafico (1999-2012) presente nello studio del febbraio 2014 sopra citato (pag.1183 rivista citata):
Qui in evidenza le profondità (notare gli eventi dopra il livello "0" e quelli sotto i 4km).


Un dato emerge molto chiaramente.
L'assoluta incongruenza delle profondità. Nel primo grafico pochi sono gli eventi sotto i 4 km di profondità, nel secondo si notano decine e decine di terremoti con profondità da 4km a scendere. Altro dato: in Plinio non esiste più traccia di terremoti registrati sopra il livello del mare, vale a dire, all'interno della struttura del Somma-Vesuvio. Invece, nel grafico del citato studio si nota una innumerevole quantità di terremoti registrati tra 0 ed 1km sopra il livello del mare.

Allora?
Siamo consapevoli che tutto dipende dal modello geologico di riferimento della struttura del Vesuvio e dalle relative formule matematiche che tengono conto delle diffErenti velocità di propagazione delle onde sismiche. Noi ci chiediamo solo una cosa: quale è il dato ufficiale? Il dr. La Rocca, nel più volte citato studio, riferiva di catalogazioni di terremoti prese dal catalogo sismico. Quale? Perché INGV OV non ci ha risposto alla Nostra PEC del giugno 2016? Perché non chiarisce una volta per tutte le questione?

E la differenza riguarderebbe anche le magnitudo, come dimostrato nel citato articolo e come emerge chiaramente dai grafici consultabili in questi studi ove notiamo terremoti con mtd pari o superiore a 2 a profondità maggiore di 4 km in numero notevolmente superiore rispetto a quanto risulta dal catalogo Plinio.

INGV finanzia l'Osservatorio Vesuviano per la tenuta del catalogo sismico del VESUVIO dal 1972 con fondi ordinari. Questo è quanto si legge nel piano triennale delle attività 2013-2015 INGV alla pag.138 ed in quello triennale 2014-2016 INGV alla pag.120. Dunque arrivano fondi all'OV proprio per tenere il catalogo sismico ( e non poteva essere altrimenti).

Come sempre chiunque volesse chiarire la vicenda, può scriverci e ne daremo debito conto.

Per ora ci fermiamo qui.
GD




12/06/2016

 by Giuseppe D'Aniello © 2016 - Tutti i diritti riservati
Aggiornamento del 23/06/2016
Rimuoviamo i collegamenti ai link degli eventi in quanto non rimandano più agli eventi segnalati a causa di un aggiornamento nel catalogo Plinio. Restano ferme le catalogazioni che abbiamo segnalato.

Inseriamo qui il link al download versione PDF terremoti Vesuvio periodo 2013 selezionato estratto dal catalogo Plinio sito INGV OV raggiungibile al seguente link  http://sismolab.ov.ingv.it/sismo/index.php?PAGE=SISMO/last&area=Vesuvio

Articolo del 12/06/2016
Tutto nasce dalla Nostra ventennale esperienza nell'osservazione dei terremoti registrati al Vesuvio.
Non segnaliamo mai nulla a caso.
Era il 23 gennaio 2016 ed in questa news cerchiavamo ed evidenziavamo un terremoto "anomalo", nel senso che trattavasi di evento ben visibile su tutte e tre le stazioni sismiche BKE, VCNE ed OVOHHZ nonostante la bassa ampiezza d'onda visibile su BKEV. La Nostra esperienza ci suggeriva che forse quello non era un evento "ordinario"; tuttavia non avevamo strumenti per confutare la catalogazione fatta da INGV OV che assegnava una MTD pari a 0.3, epicentro nell'area craterica e profondità pari a 1.96 KM. A questo link è visibile la catalogazione degli eventi ultimo anno come disponibile sul catalogo ufficiale INGV OV
Ma eccovi il sismogramma che postammo il 23.01.2016:



Ora sappiamo che non ci eravamo sbagliati, per nulla.

Abbiamo a disposizione catalogazioni differenti di quest'evento e di altri. Andiamo con ordine.

L'evento in questione è catalogato in maniera differente: MTD 1.1, profondità di circa 3.8KM, area craterica.

La nostra fonte? Molto, molto autorevole. Vi preannuncio che trattasi di personale INGV. Continuate a leggere e la scoprirete.

Ok. Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di un errore nel catalogo.

Purtroppo abbiamo la prova che non è così e che esistono tanti altri casi di sottostima delle profondità presenti nel catalogo Plinio e di differente assegnazione della MTD.

Altro esempio: terremoto dell'11 dicembre 2013 ore 09.21.29 secondi UTC. Catalogazione Plinio: mtd 1.1, 1.64 KM profondità, area cratere. Altra catalogazione: MTD 1.4, 3.8KM circa di profondità, area cratere.

Altro esempio: terremoto del 15 luglio 2013 ore 02.13.25 secondi UTC. Catalogazione Plinio: mtd 0.8, 0.23 KM profondità, area cratere. Altra catalogazione: MTD 1.2, 3.5Km circa di profondità, area cratere.

Altro esempio: terremoto dell'8 aprile 2013 ore 00.13.19 secondi UTC. Catalogazione Plinio: mtd 0.8, 0.48 KM profondità, area cratere. Altra catalogazione: MTD 1.2, 3.8Km circa di profondità, area cratere.

Altro esempio:
terremoto dell'11 marzo 2013 ore 02.14.44 secondi UTC. Catalogazione Plinio: mtd 0.8, 2 KM profondità, area cratere. Altra catalogazione: MTD 1.5, 3.8Km circa di profondità, area cratere.

Ne abbiamo altri, ma per non annoiare il lettore ci fermiamo qui, rimandando alla fine dell'articolo per la tabella completa.

Ovviamente le catalogazioni Plinio che abbiamo linkato corrispondono perfettamente a quelle presenti poi nei bollettini mensili. Dunque dovrebbero avere carattere di ufficialità. 

Sappiamo che tutto questo è sconcertante ed ha del clamoroso.

I più attenti avranno notato come in alcuni casi lo scarto di profondità sia anche di 3-4km circa. La cosa, ovviamente, non è assolutamente giustificabile.

Il problema che a questo punto si pone è questo: è vero o non è vero che la sismicità al Vesuvio degli ultimi anni è superficiale con eventi compresi tra 0-2KM, ed anzi, spessissimo tra 0 ed 1Km come è dato rilevare dai dati pubblicati su Plinio e nei bollettini? Che valenza hanno i bollettini ufficiali mensili rilasciati relativamente alla sismicità del Vesuvio? 

A prescindere dalla differente magnitudo assegnata, il dato della profondità è scientificamente importante e determinante.

Riproponiamo questo schema che mostra la struttura interna del Vesuvio che avevamo pubblicato un anno fa circa:



Sull'asse a sinistra la profondità in KM. Dire che i terremoti si verificano nella fascia 0-2km è cosa diversa dal dire che essi si verificano a 3-4km. Non vogliamo annoiare il lettore con argomentazioni troppo tecniche. Gli addetti ai lavori che ci leggono (e sono molti) sanno di cosa parliamo. Sappiate che è cosa diversa, molto diversa, dire che un terremoto del Vesuvio ha avuto una profondità di 1km dal dire che essa è stata, invece, di 3-4 km.

Ma, ripetiamo, qui non si vuole accusare alcuno di alterare o riportare scientemente dati non corretti nel catalogo pubblicato online e nei bollettini. La domanda che ci poniamo e che rivolgiamo al personale INGV che ci legge è:
quale catalogazione è quella effettiva e rispondente alla realtà?

Attendiamo una risposta pubblica o anche via mail che pubblicheremo sul sito.

A questo punto è giunto il momento di rivelarvi la Nostra fonte, quella delle "altre" catalogazioni che abbiamo sopra riportato.

Un anonimo? Uno studioso sconosciuto qualunque che ha dato i numeri?

Eh no, la Nostra fonte sono due eminenti sismologi che lavorano ad INGV Osservatorio Vesuviano; il primo dei due quale responsabile della rete sismica mobile, come si evince dalla pagina relativa al personale INGV OV. Trattasi del Prof. Mario La Rocca e del dr. Danilo Galluzzo, autori dello studio sui tremori registrati al Vesuvio. A questo link il Nostro speciale sui tremori che richiama lo studio.

Ora, è proprio da quello studio che abbiamo tratto le catalogazioni degli eventi. Purtroppo non possiamo pubblicare l'intero studio a causa dei diritti dell'opera detenuti dalla Elsevier (torneremo anche su questa vicenda), ma riteniamo che i dati ambientali ivi contenuti siano liberi come da disposizioni di Legge vigenti e Decreto Presidente INGV n.200/2016.

Il Prof. Mario La Rocca, dopo aver descritto le reti installate sul Vesuvio e monitorate da Osservatorio Vesuviano INGV,  ci dice che ha investigato il catalogo sismico disponibile ed ha selezionato alcuni terremoti intermedi (dai 3 ai 4,5 km circa) e profondi (dai 5 ai 6,5 km circa). Inoltre, nello studio, mostra di disporre anche di un catalogo dei tremori. Per inciso abbiamo più volte chiesto al precedente Direttore dr. Giuseppe De Natale ed anche al Commissario dr.Martini un catalogo dei terremoti LP, LF e/o VLP. Mai nessuna risposta. Ma proseguiamo nell'articolo.

Il prof. Mario la Rocca mostra anche una sezione della struttura interna del Vesuvio e colloca i terremoti a diverse profondità in base al metodo della differenza in secondi dei tempi di arrivo delle onde sismiche alle stazioni sommitali più vicine all'epicentro. Purtroppo dobbiamo entrare più nel tecnico ma è cosa necessaria. Dunque, per il calcolo della profondità dei terremoti  è possibile utilizzare un parametro noto (velocità di propagazione delle onde sismiche in un dato materiale) ed effettuare una sottrazione tra il tempo di arrivo delle onde S e P del terremoto in prossimità alla stazione più vicina all'epicentro. Lo spiega anche il prof. La Rocca nello studio de quo. Semplificando al massimo,  le onde P o primarie di un terremoto viaggiano a velocità superiore rispetto alle onde S (o secondarie). Le onde P sono le prime ad essere registrate, le S successivamente e, in caso di fluidi o magma, le onde S risultano assenti in quanto non in grado di attraversarli.
Dunque, come gli addetti ai lavori sanno, è proprio questo dato che consente la individuazione della profondità di un terremoto, una volta noti epicentro e natura - struttura del mezzo attraversato dalle onde. Nel caso del Vesuvio, il prof. La Rocca, mostra la seguente sezione molto chiara che mostra come, ad es., per differenze tra Ts-Tp di 1.1 secondi, la profondità di un terremoto, nel caso del Vesuvio, è di 3,8Km circa (dove Ts indica il tempo di arrivo delle onde S e Tp il tempo di arrivo delle onde P).
Vi mostriamo dapprima la tabella dei terremoti VT intermedi pubblicata nello studio La Rocca-Galluzzo citato:


Eccovi ora la sezione che mostra la struttura del Vesuvio pubblicata dal prof. La Rocca-dr. Galluzzo nel citato studio Volcanic tremor at Mt Vesuvius associated with low frequency shear failures
edito da Elsevier B.V., Rivista Earth and Planetary Science Letters, volume 442, 15 May 2016, pages 32-28 (link) :


Nello studio viene mostrata la tabella di eventi VT intermedi, tra cui gli eventi elencati sopra, collocati tra i 3-4,5 KM circa di profondità (pallini blu nella sezione sopra mostrata). Inoltre, viene pubblicata altra tabella di eventi vt profondi e tremori collocati tra i 5-6,5 KM circa di profondità (stelline rosse e pallini verdi).
Accanto alla profondità, a sx, è visibile una scala che mostra i valori del delta Ts-Tp in secondi correlati alla profondità.
Per differenze di 1.1 secondi Ts-Tp, la profondità è individuata a circa 3.8 KM; per differenze Ts-Tp di 0.5 secondi la profondità è individuata a circa 0,8KM e via discorrendo. A destra è indicato anche l'interessante dato di velocità di propagazione delle onde P in funzione della profondità.

Al Vesuvio, come confermato anche da altri studi che abbiamo letto (Bayesian Estimation of 2-D P-Velocity Models From Active Seismic Arrival Time Data: Imaging of the Shallow Structure of Mt.Vesuvius, Zolllo - D'Auria et. al in Geophys. J. Int. (2002), Seismic structure beneath Mt Vesuvius from receiver function analysis and local earthquakes tomography: evidences for location and geometry of the magma chamber, N. Piana Agostinetti and C. Chiarabba in Geophys. J. Int. (2008)
), la velocità delle onde P è minore nei primi 2KM di profondità circa, per poi divenire maggiore man mano che si procede in profondità fino ai 5Km, con una variazione che va dai 3 ai 7 KM al secondo circa.
Eccovi un'interessante sezione che mostra la struttura interna del Vesuvio con indicazione delle differenti velocità di propagazione delle onde P (tratta dallo studio sopra citato Agostinetti-Chiarabba):




Sarebbe interessante commentare ulteriormente gli altri studi citati e la sezione mostrata ma rischiamo di rendere troppo pesante la lettura. Proseguiamo oltre.

Esistono altri terremoti che lasciano pensare ad una profondità maggiore rispetto a quella assegnata nel catalogo Plinio.
 Così, applicando il criterio sopra descritto, ad esempio, l'evento del 10/05/2016 delle ore 03.34.37 secondi catalogato con mtd 1.2 e profondità 1.93KM, in base ai dati disponibili, ha un Ts-Tp di 0.97 alla stazione più vicina all'epicentro BKE e, in base alla scala mostrata dal prof. La Rocca, dovrebbe avere una profondità di circa 3KM. Così come l'evento con mtd 2.4 del 12 maggio 2016, con un Ts-Tp di 0.92 secondi alla stazione più vicina all'epicentro BKE, dovrebbe avere una profondità pari a 2.9 KM circa e non 2.14 come catalogato in Plinio.Gli esempi potrebbero essere molteplici. Tuttavia, mentre questi ultimi casi sono Nostre deduzioni sulla base di dati disponibili, quelli indicati nello studio sui tremori, provengono da una fonte ufficiale: personale INGV OV.

Ora, noi crediamo che sulla vicenda debba intervenire INGV Nazionale od il sezionale di Napoli a fare immediata chiarezza.

Noi, ripetiamo, siamo qui(mail) ed attendiamo un urgente riscontro.

Alcuni quesiti richiedono pronta risposta: ad esempio, quali le catalogazioni effettive su cui dobbiamo fare riferimento? Che valore dare, a questo punto, ai dati relativi alla sismicità del Vesuvio pubblicati su Plinio e nei bollettini? Esiste un altro catalogo dal quale il prof. Mario La Rocca ed il dr. Danilo Galluzzo, entrambi di INGV O.V. Napoli, traggono le catalogazioni presenti nello studio? Se si, come e dove reperirlo? E perché queste differenti catalogazioni? Perché non viene pubblicato il catalogo degli eventi LP/VLP/LF? Perché non viene pubblicato il catalogo dei tremori?

La comunità scientifica nazionale ed internazionale su quale catalogo deve fare affidamento?

Riteniamo che la questione non sia di poco conto, anzi.

In attesa di un riscontro, siamo come sempre aperti ai contributi che dovessero pervenire dalla comunità scientifica, nazionale ed internazionale, pronti a correggere eventuali errori, inesattezze od imprecisioni presenti in questo articolo.
Per ora, ci fermiamo qui.

Un saluto a tutti.
12/06/2016
GD