Eruzione eccentrica che distrusse buona parte di Torre del Greco.
In azione diverse bocche eruttive situate a 300 e 200 mt circa sopra il
livello del mare. Si aprì anche una frattura nel suolo in Torre
del Greco, località Capo Torre, che si estese fino al mare per
circa un chilometro, con notevole morìa di pesci a causa delle
esalazioni gassose velenose e ad elevata temperatura.
Molto interessante il racconto di Palmieri, 1880 (pp. 4 e 48).
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Nel 1861 essendosi aperte alcune
bocche di eruzione alle basse falde del Vesuvio, presso Torre del
Greco, il suolo di questa città si elevò per circa un
metro e mezzo di sopra del livello medio del mare, specialmente nella
contrada detta Capo Torre. Tutte le case quivi edificate, l'una dopo
l'altra crollavano sotto i nostri occhi senza che si avvertisse alcuna
commozione nel suolo sottoposto, il quale subiva una lenta elevazione,
per la quale si fendeva con isvolgimento di anidride carbonica ed altri
aeriformi e con frequenti segni di calore. Tutta questa ruina fu
compiuta dal lunedì mattino, 9 dicembre in cui si cominciarono a
vedere le prime lesioni, fino alla notte inoltrata del giorno seguente.
E mentre tutta la contrada di Capo Torre era distrutta, il resto della
città rimaneva intatta (...). Da questo sollevamento del suolo,
derivò senza dubbio, la caduta di quasi tutte le case di Torre
del Greco, edificate sulle lave del 1794. Al vedere una città
quasi distrutta, ognuno avrebbe sospettato un terremoto nel senso
ordinario della parola, ma invece le case si vedean crollare senza che
il suolo fosse sensibilmente agitato. Gli apparecchi sismici
dell'Osservatorio non indicavano scosse considerevoli".
Ecco una fotografia d'epoca che ritrae una delle bocche eccentriche attive durante l'eruzione del 1861.
Sullo sfondo in lontananza il Gran Cono del Vesuvio (fonte: Nazzaro, Il Vesuvio, Liguori editore).