CAMPI FLEGREI
Importante
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Non si assume alcuna responsabilità circa la interpretazione, prettamente amatoriale, data agli eventi. Si ribadisce, pertanto, che lo scopo delle pagine che leggete è quello di stimolare un approfondimento del problema Vesuvio. Gli autori di questo sito, pertanto, declinano ogni responsabilità per errori nella interpretazione dei sismi, trattandosi, si ripete, di indicazioni amatoriali e non scientifiche. Per informazioni scientifiche e non amatoriali rivolgersi all'Osservatorio Vesuviano.
Situazione
Il semaforo
riproduce in grafica lo stato attuale dei Campi Flegrei secondo
quanto dovrebbe essere riportato nel Piano di emergenza in corso di
redazione.
Verde=BASE, Giallo=ATTENZIONE, Arancione=PREALLARME, Rosso=ALLARME
_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Tempo origine (UTC) | Magnitudo | Latitudine N | Longitudine E | Profondità (km) |
---|---|---|---|---|
2015/12/12 14:04:18 | 0.3 | 40.8205 | 14.1345 | 1.00 |
2015/12/12 14:03:45 | 0.5 | 40.8240 | 14.1400 | 1.00 |
2015/12/03 16:35:50 | -0.1 | 40.8245 | 14.1430 | 0.64 |
2015/12/03 02:25:41 | -0.8 | 40.8240 | 14.1302 | 0.78 |
2015/12/03 02:24:26 | 0.2 | 40.8268 | 14.1295 | 0.89 |
2015/12/02 18:01:40 | -0.5 | 40.8220 | 14.1410 | 0.53 |
Tempo origine (UTC) | Magnitudo | Latitudine N | Longitudine E | Profondità (km) |
---|---|---|---|---|
2015/10/07 09:16:24 | 1.1 | 40.8233 | 14.1472 | 1.32 |
2015/10/07 09:10:50 | 2.5 | 40.8250 | 14.1503 | 1.53 |
2015/10/07 08:49:08 | 1.1 | 40.8237 | 14.1487 | 1.71 |
2015/10/07 08:13:51 | 2.3 | 40.8263 | 14.1465 | 2.26 |
2015/10/07 08:02:52 | 1.3 | 40.8232 | 14.1468 | 1.15 |
2015/10/07 07:59:16 | 1.1 | 40.8233 | 14.1483 | 1.08 |
2015/10/07 07:59:08 | 0.7 | 40.8243 | 14.1520 | 1.70 |
2015/10/07 07:54:13 | 2.0 | 40.8268 | 14.1483 | 2.25 |
2015/10/07 07:37:40 | 2.2 | 40.8260 | 14.1467 | 2.11 |
2015/10/07 07:31:33 | 1.9 | 40.8242 | 14.1478 | 1.75 |
2015/10/07 07:26:18 | 1.0 | 40.8272 | 14.1440 | 1.73 |
2015/10/07 07:24:55 | 1.2 | 40.8257 | 14.1465 | 1.52 |
2015/10/07 07:20:34 | 1.5 | 40.8247 | 14.1477 | 2.05 |
Napoli, 7 Ottobre 2015 ore 11:40
A partire dalle ore 07:20 GMT (9:20 ora locale) è stata registrata attività sismica in forma di sciame nell'area dei Campi Flegrei. Al momento il numero di eventi è di 31. La magnitudo massima è pari a 2.5. L'area interessata dallo sciame è quella di Pisciarelli-Solfatara. Le profondità degli eventi sono comprese tra i 2 e i 3 km sotto il livello del mare.
* * *
Stralcio tratto da una pubblicazione del 2013 (http://www.amracenter.com)
Formattazione testo a cura di Giuseppe D’Aniello per Meteovesuvio – Marzo 2015.
Cosa sta avvenendo al di sotto dei Campi
Flegrei
Autori: Lucia Civetta, Roberto Moretti, Giovanni Orsi, Ilenia
Arienzo, Massimo D’Antonio
Dati geologici dei Campi Flegrei sia di
superficie che di sottosuolo (quest’ultimi raccolti tramite perforazioni) e
dati geofisici evidenziano che la caldera dei Campi Flegrei – un’ampia
depressione prodotta da collassi correlati alle eruzioni di grande magnitudo
dell’Ignimbrite Campana e del Tufo Giallo Napoletano, avvenute rispettivamente
39.000 e 15.000 anni fa – è riempita da depositi piroclastici con intercalati
sedimenti marini e continentali fino ad una profondità di circa 2 km. Rocce più
dense, termometamorfosate, sature in fluidi bifase (acqua e gas) sono
localizzate tra 2 e 3 km di profondità. A profondità ancora maggiori, i risultati di un’indagine basata sulla
propagazione delle onde sismiche, la tomografia sismica di velocità,
suggeriscono la presenza del
basamento calcareo, a circa 5 km di profondità, e, a circa 8 km di profondità,
di uno strato caratterizzato da una bassa velocità di propagazione delle onde
sismiche, dello spessore di circa 1 km, interpretato come una zona parzialmente
fusa. Esso dovrebbe corrispondere al
serbatoio magmatico profondo identificato dagli studi petrologici sui prodotti
delle eruzioni flegree degli ultimi 15.000 anni, localizzato a circa 8-10 km di
profondità, e considerato parte del complesso sistema magmatico che ha
alimentato il vulcanismo recente dei Campi Flegrei (Figura 1). I magmi eruttati
ai Campi Flegrei hanno una composizione chimica e mineralogica variabile, che
si riflette in una variabilità del contenuto in SiO2, dal 52 al 62% in peso,
dei prodotti vulcanici. In accordo con i dati petrologici, negli ultimi 15.000
anni il sistema magmatico flegreo è stato caratterizzato da almeno due serbatoi localizzati a diversa
profondità (Figura 1): un serbatoio profondo (8-10 km), dove magmi di composizione meno differenziata, cioè meno
ricca in silice, risiedevano, cristallizzavano e degassavano, e da cui
raggiungevano la superficie terrestre risalendo lungo porzioni dei sistemi di
faglie e fratture a direzione NE-SO bordanti la caldera più recente dei Campi
Flegrei, o risalivano a minore profondità per formare uno o più serbatoi “superficiali” (4-5 km di profondità), dove
stazionavano e subivano ulteriori processi di differenziazione e di mescolamento
con magmi parzialmente cristallizzati, prima di eruttare. La parte ancora
attiva della caldera dei Campi Flegrei comprende, inoltre, un sistema
idrotermale ben sviluppato e attivo, le cui manifestazioni superficiali sono
concentrate nelle aree maggiormente interessate dal vulcanismo e dalla
deformazione negli ultimi 5.000 anni. Le manifestazioni più importanti sono
quelle di La Solfatara (Figura 2) e di Pisciarelli. Le perforazioni effettuate
negli ultimi decenni hanno inoltre evidenziato numerosi serbatoi geotermici tra 1 e 3 km di profondità, il più
profondo dei quali contiene fluidi salini ad alta temperatura (350-400°C).
È necessario che gli approcci puramente probabilistici, fondamentali nel
decidere le soglie caratteristiche del fenomeno di unrest siano accompagnati da
valutazioni deterministiche d’insieme delle variazioni osservate nei segnali
geofisici e geochimici all’interno di un’unica ipotesi di riferimento
compatibile con la dinamica degli ultimi 5.000 anni dei Campi Flegrei nota su
base vulcanologica oltreché storica.
L’applicazione di un’altra tecnica sismica, la tomografia sismica di attenuazione, ha
evidenziato la probabile presenza di un
piccolo volume di materiale parzialmente fuso (camera magmatica superficiale;
Figura 1) a 3-4 km di profondità al di sotto della porzione della caldera dei
Campi Flegrei che ha subito il massimo sollevamento durante il bradisismo del
1982-84, e che viene considerato da molti ricercatori il residuo del corpo
magmatico che si è intruso durante quell’evento. Questa interpretazione è in
accordo anche con le alte temperature
misurate nei pozzi geotermici, che registrano valori di circa 400° C a 3 km di
profondità, e con le composizioni dei fluidi emessi negli anni Ottanta a La
Solfatara e a Pisciarelli, caratterizzate da un elevato contenuto in gas
magmatici. Quest’ultima caratteristica è stata spiegata con la presenza di un
corpo magmatico sottostante in degassamento, che rilascia H2O, CO2 e gas acidi
nel sistema idrotermale, la cui base è a circa 2,5 km di profondità, Figura 1.
Sketch geo-vulcanologico del sistema magmatico alimentante l’eruzione di Agnano
Monte Spina (a), elaborato utilizzando i risultati delle tomografie sismiche
(b, c) per definire l’architettura del sistema magmatico dei Campi Flegrei.
Tale sistema può rappresentare un’utile approssimazione per ipotizzare scenari
presenti e futuri in cui il magma e i suoi gas interagiscono con il sistema
idrotermale. Figura 2. La Solfatara. (a) Sistema magmatico dell’eruzione di
Agnano Montespina (b) Tomografia sismica di velocità (c) Tomografia sismica di
attenuazione a condizioni di P e T vicine al punto critico dell’acqua. I fluidi
magmatici, mescolandosi con le acque meteoriche che in profondità sono sature
di CO2 e costituiscono la vera e propria componente idrotermale, generano una
plume ascendente di gas caldi che in risalita condensa vapore. Tali condensati
contribuiscono fortemente alla circolazione idrica sotterranea, dando origine
ad una falda che in parte emerge nella piana di Agnano. Bisogna sottolineare
che gli importanti flussi di CO2 misurati nell’area (in media 1.500 tonnellate
al giorno solamente a La Solfatara, per circa 0,5 km2 di estensione) mostrano
che l’intero processo è sostenuto da una
sorgente di fluidi difficilmente conciliabile con un piccolo serbatoio
magmatico sub-superficiale, come dedotto dalle analisi delle
deformazioni del suolo e delle variazioni gravimetriche registrate negli anni
1982-85, dai risultati delle indagini della tomografia sismica di attenuazione
e da dati isotopici e calcoli termodinamici. Tutti questi studi hanno suggerito
che l’intrusione magmatica superficiale
responsabile dell’evento bradisismico del 1982-85 avesse un volume di circa
2,1x10^7 m3, fosse satura in componenti volatili e presentasse una fase
gassosa essolta, tale per cui la sua densità sarebbe stata di circa 2.000 kg
m-3. Sulla base degli stessi dati, si ritiene che tale intrusione fosse già
largamente cristallizzata 20-30 anni dopo la sua messa in posto, dopo essere
stata la sorgente dei gas immessi nel sistema geotermale, e avere contribuito
significativamente con il suo degassamento alle emissioni fumaroliche.
Utilizzando quale contenuto iniziale di gas dell’intrusione magmatica del
1982-85, il contenuto in gas determinato per i magmi alimentanti le eruzioni
flegree delle ultime migliaia di anni, quali ad esempio quella di Agnano-Monte
Spina avvenuta 4.600 anni fa, sono state calcolate quantità e composizione
chimica dei gas essolti durante il progressivo raffreddamento e
cristallizzazione. Tale processo dovrebbe aver prodotto gas progressivamente
impoveriti in CO2 e arricchiti in H2O, H2S e SO2 (quest’ultimo facilmente
rimosso dal sistema idrotermale). Tuttavia il
chimismo attuale delle fumarole non fornisce riscontro a questa evoluzione, pur
mostrando variazioni ascrivibili a un ingresso di nuovi gas magmatici.
Quanto descritto dimostra che, benché il corpo magmatico superficiale debba
avere avuto un’azione importante nell’iniettare gas nel sistema idrotermale
sovrastante e nelle fumarole, il solo suo degassamento non riuscirebbe a
spiegare le caratteristiche composizionali delle emissioni fumaroliche di La
Solfatara e le relative variazioni temporali. Esse sarebbero coerenti con il coinvolgimento di almeno due
sorgenti di degassamento magmatico che differiscono in ubicazione (superficiale
e profonda), dimensioni e storia di raffreddamento/cristallizzazione,
operanti dopo la messa in posto del corpo magmatico superficiale. La diversa
solubilità dei gas in questi due corpi (essenzialmente a causa delle differenze
di carico, temperatura e grado di cristallizzazione) fa sì che il corpo superficiale dovrebbe essere stato periodicamente infiltrato
e “ricaricato” da gas ricco in CO2, di provenienza profonda. L’implicazione che ne deriva è che il contributo alle fumarole dalla
sorgente magmatica superficiale, in via di cristallizzazione, deve essere
diminuito progressivamente fino a diventare trascurabile, lasciando, durante
gli ultimi anni, il solo contributo della sorgente più profonda, che
probabilmente coincide con il grande serbatoio magmatico localizzato a 8 km di
profondità al di sotto della caldera dei Campi Flegrei. Un tale
processo si manifesta nel diverso pattern mostrato dopo l’anno 2000 dalla
composizione dei gas fumarolici, dal continuo aumento della frazione dei gas
magmatici emessi, e potrebbe essere compatibile con la dinamica dell’unrest in
atto, marcata da un lento ma continuo sollevamento del suolo.
Nell’ambito di una tale evoluzione, la domanda da porsi per ipotizzare
possibili scenari futuri è: «Qual è il
destino del corpo magmatico superficiale che ha probabilmente causato
l’episodio bradisismico del 1982-85 ai Campi Flegrei?».
Gli scenari possibili sono tre:
1.
Persistenza del solo degassamento profondo: il corpo magmatico superficiale,
messo in posto all’inizio del 1982 a circa 4 km di profondità, da quel momento
ha iniziato a cristallizzare e degassare, e ha alimentato il sistema
idrotermale con una miscela di gas di composizione variabile. Dopo circa 30
anni esso è completamente cristallizzato, e il sistema idrotermale è alimentato
solamente e direttamente dai gas profondi rilasciati dal magma localizzato a 8
km di profondità (Figura 3).
2. Il corpo magmatico superficiale
cristallizzato, subisce una rifusione a causa dell’arrivo dei gas profondi (in
funzione del loro flusso e della loro entalpia) e il suo degassamento, una
volta rifuso, alimenta il sistema idrotermale sovrastante. Tale scenario
prevede che la sorgente della deformazione attuale sia a 4-5 km di profondità,
e sul medio-lungo termine il ritorno a un chimismo dei gas delle fumarole
simile a quello del 1982-85.
3.
Magma del serbatoio profondo, localizzato a 8 km di profondità al di sotto dei
Campi Flegrei, risale verso il corpo magmatico intruso a relativamente bassa
profondità, parzialmente o totalmente cristallizzato. Anche in questo caso, sul
medio e lungo termine, si prevede il ritorno a un chimismo dei gas delle
fumarole simile a quello del 1982-85.
Va considerato che dati petrologici sui
prodotti delle eruzioni flegree mostrano che queste, nella maggior parte dei
casi, avvengono dopo episodi Figura 3. Sketch dello scenario che prevede
degassamento profondo (da 8 km) e risalita dei gas attraverso l’intrusione
magmatica superficiale cristallizzata e permeabile (modificata da Zollo et al.
(2008). di arrivo di nuovo magma profondo ricco in gas e susseguente
mescolamento con magmi residenti nel sistema superficiale. Questo dato potrebbe
suggerire che l’arrivo a circa 4-5 km di profondità di un magma profondo, e il
mescolamento con il magma cristallizzato residente, potrebbero innescare una
nuova eruzione. Questi tre scenari hanno implicazioni estremamente contrastanti
per la pericolosità vulcanica, e possono essere valutati al meglio considerando
i relativi segnali geofisici che dovrebbero essere generati. Ad esempio,
anomalie gravimetriche relative all’arrivo di una nuova massa di magma sono
possibili solo nello scenario 3, mentre gli scenari 1 e 2 potrebbero benissimo
richiedere tassi di sollevamento del suolo relativamente bassi rispetto a
quelli osservati durante la fase iniziale dell’evento bradisismico del 1982-85.
D’altro canto, le anomalie geochimiche possono trovare immediato riscontro
all’interno di tutti questi scenari, tenendo conto delle sorgenti di fluidi a
diversa profondità, menzionate in precedenza.
Per concludere,
risulta importante che gli approcci puramente probabilistici, fondamentali nel
decidere le soglie caratteristiche del fenomeno di unrest (ad esempio, unrest
idrotermale verso unrest magmatico), siano accompagnati da valutazioni
deterministiche dell’insieme delle variazioni osservate nei segnali geofisici e
geochimici all’interno di un’unica ipotesi di riferimento compatibile con la
dinamica recente (ultimi 5.000 anni) dei Campi Flegrei, nota su base
vulcanologica oltreché storica.
SPECIALE EVENTO DEL 30-10-14
31/10/14
CAMPI FLEGREI
L'Osservatorio ha pubblicato il bollettino settimanale relativo al periodo 21-28 ottobre.
Si evidenzia la registrazione di 14 ettremoti concentrati per lo più
nello sciame del 25 ottobre e la ripresa del sollevamento del suolo.
Nulla è detto sulla geochimica. Sarà curioso vedere, col rilascio del
prossimo bollettino, cosa sta accadendo al sollevamento del suolo e,
soprattutto, come verrà descritto l'evento di mtd 1.9 di ieri che ha
avuto una forma d'onda stranissima. Si nota, infatti, dapprima un
evento improvviso durato pochi secondi, poi una pausa di 4 secondi
e l'evento cui è stata attribuita la mtd di 1.9. La popolazione, come
si legge nell'articolo che postiamo qui,
ha avvertito i due eventi distinti e separati. Lascia perplessi come il
primo segnale non abbia una fase discendente di distribuzione omogenea
dell'onda, ma praticamente termini d'un colpo. Lo si può osservare nel
dettaglio qui allegato. Potrebbe trattarsi di un cattivo funzionamento
del sismografo? Oppure si deve dar credito all'articolo che parla di
due eventi distinti? L'Osservatorio, in effetti, cataloga due eventi:
uno di mtd N.D. alle ore 12.45.47 e, dopo 4 secondi, quello con mtd
1.9. Il primo è forse un'esplosione? Ripetiamo, sorprende il vuoto
asosluto di segnale tra i due eventi e le nostre sono semplici
supposizioni. Eccovi uno zoom dell'evento:
Attendiamo il prossimo bollettino per avere delucidazioni.
Ore 14.05
CAMPI FLEGREI - Probabile terremoto di media intensità.
Alle
ore 13.54 locali è stato registrato dal sismografo della stazione STHV
dell'Osservatorio Vesuviano un evento ai Campi Flegrei che sembra
essere di intensità superiore a quelli registrati negli ultimi periodi.
Lesistenza di un vuoto temporale nella registrazioen dell'evento ci fa
essere cauti circa l'attribuzione del segnale ad una effettiva onda
sismica. Tuttavia, se di terremoto si tratta, è evidente che esso si
discosta, per intensità, dagli ultimi terremoti rilevati ai Flegrei.
Nessuna catalogazione da parte dell'Osservatorio, per ora.
Riportiamo qui il sismogramma evento.
Ore 14.30
Mentre scrivavamo la news l'Osservatorio ha catalogato l'evento come terremoto di mtd 1.9 con profondità a 1.8 km circa. L'evento è stato localizzato in zona Solfatara. Riportiamo a questo link la catalogazione fatta dall'Osservatorio.
Seguiremo
la situazione passo passo. Ricordiamo che i Flegrei sono in fase di
attenzione e che non esiste un piano di evacuazione operativo per la
popolazione. Ricordiamo ancora che il medesimo Osservatorio
Vesuviano si trova in zona rossa Flegrei e che dovrebbe essere evacuato
in caso di riattivazione del vulcano flegreo.
Questa è l'Italia.
L'Osservatorio è anche in ritardo con la pubblicazione del Bollettino settimanale dei Flegrei periodo 21-28 ottobre.
Ore 15.30
Pubblichiamo qui il grafico della magnitudo dei terremoti Flegrei
storico dal 2000 al 2014. L'evento di oggi è uno tra i più energetici e
si inserisce in un quadro complessivo di ciriticità che richiede la
massima attenzione.
Aggiornamento ore 19.45
Pubblichiamo
qui la nuova catalogazione degli eventi effettutata dall'Osservatorio.
Troviamo altri eventi di piccola magnitudo registrati in adata odierna.
Settembre 2014
Proseguono le anomalìe registrate nei mesi scorsi con sollevamento del suolo e significative concentrazioni di gas magmatici nelle fumarole, soprattuto quella dei Pisciarelli dove lo stato dei luoghi mostra evidenti e significativi cambiamenti con aumento dei campi fumarolici e temperature delle fumarole in aumento. Riportiamo i link ai bollettini mensili dei vulcani Campani che sono gli unici dove l'Osservatorio rilascia i dati della geochimica.
AGOSTO 2014
03/08/2014 - Registrati nuovi terremoti al vulcano Campi Flegrei. Gli eventi, ben visibili nel sismogramma,
sono stati registrati alle ore 18 e 26 secondi circa. E' chiaramente
visibile un evento seguito da altri due. Non escludiamo che siano in
atto altri eventi non facilmente visibili sul sismogramma reso
disponibile dall'Osservatorio. Rimaniamo in attesa delle catalogazioni.
Riportiamo qui il sismogramma di probabili eventi che hanno preceduto le scosse sopra evidenziate.
Seguiremo passo passo la situazione. Seguiteci anche sulla pagina Facebook: METEOVESUVIO
LUGLIO 2014
GRAFICO SOLLEVAMENTO SUOLO A GIUGNO 2014 - Fonte Osservatorio Vesuviano - Bollettino Luglio 2014
APRILE 2014
10.4.14 L'Osservatorio Vesuviano ha pubblicato il bollettino settimanale dei Campi Flegrei (datato 8-4-14).Ecco perché la situazione ai Campi Flegrei richiede massima attenzione.
Proponiamo un primo grafico storico che mostra l'andamento del sollevamento del suolo registrato a Pozzuoli (Serapeo= Tempio di Serapide) dall'anno 1905 al luglio 2009. Il grafico, che si presta ad un'agevole lettura, mostra come è in atto un fenomeno di lungo periodo di sollevamento del suolo. In esso si evidenziano le crisi sismiche cui corrispondono fenomeni di sollevamento. Il grafico non tiene conto degli incrementi registrati dal 2009 all'oggi che si possono riassumere nell'ordine di circa 18-20 cm e, quindi, di grandezza di molto inferiore rispetto alle crisi sismiche degli anni 70 ed 80 (fonte grafico: Del Gaudio et al., 2010). Tuttavia, i recenti sciami sismici (settembre 2012 e marzo 2014) potrebbero preannunciare una ripresa piu consistente dell'attività di sollevamento del suolo.
Ora, il grafico in questione va posto a confronto con quello seguente (periodo 1980 al 2014) relativo all'emissione di CO2 , generalmente associata alla presenza di magma. E' evidente che i valori di concentrazione hanno ampiamente battuto i record registrati dal 1982 ad oggi. La fase di sismicità attuale, dunque, pur essendo di intensità inferiore agli sciami degli anni 70 ed 80, con fenomeni di sollevamento del suolo più contenuti, è associata all'insorgere di concentrazione di gas magmatici in misura superiore. Senza contare l'insorgere del nuovo campo fumarolico in località Pisciarelli di cui si può leggere un'ampia analisi nel bollettino dell'Osservatorio Vesuviano di marzo 2014.
Non è un caso che ai Campi Flegrei si è a livello di emergenza 1 (Giallo-Attenzione)(fonte grafico: Bollettino mensile marzo 2014, Osservatorio Vesuviano).
Ci limitiamo, in questa sede e per quanto è possibile comprendere, a riportare quanto emerge dai dati, senza pretesa di volerne trarre alcuna conseguenza. Lo scopo è sempre e solo quello di informare con linguaggio comprensibile a TUTTI i cittadini, siano essi addetti ai lavori o meno.
Sul punto, per chi volesse approfondire, occorre contattare, ovviamente, l'Osservatorio Vesuviano.
MARZO 2014
ATTENZIONE: SCIAME SISMICO CON BOATI AI CAMPI FLEGREI.Febbraio 2014
Guardate il grafico che segue. Dal 2000 è in atto un sollevamento del suolo che si accompagna a variazioni significative nella componente chimica dei gas fumarolici (in paritocolare aumento della componente CO2 ed altri). La CO2 è tipico gas che evidenzia la componente magmatica delle fumarole. Inoltre, in località Pisciarelli, sono spuntate da qualche anno alcune nuove fumarole con emissione di gas e fanghi. Vedasi video in pagina multimedia.
Si rimanda al bollettino dei vulcani campani del novembre 2013.