VESUVIO: LA SEQUENZA SISMICA DI FINE NOVEMBRE, INIZI DICEMBRE 2018. I NUMERI, LE CAUSE
8/12/18
by Giuseppe D'Aniello © 2018
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Avv. Giuseppe D'Aniello, il sito web METEOVESUVIO,
l'indirizzo web http://meteovesuvio.altervista.org
Il giorno 28 novembre,
mentre il Vesuvio proseguiva nella sismicità abbastanza
ordinaria degli ultimi anni, accade qualcosa che cambia,
repentinamente, questo andamento.
A partire dalle 13 (14 locali) ci accorgiamo che
dei segnali sismici "anomali" sono comparsi sui sismogrammi delle
stazioni sismiche del Vesuvio. Abbiamo accumulato negli anni una
notevole esperienza nella osservazione dei sismogrammi ed
interpretazione di ciò che osserviamo e quindi abbiamo da subito
compreso che qualcosa non andava. Ci siamo allertati ed abbiamo
contattato la Direzione INGV OV via mail chiedendo spiegazioni circa la
natura di quegli eventi. La sera del 28 la Direttrice INGV OV dr.ssa
Francesca Bianco confermava che, benché stessero ancora studiano
a fondo gli eventi, si era trattato di eventi a bassa frequenza (4HZ)
con profondità approssimativa intorno ai 6km da inquadrare negli
eventi di cui allo studio La Rocca - Galluzzo del 2016. Come noto alla
Direzione INGV OV ci eravamo già interessati di quello studio,
anzi. Come i Nostri lettori sanno, vi dedicammo questo articolo.
Orbene, nello studio in parola vengono analizzati terremoti a bassa
frequenza come quello del 28 e li si identifica come "tremore non eruttivo". Non
vogliamo stare qui a ribadire l'enorme importanza dello studio di
questo tipo di eventi nei vulcani in quanto abbiamo già dedicato
spazio a tale argomento. Sappiate che i terremoti a bassa frequenza od
LF (nelle varie sottocategorie care alla comunità scientifica
LP/VLP ed anche misti VTLF) sono differenti dai tipici terremoti
vulcano-tettonici (meglio noti come VT, HF high frequency) registrati nei vulcani e
nel Vesuvio in particolare.
La differenza tra i due tipi di terremoti sta, sostanzialmente, nella
causa che li origina: gli LF sono strettamente legati a movimenti di
magma o liquidi. Questo dice la letteratura scientifica.
Ora, torniamo alla sequenza sismica partita il 28 e terminata, al momento, il 3 dicembre.
Nel mentre il Vesuvio faceva registrare tipici eventi di tipo VT e a
profondità confinate per lo più nei primi 500 metri di
profondità, dopo, ribadiamo, DOPO gli eventi LF del 28 (che
sappiamo essere stati sei dall'ultimo bollettino menisle INGV OV), parte
una sequenza sismica rilevante con eventi nettamente più
profondi rispetto a quanto osservato ordinariamente.
Qui apriamo una breve chiosa: se le crisi sismiche passate (compresa
quella del 1999) erano ordinarie, perché mai un vulcanolo super
esperto e specializzato nel Vesuvio, per anni con una cattedra di
Vulcanologia alla Federico II di Napoli, nonché già
Direttore dell'Osservatorio Vesuviano, oggi Prof. Emertio alla Federico
II doveva essere così preoccupato nell'ottobre 1999? Guardate ed
ascoltate cosa dice il Porf. Giusepep Luongo in questo video esclusivo.
Evidentemente qualla sismcità non era ordinaria. E lo confermano anche altri studi scientifici che abbiamo letto.
Ora snoccioliamo due dati che confermano come quanto accaduto dal 28
novembre al 3 dicembre non rientra nella cd. "sismcità di fondo"
del Vesuvio e questo senza voler dire che la sequenza costituisca
un'anomalìa significativa o che essa possa essere paragonata alle
grandi crisi sismiche del Vesuvio degli anni 1995-96 o 1999-2000. Affatto.
ESAME SEQUENZA
Dunque, alle 13 circa UTC del 28 novembre viene registrato un evento a
bassa frequenza che sappiamo ora essere con certezza un "tremore".
Fino alle ore 24 del 28 novembre, nel periodo 1-28 novembre, erano
stati localizzati 58 eventi VT con profondità media di 0.3km e
magnitudo media (conteggiando solo eventi con md > 0.0) pari a 0,45
circa. Nei giorni 29 e 30 novembre
vengono localizzati e catalogati 37 eventi con md media pari a 0,64 e
profondità media pari a 1,78 km circa. Quindi il 43% in
più circa come valore medio delle magnitudo e circa sei volte in
più per la profondità, sei volte il valore medio 1-28
novembre. Il primo dicembre visualizzaimo sui tracciati alle ore
5.10 UTC altre onde sismiche che riteniamo avere natura non ordinaria
(vedere Nostre news). Evidenziamo sui sismogrammi alcuni segnali che ci
sembrano eventi LF e contattiamo di nuovo la Direzione INGV OV per
avere chiarimenti sulla loro natua: ad oggi nessuna risposta. In quella
giornata, alle ore 10.11.08 sec. UTC,
viene registrato sui sismogrammi un segnale sismico tra i più
forti che a Nostra memoria abbiamo mai visto alla stazione OVO
e, basandoci sempre sulla Nostra consolidata esperienza, lanciamo una
news evidenziando tale circostanza supponendo che l'evento avesse
potuto raggiungere una MD pari a 3.0. Ma quell'evento fu catalogato
dapprima con md 1.8 e poi 2.0 da INGV OV in via preliminare. Al momento
quella è l'ultima catalogazione disponbile dell'evento. Abbiamo
dunque commesso un grossolano errore di valutazione oppure c'è
da aspettarsi qualche modifica in sede di revisione? Ricordiamo che
INGV OV pubblica la magnitudo duration. Vedremo.
Ma torniamo alla sequenza.
Dunque, visto che INGV OV si ostina a non pubblicare almeno un
elenco degli eventi LF, nel database Plinio non troveremo gli LF
del 28 e quelli probabili del 1 dicembre. Ciò detto, la
sequenza proseguirà nei giorni dall'1 al 3 dicembre
facendo registrare i seguenti numeri (dati preleiminari, quindi
potrebbero mancare altri eventi in corso di inserimento da parte di
INGV OV, riviste md e profondità): 58 terremoti con md media pari a 0,68 e profondità media pari a 1,48km circa. Valgono le considerazione di cui sopra circo lo scostamento di questi dati dalle medie 1-28 novembre.
Ma le medie 1-28 novembre sono un valido termine di confronto? Certo. Snocciolando sempre dati statistici vien fuori che:
profondità media eventi Vesuvio anno 2017: 0,37km
profondità media anno 2018 (1-28 novembre): 0,3km.
Stesso discorso anche per il 2016, 2015.
Torniamo alla sequenza.
Dopo il 3 dicembre, quindi a partire dal 4, tutto torna nella normalità;
una media delle profondità pari a 0,26km (escludendo un evento
dato a 4 km) ed una magnitudo media pari a 0,5 circa (escludendo sempre
gli eventi con md negativa).
Analizzando poi questo grafico delle profondità LIVE che
pubblichiamo in home page, oltre a "leggere" chiaramente quanto detto
sopra, emerge un altro dato sul quale riflettere. La sismicità
più profonda ha escluso quella superficiale. Cioè sono
ben evidenti due sacche vuote con pochissimi eventi molto superficiali
concomitante agli eventi più profondi.
Quindi, tirando le fila del discorso, la sequenza sismica del 28
novembre - 3 dicembre registrata al Vesuvio è consistita di 95
terremoti di tipo VT, almeno 6 a bassa frequenza (4hz).
Le profondità media dei VT è stata di 1,7km circa, mentre
quella degli LF pari a 3-5 km (come da ultimo bollettino). Nella prima
decade del gennaio 2019 sapremo se anche il primo dicembre sono stati
registrati tremori LF. Perché gennaio? Perché forse nel
mensile INGV OV ci darà notizia di questi eventi.
Per tutti i soloni che intervengono a sproposito sui cd. "social"
minimizzando o cercando di ridicolizzare chi invece, giustamente, si
preoccupa di fronte ad una sequenza sisimca del genere, vogliamo
ricordare che i precursori sismici attesi al Vesuvio non
necessariamente saranno caratterizzati da eventi forti, anzi.
La cosa che ci sdegna molto è che a volte ci è capitato
di leggere commenti di "esperti" con tanto di laurea in geologia in
tasca IGNORARE completamente la letteratura scientifica esistente sul
punto. Per non parlare disoggetti che si definiscono "della Protezione
civile" che "fingono" (dobbiamo supporre) di non conoscere manco cosa
dice il Dipartimento e cosa dicono gli studi commissariati dal
Dipartimento sul Vesuvio e sugli scenari di rischio attesi. Un fatto di
una gravità assoluta sia nel caso si tratti di ignoranti nel
senso pieno della parola sia che si tratti di soggetti che "fingono" di
non sapere.
Rinviamo, a titolo solo di esempio, a questo Nostro articolo
dove esaminiamo uno studio di un noto vulcanolgo, massimo esperto del
Vesuvio sui precursori sismici attesi: il prof. Roberto Scandone.
Ancora: raccomandiamo vivamente a tutti ed in particolare a questi "personaggi" di leggere questo Nostro articolo del 2017 dove parliamo dei tempi di innesco delle eruzioni del Vesuvio. Soprattutto da vedere ed ascoltare il video linkato nell'articolo dove intervengono il dr. De Vito di INGV OV e il dr. Diago Perugini, dell'Università di Perugia.
LA CAUSA DEGLI EVENTI LF E IL BOLLETTINO DI NOVEMBRE 2018
Ora, abbiamo detto che gli eventi LF a bassa frequenza sono
associati a movimenti di magma fluido (non necessariamente
verticali ma anche orizzontali), parzialmente cristallizzato e/o
fluidi.
Ma cosa ha detto INGV OV a tal proposito nel bollettino di novembre? Quale la causa? Ecco cosa leggiamo: " Questo tipo di segnali, per quanto raramente, è già stato registrato in passato al Vesuvio e
potrebbe essere associabile a meccanismi di frattura in volumi focali dalle diverse proprietà
meccaniche (La Rocca e Galluzzo, 2016)"
Dunque "raramente" vengono registrati al Vesuvio. E la causa? Il segnale "potrebbe" essere associabile a "a meccanismi di frattura in volumi focali dalle diverse proprietà
meccaniche".
Ma cosa induce questa frattura catturata dai sismografi negli eventi LF? Non viene detto. La causa non viene detta.
Ma cosa c'è scritto nello studio La Rocca- Galluzzo del 2016?
Vi riportiamo il testo di uno stralcio delle conclusioni dove si fa riferimento alla causa di questi eventi:
Torneremo sull''argomento.
Per ora ci fermiamo qui.
Un saluto a tutti
8/12/2018
Giuseppe D'Aniello, Boscoreale (NA)