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I TERREMOTI A BASSA FREQUENZA REGISTRATI AL VESUVIO
LOW FREQUENCY EARTHQUAKE VESUVIUS LP LF LON PERIOD
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errori/omissioni/imprecisioni. Grafici realizzati a scopo illustrativo
ed amatoriale.
Per info di carattere scientifico rivolgersi a Osservatorio Vesuviano
SPECIALE ESCLUSIVO
SCIAME DI TERREMOTI A BASSA FREQUENZA AL VESUVIO NELL'APRILE 2013
ULTERIORI TERREMOTI LP NEL LUGLIO 2003, MAGGIO E NOVEMBRE 2012, NOVEMBRE 2014, Febbraio 2016
23/02/2016 SPECIALE SULLO SCIAME LF AL VESUVIO
L'Osservatorio Vesuviano INGV, sul sito web ufficiale ed istituzionale,
alla seguente pagina dedicata all'attività recente del Vesuvio,
nel commentare un grafico sulla sismicità aggiornato a tutto il
primo semestre 2013, così conclude: "Le
caratteristiche spettrali degli eventi sismici, i meccanismi focali e
la forma d'onda sono tali da far attribuire il meccanismo sorgente a
fenomeni di fratturazione delle rocce. Tali eventi si definiscono
vulcano-tettonici e non sono direttamente associati al movimento di
masse magmatiche."
Eccovi stralcio della pagina (le freccette nere e le evidenziazioni sono Nostre, ovviamente):
Dunque, nessun evento a bassa frequenza (LP o LF) registrati al
Vesuvio fino al primo semesetre 2013 che possa essere associato al
movimento di masse magmatiche, stando a quanto dichiarato sul sito OV.
Avevamo preparato da tempo un articolo sui terremoti LP registrati al
Vesuvio. Ma dopo la lettura del rendiconto del primo semestre 2013,
ottenuto solo grazie alla vittoria legale contro INGV e DPC,
abbiamo dovuto riscrivere il tutto. Rimettiamo il famoso link che il DPC aveva fornito in corso di giudizio sostenendo
che quei rendiconti erano pubblici. Vi abbiamo rinvenuto solo
pochi dei rendiconti che DPC ci ha inviato. Ad esempio, mancano
quelli del 2013 e del 2014.
Procediamo con ordine.
Leggiamo insieme le parole del dr. Prof. Paolo Capuano (noto e stimato sismologo-vulcanologo con numerose collaborazioni INGV)
che ci parla e descrive i vari tipi di terremoti dei vulcani.
Concentrate l'attenzione sui terremoti LP (Long Period) od LF (Low
Frequency).
Estratto da articolo a cura del dr. Paolo Capuano (formattazione Nostra) pubblicato sulla rivista Ambiente Rischio Comunicazione 5 – febbraio 2013 (AMRA)
"[...] Le tipologie
più frequenti e riconosciute di eventi che si verificano in aree
vulcaniche sono: 1) eventi ad alta frequenza (HF, high frequency) che
hanno caratteristiche simili a quelle dei terremoti da fratturazione
delle rocce e pertanto sono anche detti vulcano-tettonici (VT); 2)
tremore vulcanico; 3) eventi a bassa frequenza (LF, low frequency, o
LP, long period) con la sottocategoria di quelli a frequenza molto
bassa (VLP, very long period); 4) esplosioni.
1. Gli eventi vulcano-tettonici (VT) sono molto simili ai terremoti
tettonici, con fasi sismiche ben definite, ed il processo che li
genera, la fratturazione di taglio delle rocce, è ben compreso.
Lo studio di questi terremoti è utile per determinare le
caratteristiche dello stato in cui si trova il vulcano e possono, in
alcuni casi, essere utili nell’individuare migrazioni del magma
verso la superficie. Talvolta, tra gli eventi VT, si osservano
caratteristiche della sorgente anomale (cosiddetti meccanismi
“non doppia coppia”), che indicano una maggiore
complessità del processo di genesi dei terremoti.
2. Il tremore vulcanico è il più caratteristico dei
segnali sismici registrati sui vulcani attivi. Il tremore, quasi
continuo, è generalmente caratterizzato da una banda di
frequenza limitata (0,5-5 Hz) quasi monocromatica ed una durata lunga
(ore, giorni, settimane) rispetto agli eventi VT (decine di secondi).
Il tremore, associato a variazioni di pressione di poro legate alla
liberazione di gas in un magma o alla fusione delle rocce, è
quindi una risposta del sistema vulcanico ad una eccitazione sostenuta
nel tempo.
3.
L’attività sismica a bassa frequenza LP (1-5Hz), insieme
al tremore vulcanico, è stata ampiamente osservata in relazione
alle attività magmatiche e idrotermali in aree vulcaniche ed
è stata riconosciuta come un fenomeno precursore per
l’attività eruttiva [2], tanto da diventare il
Santo Graal della sismologia vulcanica. La forma d’onda degli
eventi LP è caratterizzata da semplici oscillazioni armoniche
smorzate, tranne che per un breve intervallo di tempo alla comparsa
dell’evento (Figura 1). Questa firma caratteristica è
comunemente interpretata come dovuta alla pressurizzazione di fluidi
nei condotti vulcanici, in risposta ad un’eccitazione localizzata
nel tempo. A differenza degli eventi VT, non è possibile
localizzare questa sismicità con metodi convenzionali a causa
dell’assenza di fasi impulsive. Gli eventi LP sono
particolarmente importanti nella quantificazione dei processi vulcanici
e idrotermali, poiché consentono di ricostruire le
proprietà del sistema sorgente di questi eventi e quindi lo
stato di criticità del sistema vulcanico.
4. Le cosiddette esplosioni vulcaniche, cioè onde che si
propagano anche nell’aria, caratterizzano il comportamento di
alcuni vulcani, come Stromboli; sono state studiate negli ultimi anni
con l’utilizzo di microfoni infrasonici o sensori di pressione,
ad integrazione di reti sismiche. Infatti, le onde acustiche in
atmosfera sono poco influenzate da effetti di propagazione come lo sono
le onde sismiche nel terreno. Quindi, i dati acustici danno una visione
più diretta di alcuni processi esplosivi ed eruttivi.
Il tentativo di classificazione in base al contenuto in frequenza
(Figura 2), può descrivere bene il comportamento di ogni singolo
vulcano, ma non vincola necessariamente eventi simili in due diversi
vulcani ad essere causati dagli stessi meccanismi fisici. In ogni caso,
la comprensione dell’origine
degli eventi LP e del tremore è di importanza critica
poiché le eruzioni vulcaniche, generalmente, sono precedute ed
accompagnate da questo tipo di sismicità che quindi può
fornire informazioni utili per una previsione a breve termine."
Queste le parole del vulcanologo Capuano.
Dunque, tornando al Nostro tema, i terremoti LP od LF sono il Santo Graal dei vulcanologi.
Dunque, si tratta senza se e senza ma di eventi di primaria importanza.
E al Vesuvio? Ci sono eventi LP? Cosa dice l'Osservatorio Vesuviano sul punto?
Noi avevamo chiesto al Direttore tempo fa (agosto 2014), dopo aver
vinto la vertenza legale sui cataloghi sismici, l'indicazione dei
terremoti anche in base alla tipologia, VT-LP. La Sua risposta fu che i
terremoti presenti nel catalogo sismico dell'OV INGV Napoli sono solo
VT. Questo è vero tant'è che nei predetti cataloghi, qui consultabili e non più aggiornati da INGV, non abbiamo rinvenuto raccia dei terremoti LP segnalati.
Ecco stralcio della Sua risposta (settembre 2014):
Nello
speciale che avevamo preparato sugli eventi LP od LF registrati al
Vesuvio, parlavamo di un primo terremoto LP registrato nell'anno 2003,
oggetto di un apposito studio di cui eravamo venuti a conoscenza. Poi
abbiamo scoperto che al Vesuvio sono
stati registrati altri eventi LP. Nel maggio 2012 un evento VLP (very long period),
cioè a bassissima frequenza. L'unico di cui l'Osservatorio da
traccia nei bollettini ufficiali (Maggio 2012). Poi altro terremoto LP
nel novembre 2012 e almeno un altro nel novembre 2014 (ma su questo
torneremo). Anche di quest'ultimo nessuna traccia nel bollettino
relativo.
Ma il
giorno 30 aprile 2013 il Vesuvio fa registrare uno sciame sismico di eventi LP.
Uno sciame di terremoti LP o a bassa frequenza (LF) viene registrato
nella notte del 30 Aprile 2013. La profondità è dai 3 ai
4 km. Parliamo di uno sciame che inizia con un
terremoto di mtd pari ad 1.9.
Eccovi le parole di INGV (Rendiconto vulcani campani I semestre 2013):
"Uno sciame sismico composto da circa 20
eventi a bassa frequenza è stato registrato tra le ore 01:41 e
04:03 del 30 aprile 2013. I relativi spettrogrammi mostrano un
predominante contenuto in frequenza al di sotto di 6 Hz (Fig. 101). Per gli 8 eventi
più energetici è stato possibile effettuare la
localizzazione utilizzando i picking dei tempi di arrivo alle stazione
della Rete Mobile integrati da quelli relativi alla Rete Permanente.
Tali eventi risultano localizzati a profondità di 3‐ 4 km (Fig.
102)".
Leggiamo ora il bollettino di Aprile 2013
rilasciato dall'Osservatorio Vesuviano INGV. Non
vi è parola degli eventi LP ma viene detto che
(pag.4, Sismicità) "Nel corso dell’ultimo mese al Vesuvio
sono stati registrati 93 terremoti (Fig. 1.1.1). E’ stato
possibile determinare l’ipocentro di 6 eventi. La magnitudo
massima registrata è stata pari a 1.9. Gli ipocentri sono
generalmente localizzati al disotto dell’area craterica a
profondità inferiori ai 2 km (Fig. 1.1.2, 1.1.3). Non si
evidenziano trend significativi nei parametri sismologici (Fig. 1.1.3,
1.1.4, 1.1.5)"
Rileggete con calma quanto dichiarato nel rendiconto semestrale e
confrontatelo con quanto dichiarato nel bollettino di Aprile e nella pagina web di OV INGV.
L'Osservatorio Vesuviano INGV, nel bollettino mensile ufficiale, non
riporta lo sciame di eventi LP. Sostiene ancora che nel mese di aprile
hanno
determinato la profondità di soli 6 eventi e che la
profondità è stata generalmente al di sotto dei 2km.
Asserisce che non vi sono dati anomali nella sismicità del
Vesuvio.
Sappiamo che localizzare i terremoti al di sotto dei due
km piuttosto che a 3-4km è rilevante. Lo sciame localizzato a 3-4km è stato a bassa
frequenza, ma INGV
NAPOLI Osservatorio Vesuviano non lo riporta nel
bollettino di Aprile.
Ma i terremoti LP sono fequenti al Vesuvio? Risponde ancora INGV, Rendiconto scientifico secondo semestre 2012, pagina 76:
"I terremoti LP, molto rari al Vesuvio, sono caratterizzati da inizio alquanto emergente e bassa frequenza"
Eccovi lo schema di funzionamento del sistema idrotermale del Vesuvio
(tratto da Del Pezzo et al., 2013, pubbl. in ANNALS OF GEOPHYSICS, 56,
4, 2013, S0444; doi:10.4401/ag-6450).
Non rimane, a questo punto, che mostrarvi i sismogrami e lo spettro dei terremoti LP suddetti.
Eccovi, allora, il grafico dello sciame LP del 30 aprile 2013 come
riportato nel rendiconto di sorveglianza INGV I semestre 2013.
Grafico della profondità degli eventi dello sciame.
Sismogramma evento LP del 9 novembre 2012 Vesuvio (riportato nel Rendiconto scientifico INGV II semestre 2012)
Sismogramma evento LP del 13 novembre 2014 Vesuvio (Rendiconto scientifico INGV II semestre 2014):
EVENTO LP DEL LUGLIO 2003.
Nell'anno 2003, precisamente il giorno
20 luglio un evento con magnitudo pari a 0.6 e profondità di 4km
è stato catalogato per la prima volta come evento LP di bassa
frequenza o di lungo periodo. Il terremoto, registrato dalle reti
sismiche del Vesuvio, è stato il primo terremoto a bassa
frequenza di cui si ha notizia (Cusano et al. 2012-2013).
In concomitanza col
verificarsi dell'evento, proprio nel medesimo periodo (metà
2003 ed anche prima), furono registrate variazioni nei parametri geochimici alle
fumarole del Vesuvio.
In realtà, la crisi
sismica del 1999 sembra aver segnato cambiamento nello stato del
vulcano. A
livello statistico la sismicità 1999-2001, come confermato da
eminenti ricercatori (Federico et al. 2012-2013), è stata
significativa così come quella 2004-2006. Nel periodo 1999-2003
si è assistito ad una significativa variazione dei dati
geochimici sia nei pozzi (area Torre Annunziata-Torre del Greco) sia
nelle fumarole del Vesuvio che hanno risentito di apporti di gas di
natura magmatica (uno fra tutti, CO2). Le anomalìe riguardarono,
tra l'altro, l'aumento di pressione dei gas e l'aumento di degassamento
di CO2. Ed è proprio nel bel mezzo del 2003 (giugno) che
vengono installate due stazioni mobili (la BE1 e BE2) nei pressi della
BKE per creare il tipico triangolo (200mt di distanza) al fine di
effettuare misurazioni accurate di terremoti soprattutto con
riferimento ad eventi a bassa frequenza e localizzazione epicentri. Ed
in effetti, pochi giorni dopo, ecco che viene registrato l'evento a
bassa frequenza. A distanza di circa 10 anni ci è giunta notizia
di questo evento di cui, si badi, non vi è traccia alcuna sul
sito dell'Osservatorio Vesuviano, in alcuno dei cataloghi pubblicati.
Altro evento di cui non v'è traccia nei cataloghi è quello
dell'11 maggio 2012. Una precisazione. Qui non si ha intenzione alcuna
di insinuare una volontà di nascondere dati. Del resto, l'evento
del maggio 2012 classificato come evento di bassissima frequenza (VLP o VLF),
è evidenziato dall'OV nel bollettino di maggio 2012, cui si
rimanda. Tuttavia, anche di quell'evento non vi è traccia nei
cataloghi sismici.
SISMOGRAMMA TERREMOTO LP 2003 (da Cusano et al. in ANNALS OF GEOPHYSICS, 56, 4, 2013, S0440; doi:10.4401/ag-6447).
23/03/16
SCIAME EVENTI LF A BASSA FREQUENZA AL
VESUVIO IL 21 FEBBRAIO 2016 -ESCLUSIVA METEOVESUVIO: SISMOGRAMMA DELLO
SCIAME LP COME REGISTRATO DA BKEV.
Avevamo chiesto al Commissario, nella lettera aperta, la indicazione e
pubblicazione delle catalogazioni degli eventi LP o a bassa frequenza
registrati al Vesuvio. Per chi non conoscesse l'importanza di tali
eventi rimandiamo al Nostro speciale
ove cerchiamo di spiegare cosa sia un evento LF, LP o VLP, la controversia
con OV, cosa dice la comunità scientifica su questi eventi e la
cadenza del loro accadimento al Vesuvio. Vi rimandiamo vivamente alla
lettura dello speciale.
AVEVAMO SEGNALATO GLI EVENTI NELLA NEWS DEL 22/02/2016
Dal bollettino di Febbraio 2016, rilasciato poche ore fa, emerge che in data 21/02/2016 il Vesuvio ha fatto registrare uno sciame di almeno cinque terremoti LF.
La profondità è stata determinata per un solo evento ed
è stata di 5km. L'epicentro è in area craterica,
ripetiamo a 5 km di profondità.
Rimettiamo di seguito stralcio del bollettino rilasciato da INGV NAPOLI OV:
ESCLUSIVA METEOVESUVIO
Postiamo di seguito il sismogramma che mostra come la stazione BKEV ha registrato lo sciame. Il sismogramma, prodotto da INGV Napoli OV,
è tratto da Nostro archivio interno. Insomma, avevamo notato gli
eventi. In esclusiva assoluta, quindi, forse per la prima volta, gli
utenti web hanno la possibilità di constatare come è
stato registrato dalle normali reti pubblicate su web uno sciame LP.
Nei giorni scorsi avevamo, ancora una volta, evidenziato l'importanza
di disporre di un catalogo di tali eventi liberamente fruibile ed
accessibile al pubblico. Questo non accade ancora. Tuttavia prendiamo
atto dell'inserimento nel bollettino di tali eventi, cosa che non
sempre accadeva in passato.
Con riferimento alla geochimica ed alla termalità dell'area
monitorata, INGV OV non segnala anomalìe significative né
si deducono dai grafici segni di cambiamenti nella dinamica della
temperatura fumarola monitorata nè nella composizione geochimica
con riferimento al flusso di CO2.
Quello che ci preme evidenziare è che da quando, su nostre
costanti e continue pressioni, è stata installata la stazione
multiparametrica che monitora una fumarola sul bordo cratere, non viene
più monitorata la fumarola di fondo cratere FC2.
Per quanto ci riguarda la cosa è inaccettabile.