I TERREMOTI A BASSA FREQUENZA REGISTRATI AL VESUVIO

LOW FREQUENCY EARTHQUAKE VESUVIUS LP LF LON PERIOD
Realizzato da Giuseppe D'Aniello © 2014/2015 - Riproduzione vietata - Si declina ogni responsabilità per eventuali errori/omissioni/imprecisioni. Grafici realizzati a scopo illustrativo ed amatoriale.
Per info di carattere scientifico rivolgersi a Osservatorio Vesuviano


SPECIALE ESCLUSIVO

SCIAME DI TERREMOTI A BASSA FREQUENZA AL VESUVIO NELL'APRILE 2013
ULTERIORI TERREMOTI LP NEL LUGLIO 2003, MAGGIO E NOVEMBRE 2012, NOVEMBRE 2014, Febbraio 2016

23/02/2016 SPECIALE SULLO SCIAME LF AL VESUVIO

L'Osservatorio Vesuviano INGV, sul sito web ufficiale ed istituzionale, alla seguente pagina dedicata all'attività recente del Vesuvio, nel commentare un grafico sulla sismicità aggiornato a tutto il primo semestre 2013, così conclude:  "Le caratteristiche spettrali degli eventi sismici, i meccanismi focali e la forma d'onda sono tali da far attribuire il meccanismo sorgente a fenomeni di fratturazione delle rocce. Tali eventi si definiscono vulcano-tettonici e non sono direttamente associati al movimento di masse magmatiche."
Eccovi stralcio della pagina (le freccette nere e le evidenziazioni sono Nostre, ovviamente):



Dunque, nessun evento a bassa frequenza  (LP o LF) registrati al Vesuvio fino al primo semesetre 2013 che possa essere associato al movimento di masse magmatiche, stando a quanto dichiarato sul sito OV.

Avevamo preparato da tempo un articolo sui terremoti LP registrati al Vesuvio. Ma dopo la lettura del rendiconto del primo semestre 2013, ottenuto solo grazie alla vittoria legale contro INGV e DPC,  abbiamo dovuto riscrivere il tutto. Rimettiamo il famoso link che il DPC aveva fornito in corso di giudizio sostenendo che quei rendiconti erano pubblici. Vi abbiamo rinvenuto solo pochi dei rendiconti che DPC ci ha inviato. Ad esempio, mancano quelli del 2013 e del 2014.

Procediamo con ordine.

Leggiamo insieme le parole del dr. Prof. Paolo Capuano (noto e stimato sismologo-vulcanologo con numerose collaborazioni INGV) che ci parla e descrive i vari tipi di terremoti dei vulcani. Concentrate l'attenzione sui terremoti LP (Long Period) od LF (Low Frequency).

Estratto da articolo a cura del dr. Paolo Capuano (formattazione Nostra) pubblicato sulla rivista Ambiente Rischio Comunicazione 5 – febbraio 2013 (AMRA)


"[...] Le tipologie più frequenti e riconosciute di eventi che si verificano in aree vulcaniche sono: 1) eventi ad alta frequenza (HF, high frequency) che hanno caratteristiche simili a quelle dei terremoti da fratturazione delle rocce e pertanto sono anche detti vulcano-tettonici (VT); 2) tremore vulcanico; 3) eventi a bassa frequenza (LF, low frequency, o LP, long period) con la sottocategoria di quelli a frequenza molto bassa (VLP, very long period); 4) esplosioni.
1. Gli eventi vulcano-tettonici (VT) sono molto simili ai terremoti tettonici, con fasi sismiche ben definite, ed il processo che li genera, la fratturazione di taglio delle rocce, è ben compreso. Lo studio di questi terremoti è utile per determinare le caratteristiche dello stato in cui si trova il vulcano e possono, in alcuni casi, essere utili nell’individuare migrazioni del magma verso la superficie. Talvolta, tra gli eventi VT, si osservano caratteristiche della sorgente anomale (cosiddetti meccanismi “non doppia coppia”), che indicano una maggiore complessità del processo di genesi dei terremoti.
2. Il tremore vulcanico è il più caratteristico dei segnali sismici registrati sui vulcani attivi. Il tremore, quasi continuo, è generalmente caratterizzato da una banda di frequenza limitata (0,5-5 Hz) quasi monocromatica ed una durata lunga (ore, giorni, settimane) rispetto agli eventi VT (decine di secondi). Il tremore, associato a variazioni di pressione di poro legate alla liberazione di gas in un magma o alla fusione delle rocce, è quindi una risposta del sistema vulcanico ad una eccitazione sostenuta nel tempo.
3. L’attività sismica a bassa frequenza LP (1-5Hz), insieme al tremore vulcanico, è stata ampiamente osservata in relazione alle attività magmatiche e idrotermali in aree vulcaniche ed è stata riconosciuta come un fenomeno precursore per l’attività eruttiva [2], tanto da diventare il Santo Graal della sismologia vulcanica. La forma d’onda degli eventi LP è caratterizzata da semplici oscillazioni armoniche smorzate, tranne che per un breve intervallo di tempo alla comparsa dell’evento (Figura 1). Questa firma caratteristica è comunemente interpretata come dovuta alla pressurizzazione di fluidi nei condotti vulcanici, in risposta ad un’eccitazione localizzata nel tempo. A differenza degli eventi VT, non è possibile localizzare questa sismicità con metodi convenzionali a causa dell’assenza di fasi impulsive. Gli eventi LP sono particolarmente importanti nella quantificazione dei processi vulcanici e idrotermali, poiché consentono di ricostruire le proprietà del sistema sorgente di questi eventi e quindi lo stato di criticità del sistema vulcanico.
4. Le cosiddette esplosioni vulcaniche, cioè onde che si propagano anche nell’aria, caratterizzano il comportamento di alcuni vulcani, come Stromboli; sono state studiate negli ultimi anni con l’utilizzo di microfoni infrasonici o sensori di pressione, ad integrazione di reti sismiche. Infatti, le onde acustiche in atmosfera sono poco influenzate da effetti di propagazione come lo sono le onde sismiche nel terreno. Quindi, i dati acustici danno una visione più diretta di alcuni processi esplosivi ed eruttivi.
Il tentativo di classificazione in base al contenuto in frequenza (Figura 2), può descrivere bene il comportamento di ogni singolo vulcano, ma non vincola necessariamente eventi simili in due diversi vulcani ad essere causati dagli stessi meccanismi fisici. In ogni caso, la comprensione dell’origine degli eventi LP e del tremore è di importanza critica poiché le eruzioni vulcaniche, generalmente, sono precedute ed accompagnate da questo tipo di sismicità che quindi può fornire informazioni utili per una previsione a breve termine."
Queste le parole del vulcanologo Capuano.

Dunque, tornando al Nostro tema, i terremoti LP od LF sono il Santo Graal dei vulcanologi. Dunque, si tratta senza se e senza ma di eventi di primaria importanza.

E al Vesuvio? Ci sono eventi LP?  Cosa dice l'Osservatorio Vesuviano sul punto?

Noi avevamo chiesto al Direttore tempo fa (agosto 2014), dopo aver vinto la vertenza legale sui cataloghi sismici, l'indicazione dei terremoti anche in base alla tipologia, VT-LP. La Sua risposta fu che i terremoti presenti nel catalogo sismico dell'OV INGV Napoli sono solo VT. Questo è vero tant'è che nei predetti cataloghi, qui consultabili e non più aggiornati da INGV, non abbiamo rinvenuto raccia dei terremoti LP segnalati.
Ecco stralcio della Sua risposta (settembre 2014):



Nello speciale che avevamo preparato sugli eventi LP od LF registrati al Vesuvio, parlavamo di un primo terremoto LP registrato nell'anno 2003, oggetto di un apposito studio di cui eravamo venuti a conoscenza. Poi abbiamo scoperto che al Vesuvio sono stati registrati altri eventi LP. Nel maggio 2012 un evento VLP (very long period), cioè a bassissima frequenza. L'unico di cui l'Osservatorio da traccia nei bollettini ufficiali (Maggio 2012). Poi altro terremoto LP nel novembre 2012 e almeno un altro nel novembre 2014 (ma su questo torneremo). Anche di quest'ultimo nessuna traccia nel bollettino relativo.

 Ma il giorno 30 aprile 2013 il Vesuvio fa registrare uno sciame sismico di eventi LP.

Uno sciame di terremoti LP o a bassa frequenza (LF) viene registrato nella notte del 30 Aprile 2013. La profondità è dai 3 ai 4 km. Parliamo di uno sciame che inizia con un terremoto di mtd pari ad 1.9. 

Eccovi le parole di INGV (Rendiconto vulcani campani I semestre 2013):

 "Uno sciame sismico composto da circa 20 eventi a bassa frequenza è stato registrato tra le ore 01:41 e 04:03 del 30 aprile 2013. I relativi spettrogrammi mostrano un predominante contenuto in frequenza al di sotto di 6 Hz (Fig. 101). Per gli 8 eventi più energetici è stato possibile effettuare la localizzazione utilizzando i picking dei tempi di arrivo alle stazione della Rete Mobile integrati da quelli relativi alla Rete Permanente. Tali eventi risultano localizzati a profondità di 3‐ 4 km (Fig. 102)".

Leggiamo ora il bollettino di Aprile 2013 rilasciato dall'Osservatorio Vesuviano INGV. Non vi è parola degli eventi LP ma viene detto che (pag.4, Sismicità) "Nel corso dell’ultimo mese al Vesuvio sono stati registrati 93 terremoti (Fig. 1.1.1). E’ stato possibile determinare l’ipocentro di 6 eventi. La magnitudo massima registrata è stata pari a 1.9. Gli ipocentri sono generalmente localizzati al disotto dell’area craterica a profondità inferiori ai 2 km (Fig. 1.1.2, 1.1.3). Non si evidenziano trend significativi nei parametri sismologici (Fig. 1.1.3, 1.1.4, 1.1.5)"

Rileggete con calma quanto dichiarato nel rendiconto semestrale e confrontatelo con quanto dichiarato nel bollettino di Aprile e nella pagina web di OV INGV. L'Osservatorio Vesuviano INGV, nel bollettino mensile ufficiale, non riporta lo sciame di eventi LP. Sostiene ancora che nel mese di aprile hanno determinato la profondità di soli 6 eventi e che la profondità è stata generalmente al di sotto dei 2km. Asserisce che non vi sono dati anomali nella sismicità del Vesuvio.

Sappiamo che localizzare i terremoti al di sotto dei due km piuttosto che a 3-4km è rilevante. Lo sciame localizzato a 3-4km è stato a bassa frequenza, ma INGV NAPOLI Osservatorio Vesuviano  non lo riporta nel bollettino di Aprile.

Ma i terremoti LP sono fequenti al Vesuvio? Risponde ancora INGV, Rendiconto scientifico secondo semestre 2012, pagina 76:

"I terremoti LP, molto rari al Vesuvio, sono caratterizzati da inizio alquanto emergente e bassa frequenza"

Eccovi lo schema di funzionamento del sistema idrotermale del Vesuvio (tratto da Del Pezzo et al., 2013, pubbl. in ANNALS OF GEOPHYSICS, 56, 4, 2013, S0444; doi:10.4401/ag-6450).




Non rimane, a questo punto, che mostrarvi i sismogrami e lo spettro dei terremoti LP suddetti.

Eccovi, allora, il grafico dello sciame LP del 30 aprile 2013 come riportato nel rendiconto di sorveglianza INGV I semestre 2013.



Grafico della profondità degli eventi dello sciame.




Sismogramma evento LP del 9 novembre 2012 Vesuvio (riportato nel Rendiconto scientifico INGV II semestre 2012)




Sismogramma evento LP del 13 novembre 2014 Vesuvio (Rendiconto scientifico INGV II semestre 2014):
 




EVENTO LP DEL LUGLIO 2003.

Nell'anno 2003, precisamente il giorno 20 luglio un evento con magnitudo pari a 0.6 e profondità di 4km è stato catalogato per la prima volta come evento LP di bassa frequenza o di lungo periodo. Il terremoto, registrato dalle reti sismiche del Vesuvio, è stato il primo terremoto a bassa frequenza di cui si ha notizia (Cusano et al. 2012-2013).
In concomitanza col verificarsi dell'evento, proprio nel medesimo periodo (metà 2003 ed anche prima), furono registrate variazioni nei parametri geochimici alle fumarole del Vesuvio.
In realtà,  la crisi sismica del 1999 sembra aver segnato cambiamento nello stato del vulcano. A livello statistico la sismicità 1999-2001, come confermato da eminenti ricercatori (Federico et al. 2012-2013), è stata significativa così come quella 2004-2006. Nel periodo 1999-2003 si è assistito ad una significativa variazione dei dati geochimici sia nei pozzi (area Torre Annunziata-Torre del Greco) sia nelle fumarole del Vesuvio che hanno risentito di apporti di gas di natura magmatica (uno fra tutti, CO2). Le anomalìe riguardarono, tra l'altro, l'aumento di pressione dei gas e l'aumento di degassamento di CO2. Ed è proprio nel bel mezzo del 2003 (giugno)  che vengono installate due stazioni mobili (la BE1 e BE2) nei pressi della BKE per creare il tipico triangolo (200mt di distanza) al fine di effettuare misurazioni accurate di terremoti soprattutto con riferimento ad eventi a bassa frequenza e localizzazione epicentri. Ed in effetti, pochi giorni dopo, ecco che viene registrato l'evento a bassa frequenza. A distanza di circa 10 anni ci è giunta notizia di questo evento di cui, si badi, non vi è traccia alcuna sul sito dell'Osservatorio Vesuviano, in alcuno dei cataloghi pubblicati. 
Altro evento di cui non v'è traccia nei cataloghi è quello dell'11 maggio 2012. Una precisazione. Qui non si ha intenzione alcuna di insinuare una volontà di nascondere dati. Del resto, l'evento del maggio 2012 classificato come evento di bassissima frequenza (VLP o VLF), è evidenziato dall'OV nel bollettino di maggio 2012, cui si rimanda. Tuttavia, anche di quell'evento non vi è traccia nei cataloghi sismici.

SISMOGRAMMA TERREMOTO LP 2003 (da Cusano et al. in ANNALS OF GEOPHYSICS, 56, 4, 2013, S0440; doi:10.4401/ag-6447).



23/03/16
 SCIAME EVENTI LF A BASSA FREQUENZA AL VESUVIO IL 21 FEBBRAIO 2016 -ESCLUSIVA METEOVESUVIO: SISMOGRAMMA DELLO SCIAME LP COME REGISTRATO DA BKEV.

Avevamo chiesto al Commissario, nella lettera aperta, la indicazione e pubblicazione delle catalogazioni degli eventi LP o a bassa frequenza registrati al Vesuvio. Per chi non conoscesse l'importanza di tali eventi rimandiamo al Nostro speciale ove cerchiamo di spiegare cosa sia un evento LF, LP o VLP, la controversia con OV, cosa dice la comunità scientifica su questi eventi e la cadenza del loro accadimento al Vesuvio. Vi rimandiamo vivamente alla lettura dello speciale.

AVEVAMO SEGNALATO GLI EVENTI NELLA NEWS DEL 22/02/2016

Dal bollettino di Febbraio 2016, rilasciato poche ore fa, emerge che in data 21/02/2016 il Vesuvio ha fatto registrare uno sciame di almeno cinque terremoti LF. La profondità è stata determinata per un solo evento ed è stata di 5km. L'epicentro è in area craterica, ripetiamo a 5 km di profondità.
Rimettiamo di seguito stralcio del bollettino rilasciato da INGV NAPOLI OV:






ESCLUSIVA METEOVESUVIO
Postiamo di seguito il sismogramma che mostra come la stazione BKEV ha registrato lo sciame. Il sismogramma, prodotto da INGV Napoli OV, è tratto da Nostro archivio interno. Insomma, avevamo notato gli eventi. In esclusiva assoluta, quindi, forse per la prima volta, gli utenti web hanno la possibilità di constatare come è stato registrato dalle normali reti pubblicate su web uno sciame LP.



Nei giorni scorsi avevamo, ancora una volta, evidenziato l'importanza di disporre di un catalogo di tali eventi liberamente fruibile ed accessibile al pubblico. Questo non accade ancora. Tuttavia prendiamo atto dell'inserimento nel bollettino di tali eventi, cosa che non sempre accadeva in passato.
Con riferimento alla geochimica ed alla termalità dell'area monitorata, INGV OV non segnala anomalìe significative né si deducono dai grafici segni di cambiamenti nella dinamica della temperatura fumarola monitorata nè nella composizione geochimica con riferimento al flusso di CO2.
Quello che ci preme evidenziare è che da quando, su nostre costanti e continue pressioni, è stata installata la stazione multiparametrica che monitora una fumarola sul bordo cratere, non viene più monitorata la fumarola di fondo cratere FC2.
Per quanto ci riguarda la cosa è inaccettabile.