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Leggevo, come spesso accade, l'edizione online di un noto
quotidiano quando mi sono imbattuto nella notizia relativa al
"miracolo" di San Gennaro, Santo protettore della Città di
Napoli (chi non sa di cosa si tratta può approfondire qui.
Un rituale che prevede il prelievo da una cassaforte dell'ampolla
contenente quello che si dice essere il "sangue del Santo" e che dopo
alcuni movimenti e rituali da condensato diventa liquido innanzi agli
occhi dei credenti e del Cardinale. Il 16 dicembre è un'altra
data in cui si ripete il rituale).
Nel titolo dell'articolo si leggeva che alle 10.05 del giorno 19
settembre il miracolo si era ripetuto. Anche quest'anno il sangue si
era sciolto. Nalla mentalità del credente e dell'uomo di strada
quindi passa il messaggio: "miracolo compiuto, pericoli cancellati".
Vesuvio e Flegrei se ne staranno tranquilli, nessuna calamità
investirà Napoli. Poi leggo il trafiletto: il Cardinale Sepe
avverte un malore. A quel punto clicco e leggo tutto l'articolo e bla
bla bla.. ad un certo punto in virgolettato le parole del Cardinale:
"«Lo abbiamo trovato già tutto sciolto appena abbiamo aperto la cassaforte»" (link all'articolo de Il Corriere del Mezzogiono, ed. online).
Subito si accende un faro nella mia mente: avevo letto questa cosa
già da qualche parte. Penso e ripenso e mi dico: no, non
può essere che l'abbia letto proprio lì, lì in
quel manoscritto che sto studiando.
In verità, cari lettori, nelle mie continue ricerche e studi
scientifici e non riguardanti i vulcani campani ed il Vesuvio in
particolare, mi ero proposto di redigere un articolo su un certo tema
che non rivelo ancora e stavo studiando alcune fonti "storiche" e studi
scientifici attuali.
Dunque, ora sarete abbastanza curiosi di capire dove avevo già
letto del sangue di San Gennaro ritrovato già sciolto.
Allacciate le cinture: eruzione del Vesuvio del 1631, si l'ultima
sub-Pliniana presa oggi di riferimento come probabile futura
eruzione del Vesuvio.
Orbene, in un vecchio manoscritto, un monaco certosino addetto presso
la Certosa di San Martino di Napoli, grande erudito del tempo, nel
descrivere l'eruzione del 16 dicembre 1631 di cui era stato diretto
testimone, ad certo punto nel descrivere l'evolversi degli eventi a
poche ore dall'inizio dell'eruzione, quando ancora non era ben chiaro a
Napoli la portata della devastazione che sarebbe seguita, dice:
"volendo cauar fuori il sangue del
glorioso martire S. Gennaro principale protettore della Città,
fù ritrouato liquefatto, et bollente prima che si incontrasse
con la testa del santo, il che fu di gran timore à tutti, per
dinotare qualche gran calamità soprastante."
Il Sangue di San Gennaro fu ritrovato già "liquefatto" e la cosa
destò sconcerto e frustrazione tra la popolazione poiché
denotava l'arrivo di una "gran calamità". Si era sciolto senza
il rituale e questo era visto, come afferma il monaco, come foriero di
sventure.
Il Vesuvio durante l'eruzione del 1631 visto da Napoli, dipinto di Micco Spadaro: la processione di San Gennaro
Ora vi dico che sono stato combattuto a livello umano: pubblicare o
meno questa notizia che nei credenti potrebbe destare qualche
preoccupazione.
Quando lessi le parole del monaco certosino, non vi diedi tanto peso.
Per me era e resta un fatto "storico". Quando ho letto del malore del
Cardinale Sepe, mi sono incuriosito e leggendo nel dettaglio come era
avvenuto il "miracolo", ripeto, non ho dovuto fare altro che ricordare
dove avevo letto una cosa simile.
Non mi addentrerò certo in discussioni filosofiche o religiose: vi ho dato una notizia storica.
Un saluto a tutti.
Il gestore
Avv. Giuseppe D'Aniello