By Giuseppe D'Aniello per METEOVESUVIO 03/03/2017 © - Tutti i diritti di riproduzione, anche parziale, sono riservati.
Prima di tutto invitiamo, per chi non l'avesse ancora fatto, a leggere con massima attenzione questo Nostro articolo pubblicato qualche tempo fa (2015)
relativo alla sismicità a bassa frequenza registrata al Vesuvio
anche al fine di apprendere le differenze fondamentali della
tipologìa di terremoti e sismicità vulcanica.
A Noi piace evidenziare un dato scientifico inconfutabile: la
sismicità a bassa frequenza di tipo LP/LF o VLP costituisce il
Sacro Graal della sismologia vulcanica. Questi eventi spesso
sono dei precursori affidabili dell'avvicinarsi di eruzioni e dunque di
fondamentale importanza.
I lettori attenti ricorderanno come di recente la Presidenza INGV ci
aveva motivato del perché non esiste un catalogo sismico di
questi eventi: "I segnali a bassa
frequenza, a tutt'oggi registrati al Vesuvio e ai Campi Flegrei (come
documentato nella letteratura scientifica), non sono dunque rilevanti
ai fini degli esiti dell'attività di monitoraggio dei vulcani
napoletani. Pertanto il catalogo pubblicato da INGV-OV (ndr: Plinio) è ufficiale e completo ai fini di Protezione Civile".
Ora, senza voler mettere in discussione quanto affermato dal Presidente
INGV sulla cui mail di risposta comunque torneremo, qui ci limiteremo a richiamare uno studio proveniente da
autorevolissimo vulcanologo che ci spiega quali potrebbero essere i
precursori sismici di una futura eruzione del Vesuvio.
Vi anticipiamo che vi rientrano a pieno titolo gli eventi LP!
Ma non
avevamo dubbi anche perché non lo diciamo Noi, ma l'ampia
letteratura scientifica esistente, nonché l'attenzione
con cui è stato studiato l'evento LP del 2003 e quelli
successivi dimostrano che la comunità scientifica, a ragione,
è molto attenta a queste tipologìe di eventi anche
perché è complesso stabilire se essi siano dovuti a
movimenti di magma o al sistema idrotermale. Dunque un
catalogo di questi eventi, a Nostro sommesso avviso, sarebbe
auspicabile, anzi, dovuto e dopo la lettura di questo articolo
capirete meglio il perché.
Ma veniamo all'oggetto del nostro articolo: quali precursori sismici attendersi dal Vesuvio?
Orbene, abbiamo analizzato alcune pubblicazioni sul tema. Su tutte spicca però quella del 2013 (in inglese) a firma del prof. Roberto Scandone
e della dr.ssa Lisetta Giacomelli. Per chi non Lo conoscesse, diciamo
che il prof. Roberto Scandone è Ordinario di Fisica del
Vulcanesimo all'Università degli studi di Roma Tre; autore di numerose
pubblicazioni e già Presidente della sezione Rischio Vulcanico della - Commissione Nazionale Grandi Rischi della Presidenza del Consiglio dei Ministri anni 2002-2005 , nonché membro della Commissione Nazionale Grandi Rischi 2006-2010 - Coordinatore Nazionale Progetto PRIN2005 "Risalita dei magmi e dinamica delle eruzioni" (link alla pagina). Insomma, un massimo esperto sul tema.
Lo studio è precisamente rivolto ai fenomeni precursori vulcanici per il Vesuvio.
Abbiamo consultato, tra l'altro, anche una
ricerca scientifica dal nome "Vesuvio: dentro il vulcano" di INGV del
febbraio 2004 che vede come coordinatore del Progetto il dr. Giuseppe Mastrolorenzo con la partecipiazione, tra gli altri, del dr. Giuseppe De Natale, dr.ssa Lucia Pappalardo, dr.ssa Claudia Troise.
Ora, sempre con l'intento di semplificare e rendere fruibili a tutti concetti tecnici
altrimenti incomprensibili, partiamo da un punto: la stragrande
maggioranza, per non dire la quasi totalità, dei terremoti
registrati al Vesuvio è di tipo VT, cioè vulcano
tettonici, associabili a fratturazione di rocce; di recente, come
abbiamo scoperto anche grazie alle Nostre vittorie legali contro
DPC-INGV a proposito delle rendicontazioni scientifiche, abbiamo potuto appurare
che a parte l'evento del 2003, negli ultimi anni sono stati registrati
e catalogati alcuni eventi sismici di tipo LP/VLP/LF. Questi eventi
(che INGV stesso definisce "terremoti": vedi polemica col dr. Luca
D'Auria che tra l'altro ha rimosso i suoi commenti dalla pagina FB relativi alla polemica sull'incarico presso INVOLCAN),
sono associabili a fenomeni di migrazione-spostamento di fluidi (del
sistema idrotermale e/o magmi) e sono considerati il Sacro Graal della
sismologia vulcanica.
Ma ecco come si esprime INGV nella ricerca scientifica citata del 2004 (formattazione testo Nostra):
"L’attività sismica
è l’insieme dei terremoti generati all’interno di un
vulcano, che vengono suddivisi in vulcano-tettonici, terremoti a bassa
frequenza, tremore. Essi differiscono nei meccanismi di genesi. I
terremoti vulcano-tettonici sono generati dalle variazioni di sforzo
lungo fratture, legate ad esempio ad intrusioni magmatiche o al peso
dei vulcani. I terremoti a bassa frequenza ed il tremore derivano
invece da oscillazioni di fluidi nei condotti magmatici, che producono
segnali a più lungo periodo."
Dunque, come è noto, l'eruzione attesa al Vesuvio è di tipo sub-pliniano
come quella del 1631. Questo è almeno è quanto ci si
attende in termini probabilistici. E sempre in questi termini (probabilistici e non deterministici) vanno
intese le riflessioni che seguono che concentreremo sui precursori
sismici.
Il prof. Scandone analizza i precursori di quella
eruzione per elaborare, coi dati oggi a disposizione, alcune ipotesi
sui fenomeni sismici attesi e precursori in caso di risveglio. Ora, la comparsa o meno di eventi di tipo LP è dirimente fra due ipotesi.
Attingeremo a piene mani dallo studio anzidetto che abbiamo
tradotto e che potrete scaricare integralmente dal link che vi
forniamo. Ci scusiamo per eventuali errori nella traduzione.
Prima ipotesi. Assenza di eventi LP.
In questa ipotesi, l'eruzione potrebbe essere preceduta da una crisi
sismica come quella del 1999 che poi rientrò, fortunatamente, ma
con terremoti che potrebbero raggiungere la mtd di 4.0 (qui una Nostra rubrica su quella crisi con contributi esclusivi ed imperdibili). Sappiamo
(Caliro et al. [2011]) che vi fu una variazione significativa nella
composizione chimica delle fumarole nel periodo 1999-2002, con un
continuo aumento delle concentrazioni di CO2 e una generale
diminuzione di concentrazioni di CH4 che sono state interpretate come
la conseguenza di un incremento nella quantità relativa di
fluidi magmatici nel sistema idrotermale.
Uno sciame sismico dunque di eventi di tipo VT potrebbe preannunciare
l'inizio della fase di unrest e di crisi pre-eruttiva. L'apertura
di una fessura laterale all'inizio dell'eruzione del 1631 fa ipotizzare
una fase di risalita del magma in posizione centrale sotto il
vulcano con migrazione degli ipocentri dei terremoti sul fianco
sud/sud ovest e, appunto, l'apertura di una fessura laterale. Lo
sciame, per cui si ipotizza un ipocentro nella parte superiore dei 3km
di profondità, potrebbe avere la durata di poche ore e
sfociare nell'eruzione, come avvenuto nel 1631 con un alto
potenziale distruttivo sismico, specialmente nell'area di Torre
del Greco atteso che questa città si trova lungo uno dei
principali sistemi di faglie alimentazione dell'attività del
Vesuvio. Una breve durata dello sciame e la mancanza di LP eventi sono
probabili nel caso di una rottura improvvisa di un serbatoio di magma
superficiale associato ad una rapida risalita del magma. La mancanza di
terremoti LP potrebbe essere dovuta ad un insufficiente tempo per
consentire la degassificazione efficiente dal lotto di magma in
risalita.
In tale caso è probabile quindi che il
Vesuvio dia luogo ad un'eruzione esplosiva con fontane di lava
alte e la formazione del tipico "fungo" di una eruzione pliniana.
Inoltre, si sottolinea sempre nello studio, la rapida rottura di un
serbatoio di magma crostale e la mancanza di degassificazione
efficiente renderebbero improbabile la presenza di grosse anomalie
geochimiche all'interno di fumarole e pozzi d'acqua.
Seconda ipotesi. Presenza di eventi LP.
Una durata più lunga dello sciame e la comparsa dei terremoti LP
associata ad una eventuale migrazione laterale di epicentri dei
terremoti, potrebbe essere indicativa della presenza di magma molto
superficiale associato quindi ad una fase di degassamento. Ciò
potrebbe portare ad una precoce eruzione effusiva laterale,
eventualmente seguita da una fase esplosiva dalla bocca centrale non
appena verebbero raggiunte le condizioni per la risalita del magma. Di
conseguenza, la fase di degassamento con intrusione di magma
superficiale consentirebbe di rilevare anomalìe geochimiche
nelle fumarole e potrebbe causare la deformazione di un fianco del
vulcano.
Tuttavia, anche in questa ipotesi non si può escludere che
l'eruzione evolva in eruzione esplosiva, come avvenuto per l'eruzione
del Pinatubo dove il degassamento della cupola è stato
rapidamente accompagnato dalla risalita di lotti di magma che poi
generarono la nota e devastante eruzione esplosiva.
Dunque, l'importanza degli eventi LP è innegabile.
Così come è evidente il fondamentale ruolo che il loro
rilevamento può avere per comprendere le dinamiche di un futuro
risveglio del Vesuvio. E la conferma, se ce ne fosse bisogno,
viene da INGV.
La ricerca scientifica del 2004 sopra menzionata contiene espliciti
riferimenti all'importanza degli eventi LP ed alcuni concetti basilari
utili alla semplice comprensione delle cause della sismicità
vesuviana.
Ad un certo punto ivi si legge (formattazione testo Nostra):
"Le conoscenze dettagliate sulla sismicità del Vesuvio sono relativamente recenti (ultimi 10 anni). Oggi sappiamo che i terremoti attuali sono quasi esclusivamente vulcano-tettonici, fortemente addensati in corrispondenza dei corpi ad alta rigidità , (antichi condotti magmatici solidificati), estesi per km sotto il cratere.
Per il Vesuvio si è potuta formulare una nuova ipotesi per la genesi dei terremoti vulcanotettonici in periodi non-eruttivi. Essi sarebbero generati dai forti sforzi gravitativi dovuti al peso del vulcano stesso, che si focalizzano intorno all’asse craterico a causa delle forti variazioni di rigidità in quella zona.
Questa osservazione, insieme a considerazioni fatte in base alle modalità di rilascio di energia sismica nel tempo, permettono di suddividere la sismicità del Vesuvio in una parte pressoché costante, legata principalmente al peso del vulcano (alcune centinaia di eventi/anno), ed in una parte legata a variazioni dinamiche interne, che possono generare crisi sismiche con grande numero di eventi per anno, come accaduto ad esempio nel 1989, 1995-’96, 1999.
L’esistenza di un notevole livello di sismicità di fondo rende più difficile il riconoscimento di eventi derivantii da fenomeni magmatici.
Gli studi futuri dovranno appurare l’esistenza di terremoti a bassa frequenza, e chiarire le sequenze caratteristiche attese prima delle eruzioni".
E più oltre: "In aree
vulcaniche è molto importante l’analisi spettrale (ossia
delle frequenze delle onde generate dal terremoto) e le tecniche di
analisi di registrazioni mediante array (o antenne sismiche) per lo
studio dei terremoti a bassa frequenza e del tremore."
Ora, per quanto a Nostra conoscenza, dal 2012 al Vesuvio esiste un array sismico (denominato VAS= Vesuvius Array South - link download file)
ubicato in zona sud-ovest cratere tra i 635 e 700mt di altitudine
composto da 10 sismometri di corto periodo, dedicato alla
individuazione, anche in automatico, di terremoti a bassa frequenza (LP).
Ma questi dati non vengono pubblicati. Li abbiamo chiesti più
volte ma nulla. E non crediamo si tratti di dati che debbano essere
destinati solo a far parte di pubblicazioni scientifiche che spesso
sono in inglese ed a pagamento. La strumentazione è di certo
acquistata con denaro pubblico ed i dati raccolti sono di natura
ambientale (attività sismica). Dati per definizione pubblici e a
disposizione di tutti. Almeno così dovrebbe essere! Qualche notizia su eventi LP (e su altri importanti dati) l'abbiamo appresa dalle Rendicontazioni scientifiche
ottenute dopo la vittoria contro INGV e DPC. A proposito. Quest'ultimo
non ci ha ancora trasmesso i rendiconti del II semestre 2015 e primo
2016. In Commissione di accesso agli atti il DPC (Dipartimento di
Protezione Civile) ha sostenuto, nel dicembre 2016, che nessuno dei due
rendiconti era pronto e completo. La Commissione non potendo indagare
sulle motivazioni per cui non sono ancora completi quei documenti, con
decisione del dicembre 2016, ha ritenuto di non poter accogliere la
Nostra istanza per motivi di rito dunque e non di merito. Ovviamente
troviamo le motivazioni addotte dal DPC inconsistenti e a breve
chiederemo ancora una volta quei rendiconti.
Perdonate la digressione e torniamo al tema. Sappiamo di siti web
esteri che pubblicano in tempo reale anche lo spettrogramma dei
terremoti. Ve lo documentiamo rimandanovi a questo link dell'IGN,
Istituo Geografico Nazionale della Spagna, dove è possibile osservare quanto stiamo dicendo
relativamente ad un terremoto occorso al vulcano TEIDE il 7/11/2016.
Notate lo spettogramma in basso che riporta le frequenze dell'evento.
Chi ci segue sa che avevamo chiesto già nel 2014 i dati
della rete VAS, senza esito. Anzi. Approfittiamo brevemente per
ricordare che sul sito INGV OV esiste, lo ribadiamo, una apposta sezione dedicata al catalogo sismico del Vesuvio e non è quella relativa al database Plinio. Vi troviamo due cataloghi (OVO e BKE) aggiornati addirittura all'autunno 2014!
Ci ha sorpreso l'affermazione del Presidente INGV secondo cui Noi di
Meteovesuvio avremmo insinuato dubbi sull'operato di INGV: essa non
corrisponde al vero. Le critiche le abbiamo sempre mosse al sezionale
di Napoli, critiche del tutto fondate e documentate. Abbiamo
stigmatizzato la scarsa attenzione al tema divulgazione e trasparenza
senza MAI affermare che le criticità riscontrate siano state
poste in essere con la volontà di nascondere qualcosa. Non lo
pensiamo.
Un dato su tutti. Guardate il bollettino mensile del gennaio 2014 e quelli dei singoli vulcani di gennaio 2017 (Vesuvio, Flegrei, Ischia). I risultati delle Nostre battaglie (riprese a gennaio 2014) di trasparenza e divulgazione dei dati raccolti dalle reti di monitoraggio di INGV OV sono anche in questi bollettini ora molto più completi!
In definitiva, siamo convinti che il catalogo di eventi LP/VLP/LF registrati al Vesuvio debba essere redatto e pubblicato
per consentire la dovuta divulgazione di dati ambientali pubblici a
fronte anche della loro rilevanza scientifica ed a fini di
Protezione Civile.
Per ora ci fermiamo qui.
Per segnalare errori o suggerire aggiunte/modifiche/rettifiche o far
pervenire contributi scientifici e di approfondimento è
possibile contattarci all'indirizzo mail: giuseppe.dan@libero.it.
Un saluto a tutti.
Giuseppe D'Aniello
Link per il download dello studio Roberto Scandone, Luisella Giacomelli "Volcanic precursors in light of eruption mechanisms at Vesuvius" ANNALS OF GEOPHYSICS, 56, 4, 2013, S0455; doi:10.4401/ag-6461
Link download ricerca scientifica "Il Vesuvio: dentro il vulcano" del 2004
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