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IL CASO DE NATALE, INGV ED OSSERVATORIO VESUVIANO ARRIVA IN PARLAMENTO - CHIESTE LE DIMISSIONI DEL CDA INGV E DEL DR. GIUSEPPE DE NATALE

CITATO, INDIRETTAMENTE, METEOVESUVIO E LE BATTAGLIE PER LA PUBBLICAZIONE DEI DATI.

L'INCREDIBILE LESIONE DEL DIRITTO ALLA LIBERTA' DI RICERCA NEI CONFRONTI DEL DR. GIUSEPPE MASTROLORENZO.

Un gruppo di Senatori, ha chiesto al Governo, dopo dettagliata esposizione di fatti gravi, le dimissioni ed azzeramento del Consiglio di Amministrazione dell'INGV e le dimissioni del Direttore della Sezione Napoli dell'INGV- Osservatorio Vesuviano, dr. Giuseppe De Natale.
Prima di rimandarvi al testo integrale dell'interrogazione che, vi assicuriamo, è di notevole interesse, ci sia consentito esprimere la Nostra piena soddisfazione per il richiamo alle Nostre battaglie di legalità.

Il gestore del presente sito web, nonché della pagina Facebook associata (Meteovesuvio), avv. Giuseppe D'Aniello, nato e residente da sempre in piena zona rossa (Boscotrecase e Boscoreale), nella sua qualità di cittadino esposto a pericolo di vita, nonché di rappresentate di quella comunità di cittadini che si sentono uniti e compartecipi alle battaglie di legalità e divulgazione dei dati del monitoraggio del Vesuvio, manifesta piena soddisfazione per la portata dell'intervento dei Senatori.

Nell'interrogazione, ad un certo punto, si affronta anche il tema della divulgazione e si stigmatizza il comportamento assunto dal Direttore De Natale citando anche la controversia amministrativa che ci ha visti coinvolti in prima persona contro l'Osservatorio Vesuviano. A questo link è possibile leggere l'incredibile affermazione del Direttore De Natale il quale sostiene, assumendosene la responsabilità, che la divulgazione su web dei dati del monitoraggio è fatta a titolo "volontaristico" dal personale e minaccia di staccare la spina della divulgazione dei dati in qualunque momento!!!
Leggete le pesanti parole che vengono utilizzate nei confronti del Direttore dai Senatori:

"a questo punto torna utile quanto premesso in merito alle vicende del processo di L'Aquila, considerato che la giurisprudenza in tema di comunicazione del rischio (rischio per centinaia di migliaia di persone nell'area del Vesuvio-Campi Flegrei) contempla la responsabilità penale per l'aver occultato una verità scientifica o dei dati di monitoraggio, che non son quindi di proprietà del singolo direttore di sezione INGV (come recentemente accaduto alla sezione INGV di Napoli con tanto di vertenza amministrativa sul caso)".

In altri punti dell'interrogazione, si stigmatizza l'operato del Direttore De Natale:

"la Repubblica e le istituzioni tutte non possono consentire che la gestione e la rappresentanza di enti di primaria importanza per la salvaguardia dell'incolumità di numerosissima popolazione, per la prevenzione di eventi catastrofici, per la salvaguardia del territorio e del patrimonio naturale divengano il terreno fertile per coltivare interessi e battaglie personali e per il consolidamento di posizioni che esulano dall'interesse comune. Corre voce, corroborata da protocolli ufficiali INGV che Giuseppe De Natale, sia soggetto da tempo all'osservazione attenta e vigile del CUG di INGV (Comitato unico di garanzia) e della consigliera di fiducia INGV Barbara Felici, a causa di comportamenti "scorretti" e disinvolti nei confronti di molti dipendenti della sezione INGV di Napoli, molto provati da tali atteggiamenti."
 
Pare che il dr. Giuseppe Mastrolorenzo sia stato vittima, a leggere l'interrogazione, di provvedimento disciplinare per aver esposto pareri ed idee non coincidenti o non conformati a quelli voluti dall'INGV.
Addirittura leggiamo che esisterebbe una lettera del dr. Gabrielli che sarebbe stata utilizzata in maniera impropria contro il dr. Giuseppe Matrolorenzo.

Inoltre, nel testo dell'interrogazione, viene affrontata anche tutta la questione della sentenza dell'Aquila e della sua connessione con la problematica della corretta divulgazione dei dati scientifici.

Viene messa sotto accusa proprio quella convenzione accordo-quadro DPC-INGV che abbiamo già stigmatizzato, chiedendone l'annullamento.

Viene puntato il dito contro il Presidente dell'INGV, quel prof. Gresta che ha avuto l'ardire di assumere la difesa di un uomo indifendibile nella sua qualità (il Direttore De Natale) nella nota controversia che ci ha visti protagonisti e vincitori contro l'Osservatorio Vesuviano.

Si punta il dito contro la gestione dei flussi di denaro che arrivano all'INGV e la mancanza di una rete di monitoraggio in continuo delle acque dei pozzi della zona vesuviana (altra nostra battaglia, quella sulla geochimcia dei dati!!!), denunciando tale gravissima violazione.

Insomma, vi è materiale interessante da leggere.

Pensiamo di ritornare sul tema.

Ora vi lasciamo al testo dell'interrogazione, precisando che ancor non è nota la risposta del Governo sul punto.

Noi, per quanto interessa i cittadini Vesuviani e quelli Flegrei notiamo solo che ad oggi 19/05/2015, ore 16.30, l'Osservatorio ancora non pubblica il bollettino mensile dei vulcani campani (e del Vesuvio, quindi) e, addirittura, è fermo al 5 Maggio con riferimento al bollettino settimanale dei Campi Flegrei.
Semplicemente INDECENTE.

TESTO INTEGRALE INTERROGAZIONE PARLAMENTARE
(Fonte: www.senato.it)


Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 450 del 14/05/2015


DE PIN, ORELLANA, PEPE, CASALETTO, SIMEONI, MASTRANGELI, PUPPATO - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca - Premesso che:

a nord-ovest della città di Napoli è situata una vasta area di origine vulcanica denominata "Campi Flegrei", costellata da oltre 20 tra crateri ed edifici vulcanici, che concorrono a formare una sorta di grande caldera in stato di quiescenza con un diametro di 12-15 chilometri nella parte principale, collocabile topograficamente tra i comuni di Bacoli, Monte di Procida, Pozzuoli, Quarto Flegreo. Ricadono altresì in essa, per quanto concerne Napoli, i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Pianura, Posillipo, Soccavo, e le località di Agnano e Pisani. La popolazione stanziata nell'area, come è facile intuire, supera i 3 milioni di abitanti e per le caratteristiche del territorio e della dislocazione della popolazione, essa costituisce un'area ad altissimo rischio;

nel 2003, in attuazione della legge regionale della Campania n. 33 del 1° settembre 1993, è stato istituito il Parco regionale dei Campi Flegrei;

per quanto concerne il controllo del Vesuvio e delle formazioni vulcaniche dei Campi Flegrei, il monitoraggio e la pubblicazione dei dati è demandato per legge all'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV). Dal sito istituzionale dell'INGV, «L'Osservatorio Vesuviano svolge attività di ricerca in diversi campi della geofisica, della geochimica e della vulcanologia. Gli obbiettivi principali di questa attività sono la comprensione dei processi che generano le eruzioni vulcaniche e la definizione dei meccanismi che governano l'evoluzione di questi fenomeni. In particolare l'attività di ricerca riguarda il monitoraggio dei vulcani attivi, la fisica del vulcanismo, la geochimica dei fluidi, la geodesia, la sismologia, la sismottettonica, la vulcanologia e la petrologia». Ad ausilio dell'osservatorio è predisposto un presidio di 24 ore così strutturato: «Il sistema di monitoraggio sismico utilizzato per l'attività di turnazione è basato su una rete sismica permanente, composta da numerose stazioni distribuite sul territorio, che trasmettono i dati in continuo al centro di acquisizione, via radio o via linea telefonica dedicata. Nella sala simica dell'Osservatorio Vesuviano i segnali sono visualizzati su monitor e processati da un innovativo sistema di gestione e analisi dei dati, che consente anche l'immissione dei tracciati sul web. Questo sistema, realizzato da personale interno all'ente, in caso di evento sismico o in caso di malfunzionamento di uno o più dei suoi componenti, attiva un allarme sonoro e delle procedure di notifica quali l'invio di sms ed e-mail al personale competente». Ad ausilio dei sistemi descritti vi è quello di monitoraggio predisposto per «Sorvegliare queste aree. L'Osservatorio Vesuviano si serve di reti strumentali che misurano dati sismologici, geodetici e geochimici. Secondo quanto previsto dai Piani di Emergenza, predisposti dal Dipartimento di Protezione Civile le autorità competenti per la gestione delle emergenze, utilizzano le informazioni fornite dall'Osservatorio Vesuviano per la definizione dei livelli di allerta e per attivare tutte le procedure previste in caso di una eventuale crisi nelle aree vulcaniche della Campania».L'INGV dispone inoltre di una rete di collaborazioni con altri enti di ricerca ed università, al fine 

di garantire la pluralità di vedute scientifiche sul tema della sismologia e della vulcanologia, con pubblicazioni anche su rinomate riviste scientifiche a livello internazionale;

la collaborazione tra l'INGV e il Dipartimento della Protezione civile è frutto di una convenzione, recentemente rinnovata fino al 2020, a firma del Presidente INGV, Stefano Gresta, e di Franco Gabrielli per il Dipartimento di protezione civile stesso, di recente poi sostituito da Fabrizio Curcio. L'INGV percepisce da anni milioni di euro di finanziamenti pubblici per assicurare il monitoraggio e fornire la migliore interpretazione dei dati da tradurre in mappe della pericolosità vulcanica e tracciare gli scenari di rischio vulcanico, poi adottati dal Dipartimento di protezione Civile, che a sua volta li utilizzerebbe per redigere i "Piani di Emergenza" di volta in volta rinnovabili e migliorabili, da comunicare alle popolazioni;

il sistema, così come strutturato, sembra soltanto all'apparenza idoneo e funzionale, giacché è opportuno segnalare come la pluriennale convenzione INGV-DPC abbia subito diverse crisi recenti, con blocchi dello stanziamento di fondi provenienti dal Dipartimento della protezione Civile, a causa di errati bandi di ricerca ed errate rendicontazioni da parte di INGV, come riportato da vari articoli di stampa degli anni 2013-2015 ("II Foglietto della Ricerca" del 28 gennaio 2014, "II Sole 24-Ore" del 30 gennaio 2014, "il Fatto Quotidiano" del 26 febbraio 2015). La gestione dei fondi è tra l'altro caratterizzata dall'assenza di una commissione di controllo esterna ad INGV, che auspicabilmente venga nominata con soggetti senza conflitti di interesse con gli attori in gioco, tra i quali si annoverano le grandilobbies delle assicurazioni sui rischi sismici e vulcanici, fortemente interessate alle "assicurazioni obbligatorie" per i cittadini, equivalenti a tasse imposte ai privati, comprese le industrie, computate in base al rischio della zona abitata;

il Dipartimento della protezione civile è a sua volta organizzato in strutture dotate di "esperti" in qualità consulenti esterni in rischio vulcanico, lautamente retribuiti dai contributi italiani e scelti "a chiamata diretta", il cui controllo sulle ore di tempo dedicate a tale attività non è dato conoscere, salvo quanto riferito da alcuni articoli di stampa che si pongono delle domande al proposito, in una sana ottica di "spending review ". Le contraddizioni in termini sul tema risaltano da quanto emerso in sede di processo d'appello della sentenza sulla Commissione Grandi Rischi, Settore Rischio Sismico, che si riunì a L'Aquila il 31 marzo 2009: in tale occasione lo stesso Mauro Dolce, analogo "esperto" in discipline sismologiche presso il Dipartimento della protezione civile, avrebbe dichiarato spontaneamente di "non essere esperto in materie sismologiche", per scagionare le sue contestate colpe. Stranamente il medesimo risulta che sieda ancora al suo posto in DPC, pur essendo stato il "braccio destro" di Guido Bertolaso, nel periodo del terremoto de L'Aquila, con le conseguenze ben note sui giornali, relative al "piano case";

ed è proprio la sentenza di appello accennata che accende i riflettori sulle anomalie macroscopiche del sistema, tanto evidenti quanto inintellegibili agli occhi dei più. Particolare attenzione deve essere rivolta alla prima sentenza del processo sulla Commissione Grandi Rischi - Settore Rischio Sismico che condannò tutti i presenti alla riunione alla medesima pena di 6 anni di reclusione, nonostante ognuno dei 6 imputati avesse rivestito un ruolo diverso dagli altri;

di fatto il parere del singolo ricercatore, dirigente di ricerca, professore universitario o presidente di ente di ricerca è stato paradossalmente equiparato alle figure di riferimento di tipo "tecnico-politico" del Dipartimento della protezione civile (esempio Bernardo De Berbardinis, poi comunque condannato in appello), che per legge sono i responsabili della comunicazione ufficiale sui rischi sismici e vulcanici per la popolazione;

l'apparente anomalia processuale, o novità giurisprudenziale se si preferisce, si spiega in quanto il processo di L'Aquila ha valutato la responsabilità penale fondandola non tanto sul "non aver previsto giorno esatto ed ora esatta di un terremoto di medio-elevata magnitudo", quanto piuttosto per non aver messo completamente a disposizione della comunità e degli organi di informazione importanti informazioni scientifiche in possesso e che possano denotare rischi per la salute o incolumità dei cittadini, comprese quelle che vanno in senso contrario o diverso rispetto al cosiddetto "parere ente di ricerca". In tal senso il "parere del singolo" è stato equiparato al parere dell'"entità giuridica nel suo insieme";

nel caso in questione, relativamente alla pericolosità e al rischio vulcanico del Vesuvio e dei Campi Flegrei, il raffronto può essere effettuato tra il "parere di ente INGV", di cui si avvale costantemente il Dipartimento di protezione civile per costruire i suoi scenari di rischio e conseguenti piani di emergenza, e le pubblicazioni svolte da un singolo ricercatore, non supportato dai fondi della convenzione INGV-DPC, così come riportate su rinomate e prestigiose pubblicazioni internazionali, evidenziando tra l'altro che il "parere di ente INGV", è fornito dal "gruppo di ricercatori INGV", scelti dai vertici del medesimo ente, che non necessariamente è composto dai migliori ricercatori, affermazione quest'ultima non del tutto fuori dal contesto se si considera che uno dei vertici INGV, tale Stefano Gresta e attuale Presidente INGV, sarebbe stato sorprendentemente certificato come "mediocre" proprio dalla Commissione Salamini del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, che nel 2012 lo scelse come presidente dell'INGV stesso;

la modesta credibilità scientifica del "parere di ente INGV", non è frutto di una voce fuori dal coro, essendo di per sé sufficiente leggere ciò che da 2-3 anni i mass media mettono in luce riguardo alle carenze e debolezze degli attuali vertici INGV, tra cui i numerosissimi articoli su "Il Foglietto Usi Rdb", "iI Fatto Quotidiano", "Il Resto del Carlino", "Panorama", "Il Sole 24-Ore", "la Repubblica", "La Nazione", "Il Tirreno", ed altri, mentre altre importanti testate d'informazione continuano a tacere, almeno fino a quando non sarà capito che evitare di parlare di questi argomenti non paga il sistema Paese ormai fermo su molti fronti;

quello che stupisce no è solo lo stato di fatto delle carenze svelate, quanto il fatto che tali carenze e debolezze dei vertici INGV non siano state smentite dai diretti interessati e neanche da quelli del Dipartimento di protezione Civile, avvalorandone tacitamente la veridicità per i cittadini e le istituzioni, compresi gli interroganti;

addirittura, in data 29 aprile 2015, ore 16:00 circa, la RAI 1 nel programma televisivo "Linea Diretta" ha fatto parlare il vulcanologo Giuseppe Mastrolorenzo, ricercatore "singolo" INGV, che da anni propone una mappa della pericolosità/rischio vulcanico del Vesuvio-Campi Flegrei ben diversa da quella ufficiale di INGV-DPC, e tale trasmissione fa seguito a diverse trasmissioni radiofoniche su Radio Radicale o articoli su altri media in cui il ricercatore INGV Giuseppe Mastrolorenzo, a titolo personale, si è espresso similmente, con pareri molto diversi dai "pareri ufficiali INGV-DPC". È chiaro che qui si sarebbe in presenza di un "parere personale" diverso dal "parere di ente INGV", tuttavia non smentito ufficialmente da INGV, che non ha inteso esercitare il diritto di replica forse perché non invitato alla suddetta trasmissione RAI, rendendosi con tale atteggiamento non più credibile, non diversamente da quanto ha fatto il Dipartimento di protezione Civile che, pur invitato, non si è presentato, attirando le critiche della trasmissione stessa;

ci si chiede a questo punto come sia possibile che l'autorevolezza scientifica e istituzionale degli enti suddetti possa essere stata sminuita pubblicamente, senza replica alcuna, quando invece sarebbe dovere di un ente pubblico quello di difendere la credibilità, la serietà e l'onestà del ruolo svolto e riconosciuto dallo Stato;

la domanda trova una risposta, come provato da atti ufficiali, ma non è stata resa disponibile al pubblico come hanno fatto la RAI e Mastrolorenzo, essendo destinata alla conoscenza di pochi con un modus operandi che ricorda tanto il significato attribuito all'espressione idiomatica "i panni sporchi si lavano in famiglia". Secondo la Carta europea del ricercatore, oltre che per la Costituzione italiana che sancisce la libertà di ricerca nel nostro Paese, il ricercatore singolo è libero di esprimere senza subire danni o punizioni la sua opinione scientifica ed è naturale quindi che il parere espresso sui media dal singolo ricercatore sia sempre di tipo personale anche se "labellato" con il proprio ente di appartenenza, soprattutto se tale parere-denuncia faccia intravedere una discussione su rischi per i cittadini, milioni di cittadini, in una zona vulcanica pericolosa come quella del Vesuvio-Campi Flegrei. Non solo, è anche dovere del "singolo ricercatore" condividere pubblicamente e sui media queste discussioni sui rischi vulcanici soprattutto se validate da pubblicazioni internazionali, anche solo per innescare una discussione "negata" presso il proprio ente di ricerca (INGV);

la discussione scientifica e tecnico-politica in un clima di condivisione di fondi e risorse umane può svolgersi in maniera pacata e chiara qualora gestita in maniera inclusiva, come avvenuto maggiormente nel passato (sebbene sempre poco a giudicare dai fatti), ma rischia di trasformarsi in un contenzioso qualora non sia garantita la libertà di espressione di un singolo ricercatore, pur nel contraddittorio con l'ente INGV, che legittimamente può esprimere il proprio parere o manifestare la propria posizione, non essendo tuttavia scontato che l'opinione collegialmente deliberata sia scientificamente più valida rispetto a quella propugnata dal singolo escluso dal gruppo;

a questo punto torna utile quanto premesso in merito alle vicende del processo di L'Aquila, considerato che la giurisprudenza in tema di comunicazione del rischio (rischio per centinaia di migliaia di persone nell'area del Vesuvio-Campi Flegrei) contempla la responsabilità penale per l'aver occultato una verità scientifica o dei dati di monitoraggio, che non son quindi di proprietà del singolo direttore di sezione INGV (come recentemente accaduto alla sezione INGV di Napoli con tanto di vertenza amministrativa sul caso);

ci si chiede quindi se, qualora un singolo ricercatore isolato, come nel caso del ricercatore INGV Giuseppe Mastrolorenzo, metta in luce serenamente e consapevolmente sui media le reali e più affidabili mappe di pericolosità vulcanica della zona Vesuvio-Campi Flegrei senza essere smentito dal presidente INGV sulla stampa per mesi, la sua verità scientifica possa essere ritenuta accettata dall'ente di ricerca INGV e quindi debba essere considerata anche dal Dipartimento di protezione civile stesso, serenamente, per delineare le sue mappe di rischio e piani di emergenza. Ci si chiede inoltre se il singolo ricercatore INGV che abbia fatto il proprio dovere di cittadino vada punito per tale condotta;

è opportuno sapere che il ricercatore INGV Giuseppe Mastrolorenzo da molti anni avrebbe fornito diversi pareri in contraddittorio con "gruppi di ricercatori" sovvenzionati da INGV-Dipartimento della protezione civile senza subire punizioni di alcun tipo. Durante tutto il periodo della presidenza INGV di Enzo Boschi, e in quello pregresso, esisteva una commissione regionale Campana sui vulcani preposta ai rapporti con il Dipartimento di protezione Civile e che includeva anche vulcanologi di INGV. Tra questi vi erano personaggi molto discussi come Franco Barberi, ripetutamente a capo di commissioni vulcaniche o a capo del Dipartimento di protezione Civile per anni. Nel suddetto periodo di tempo Enzo Boschi avrebbe consentito al ricercatore INGV Giuseppe Mastrolorenzo, di lavorare all'interno del gruppo vulcanologico campano nella pluralità delle vedute scientifiche (che a suo tempo si chiamava GNV - Gruppo nazionale di vulcanologia);

recentemente invece, con l'INGV presieduto da Stefano Gresta e con la Sezione INGV di Napoli diretta da tale Giuseppe De Natale, il ricercatore Giuseppe Mastrolorenzo ha subito la punizione inflittagli da una commissione disciplinare INGV che gli ha decurtato parte dello stipendio nel corso 2014, a conclusione di un procedimento disciplinare che traeva origine da una lettera di Giuseppe De Natale (Prot. INGV 0000055 del 2 gennaio 2014, seguita da Prot. INGV 0005376 del 28 marzo 2014). La punizione subita ha comportato altre gravi situazioni di disagio lavorativo (non compare nell'organigramma della Sezione INGV di Napoli), con sommo sconcerto di molti dei suoi collaboratori internazionali e con eco della vicenda sui media nazionali ed internazionali. Mastrolorenzo ha finalmente ottenuto nel gennaio 2015, dopo circa un anno di richieste reiterate con p.e.c., una lettera autografa riservata del capo del DPC Franco Gabrielli, (Prot. DPC SCD/0073934 del 22.122013) rivolta esclusivamente al presidente INGV Stefano Gresta con la quale Gabrielli chiedeva semplicemente di smentire pubblicamente le opinioni scientifiche di Mastrolorenzo apparse su alcun media sino alla fine del 2013 circa la pericolosità vulcanica dell'area Vesuvio-Campi-Flegrei basate sugli studi internazionali del ricercatore. Stranamente questa lettera finisce nelle mani prima della Sezione INGV di Napoli e poi in quelle della Commissione Disciplinare INGV ed infine artatamente utilizzata per comminare la sanzione disciplinare;

la tesi più probabile suggerisce che la pronta smentita del vertice INGV sarebbe stata necessaria a Franco Gabrielli per continuare a ritenere affidabili ed "ufficiali" i "pareri di ente INGV", rispetto al "parere singolo" personale di Giuseppe Mastrolorenzo, ovviamente e legittimamente. Senza entrare nel merito della possibilità per un capo del DPC di chiedere ad un presidente INGV di smentire pubblicamente sui media un singolo ricercatore, si ritiene che Gabrielli lo abbia fatto nella buona fede, al fine avere un "unico" e non diversi pareri di ente INGV, che potessero e possono tuttora confondere i cittadini, lungi dal Franco Gabrielli l'intento di voler punire con una decurtazione di stipendio il ricercatore INGV Giuseppe Mastrolorenzo. Invece, del tutto al di fuori dagli intenti perseguiti da Franco Gabrielli nella sua missiva rivolta al presidente INGV Stefano Gresta, quest'ultimo non ha pubblicato alcuna smentita scientifica suimedia, come era suo dovere fare per continuare ad avvalorare le tesi scientifiche di ente INGV;

inspiegabile a giudizio degli interroganti è inoltre il motivo per cui una lettera ufficiale del Dipartimento della protezione civile, di fatto destinata all'Ufficio Stampa INGV, per procedere a semplice smentita o chiarimento pubblico, finisca invece usata, abusata, per avallare un provvedimento disciplinare punitivo e fortemente lesivo per la reputazione di Giuseppe Mastrolorenzo, vale a dire per un provvedimento disciplinare a parere degli interroganti inopportuno, illecito e finanche illegale se inteso come finalizzato a limitare la libertà di ricerca e di espressione di un ricercatore, a maggior ragione se in grado di nascondere potenziali rischi per la salute umana o per l'incolumità fisica di centinaia di migliaia di cittadini dell'area del Vesuvio-Campi Flegrei;

la Repubblica e le istituzioni tutte non possono consentire che la gestione e la rappresentanza di enti di primaria importanza per la salvaguardia dell'incolumità di numerosissima popolazione, per la prevenzione di eventi catastrofici, per la salvaguardia del territorio e del patrimonio naturale divengano il terreno fertile per coltivare interessi e battaglie personali e per il consolidamento di posizioni che esulano dall'interesse comune. Corre voce, corroborata da protocolli ufficiali INGV che Giuseppe De Natale, sia soggetto da tempo all'osservazione attenta e vigile del CUG di INGV (Comitato unico di garanzia) e della consigliera di fiducia INGV Barbara Felici, a causa di comportamenti "scorretti" e disinvolti nei confronti di molti dipendenti della sezione INGV di Napoli, molto provati da tali atteggiamenti;

significativa è la vicenda che vede nel periodo 2013-2015 Giuseppe De Natale fautore di profonde perforazioni geotermiche nel centro della città di Napoli e che uno dei maggiori oppositori a tali perforazioni fosse proprio Giuseppe Mastrolorenzo, unitamente a tutta la cittadinanza locale, fortemente preoccupata dall'idea di perforazioni geotermiche in pieno centro città. Pur di perseguire non chiare finalità scientifiche il De Natale ha comunque frettolosamente in parte portato a termine le perforazioni avvalendosi di società private con costi esosi come STAGE Srl, concedendo in uso le strumentazioni INGV omettendo di avvertire preventivamente le autorità preposte allo spostamento di beni inventariali INGV, omissione già perpetrata in occasione degli spostamenti di strumenti di misura antichi di un certo valore, in occasione della Mostra di Firenze 2013-2014. Ci si chiede quale sia il motivo per cui le sezioni territoriali dell'INGV non vengono dirette da dirigenti amministrativi idonei allo scopo piuttosto che da dirigenti tecnologi o dirigenti ricercatori e perchè privare la ricerca italiana di cosi rari soggetti, arrivando al punto tale che a Napoli, alcuni famosi e storici dirigenti di ricerca della Sezione INGV hanno paradossalmente cambiato sede, lamentandosi che anch'essi non comparivano nell'organigramma della Sezione di Napoli. A tali interrogativi non vi è ancora risposta;

non vanno sottovalutati inoltre i rischi di possibili influenze che interessi politici ed economici locali potrebbero esercitare, inopportunamente interferendo, sulla delimitazione delle fasce di rischio all'interno delle quali è vietato costruire edifici pubblici e privati. A tal proposito sono trapelate notizie sui giornali ("il Fatto Quotidiano" del 12 febbraio 20142014, ripreso anche il 28 settembre 2014) i quali riportano che addirittura in tutta l'area campana del Vesuvio-Campi Flegrei è stata riscontrata l'assenza per decine e decine di chilometri quadrati di stazioni di monitoraggio in continuo del semplice parametro di temperatura delle acque di falda, che notoriamente in letteratura e nelle cronache storiche è il primo parametro fondamentale da misurare in continuo ed in telemetria, onde comprendere se si stia avvicinando una eruzione o meno. Tutto ciò avviene nonostante i milioni di euro che la sezione INGV di Napoli ha ricevuto per prestare questo servizio ai cittadini campani e per conto del Dipartimento della protezione civile, che evidentemente ancora non si è reso conto di questo vulnus nella ricerca e nella competenza nonostante i fondi elargiti;

infine, ultima e non da meno, giunge notizia che la Regione Campania avrebbe elargito in maniera diretta e senza una chiamata pubblica aperta e trasparente (dicasi "bando"), una cifra di 3 milioni di euro denominata "PROGETTO SISTEMA", devoluta per la sola sezione INGV di Napoli, senza che molti altri dirigenti di ricerca vulcanologica INGV e non INGV ne siano minimamente a conoscenza. Di questi fondi circa 300.000 euro sarebbero confluibili o già confluiti nelle casse della amministrazione centrale INGV e della presidenza INGV, il cui futuro utilizzo è tuttora da chiarire. Singolare appare inoltre la nomina di una miriade di responsabili di unità funzionali, laboratori e sotto-laboratori presso la Sezione INGV di Napoli, il cui numero è quasi pari a quello dei dipendenti della Sezione di Napoli, prassi che non avviene in altre sezioni INGV del territorio italiano,

si chiede di sapere:

se il Governo non ritenga necessario far piena luce sui fatti esposti procedendo, in via cautelativa, a bloccare i finanziamenti al piano di ricerca denominato "SISTEMA", alla convenzione tra INGV e Dipartimento della protezione civile, alla sezione INGV di Napoli rinnovando, nel contempo, nei limiti della propria competenza, i componenti degli organi dirigenti delle strutture interessate, contribuendo all'immediato ripristino e al corretto funzionamento delle metodologie, previste per legge, come l'installazione dei dovuti dispositivi di monitoraggio in continuo;

se non ritenga opportuno ricreare un necessario clima di serena collaborazione scientifica al fine di determinare una situazione di certezza sulla cognizione della pericolosità vulcanica e del rischio vulcanico connesso, sia per il Dipartimento di protezione civile che per i cittadini campani;

se non ritenga necessario porre fine alla convenzione tra INGV e Dipartimento della protezione civile su tutte le materie di ricerca, lasciando solo ed esclusivamente un finanziamento costante alla rete sismica INGV, che ha routine con turnazione ben collaudata e con reti locali (Vesuvio, Etna, eccetera) ben configurate ormai, valutando pertanto l'opportunità di togliere il comparto vulcanico e vulcanologico dalla convenzione, lasciando i ricercatori vulcanologi e non a svolgere libera ricerca, in libero contraddittorio scientifico.

(4-03968)