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DUOMO SOTTOMARINO DI ORIGINE VULCANICA VESUVIO

La scoperta 01/03/2016

02/03/2016 UN CONFRONTO TRA IL LUOGO DELLE ANOMALIE IN MARE DEL MARZO 2015 E LA NOTIZIA DELLA PRESENZA DEL RIGONFIAMENTO VULCANICO

Ricordate quelle bolle anomale al largo di Portici?
 Vi avevamo dedicato alcune news che vi invito a (ri)leggere 
Era il marzo 2015.  Osservate questo raffronto che ho fatto: a sinistra il luogo del "bollore" rilevato dai sub con tanto di coordinate GPS, a destra la rappresentazione pubblicata dallo studio su Nature del Duomo vulcanico. I puntini neri, come si legge nello studio, che evidenzio con freccia bianca e blu nell'area zoom, sono "centri eruttivi sottomarini" ("dots eruptive centers").
Ciascuno tragga le proprie conclusioni. Di seguito il nostro approfondimento.





Dopo innumerevoli segnalazioni di utenti attenti memori della vicenda del marzo 2015, vi proponiamo un confronto diretto della zona interessata dall'anomalìa del marzo 2015 e la recente pubblicazione che rivela l'esistenza di zone vulcaniche attive, con tanto di rigonfiamento e fumarole, nell'area costiera tra Vesuvio e Napoli.

Orbene, vi avevamo sottolineato che la mappa pubblicata nello studio INGV-CNR(ed altri) pubblicato su Nature, oltre alla zona interessata dal rigonfiamento, evidenzia, con puntini neri, quelli che vengono definiti "centri eruttivi sottomarini". Ora, abbiamo evidenziato un gruppetto di questi conetti attivi presenti proprio nella zona interessata dalla anomalìa del marzo 2015 che l'OV liquidò come dovuta alla rottura di una conduttura del depuratore di Napoli. In quella sede esprimemmo dei velati dubbi anche perché qualcosa non tornava. Né mai qualcuno ha poi pubblicato da qualche parte a noi nota i dati completi dei rilievi geochimici effettuati. Anche questa volta non è, ribadiamo, non è Nostra intezione revocare in dubbio quanto sostenuto da INGV Napoli ma solo evidenziare una incredibile "coincidenza".
Vi sottoponiamo in home la mappa che abbiamo elaborato.
Soprattutto Vi invito a leggere attentamente le news del 23 marzo 2015 a seguire (scorrendole verso l'alto) raggiungibili a questo link.


La domanda è: se la mappatura cui si riferisce lo studio INGV-CNR è dell'agosto 2014, come si legge ivi, come è mai possibile che nel marzo 2015 i tecnici INGV OV non si siano accorti della presenza delle fumarole? Mistero.

 E ancora:  VISTO CHE I RILIEVI DELLA NAVE URANIA A BASE DELLO STUDIO SONO DELL'AGOSTO 2014 E CHE GIA' ALL'EPOCA INGV SAPEVA DELL'ESISTENZA DEI CONI VULCANICI, DEL DUOMO E DELLE EMISSIONI, PERCHE' ABBIAMO DOVUTO ATTENDERE QUASI DUE ANNI PER VENIRE A CONOSCENZA DI TUTTO QUESTO? E DOVE SONO I DATI DEL MONITORAGGIO DELL'AREA DALL'AGOSTO 2014 ALL'OGGI? MICA NON AVRANNO POI MONITORATO L'AREA (MI RIFIUTO DI PENSARLO!)? DOVE STA IL DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE? O QUESTA E' UNA DI QUELLE NOTIZIE CHE IL DPC SI RISERVA DI NON PUBBLICARE AI SENSI DELLA CONVENZIONE DPC-INGV?

MA PERCHE' NOI CITTADINI ESPOSTI A PERICOLO DI VITA DOBBIAMO APPRENDERE QUESTE NOTIZIE SOLO QUANDO LOR SIGNORI OTTENGONO LA PUBBLICAZIONE SU NATURE?


1/03/2016
CLAMOROSA SCOPERTA: UN DUOMO CON CONI SOTTOMARINI TRA IL VESUVIO E NAPOLI

Arriva una notizia che fa scalpore: un duomo vulcanico sottomarino localizzato tra il Vesuvio e Napoli. A rivelarlo è INGV sul sito ufficiale con un comunicato.
Eccovi uno stralcio, più significativo, del comunicato INGV (formattazione Nostra):

"Durante i rilievi sono state scoperte 35 emissioni gassose attive e oltre 650 piccoli crateri riconducibili ad attività di degassamento avvenuto in tempi recenti. Tutta questa area si è formata per la risalita, tuttora attiva e comunque più recente di 12.000 anni, di gas di origine profonda (mantello) e crostale. La risalita dei gas avviene lungo condotti di diametro variabile tra i 50 e i 200 metri che tagliano, piegano e fratturano i sedimenti marini attuali.

“I dati raccolti nel Golfo di Napoli”, afferma Guido Ventura, ricercatore dell’INGV, “ci indicano che siamo in presenza di un'attività correlabile a una fenomenologia vulcanica non associata, per ora, a una risalita diretta di magma; tuttavia, come ormai noto da precedenti esperienze in Giappone, Canarie, Mar Rosso, queste manifestazioni possono, in alcuni casi, precedere la formazione di vulcani sottomarini o esplosioni idrotermali” (Guido Ventura, INGV).


Eccovi una elaborazione grafica del duomo (fonte dropbox INGV):


La fonte della notizia è uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature (
Scientific Reports 6, Article number: 22448 (2016)) dal quale traiamo anche queste immagini.
Lo studio non fa altro che confermare, se ce ne fosse bisogno, l'assoluta urgenza di monitorare la geochimica del Vesuvio in continuo con adeguata strumentazione. Stiamo attendendo risposta dal Commissario INGV NApoli Osservatorio Vesuviano dr. Martini.

ECCOVI DUE VIDEO CHE MOSTRANO L'ATTIVITA' SOTTOMARINA:

VIDEO 1 ----- VIDEO 2

Vi forniamo anche la tabella delle misurazioni geochimiche dei gas rilasciati nelle zone indicate col pallino giallo. I puntini neri indicano i "centri eruttivi sottomarini" ("dots eruptive centers" dello studio citato):



Riporto il commento ai dati delle risultanze geochimiche rivenibile nel citato studio:
"
The three collected gas discharges show chemical features typically recognized in hydrothermal fluids, i.e. predominance of CO2 and significant concentrations of reduced gases (H2S, CH4 and H2) and light hydrocarbons (especially benzene and propene)38,39,40,41,42,43,44,45 (Table S1). The occurrence of atmospheric gases, such as O2, whose presence is not expected to be occurring in submarine emissions, is likely due to contamination from air dissolved in seawater at the contact with the gases stored in the plastic box used for sampling as the ROV was uprising from the sea bottom to the surface. On the contrary, the positive δ15N value as well as the high N2/Ar (up to 480), which are significantly higher than that of ASW (Air Saturated Water), suggests that most N2 is produced by an extra-atmospheric source, in agreement with the dominant hydrothermal origin for these gases. The hydrothermal-volcanic origin of the BdM gas is confirmed by the CO2and He contents and their isotopic signature. Carbon isotopes (δ13C-CO2 from −0.93% to +0.4%) and the CO2/3He values (from 1.7 × 1010 to 4.1 × 1010) show that the BdM samples belong to the mixing trend of the fumaroles from the volcanoes surrounding the Gulf of Naples between a mantle end-member and gases produced by decarbonation reactions (Fig. 6). More specifically, the BdM gas samples have roughly the same position along the mixing trend as the fluids from the adjacent Campi Flegrei and Somma-Veusivus volcanoes. They are more enriched in the crustal component than the Ischia fumaroles, which are closer to the mantle end-member. The value of 3He/4He is higher at Somma-Vesuvius and Campi Flegrei (R/Ra between 2.6 and 2.9) than at BdM (R/Ra between 1.66 and 1.96; Table S1). This suggests the addition and accumulation of radiogenic He originated from the same magmatic source feeding the Somma-Vesuvius and Campi Flegrei volcanoes. The absence of a detectable fraction of organic carbon in the BdM discharges indicates that the organic sediments are not involved in the BdM degassing process."

Traduzione con GOOGLE TRANSLATOR (si declina ogni responsabilità per errori nella traduzione
":

"I tre scariche di gas raccolti mostrano caratteristiche chimico tipicamente riconosciuti nei fluidi idrotermali, cioè predominanza di concentrazioni di CO2 e significative di gas ridotte (H2S, CH4 e H2) e idrocarburi leggeri (soprattutto benzene e propilene) 38,39,40,41,42, 43,44,45 (Tabella S1). Il verificarsi di gas atmosferici, come O2, la cui presenza non dovrebbe essere verificano in emissioni sottomarine, è probabilmente dovuto alla contaminazione da aria disciolta in acqua di mare a contatto con i gas contenuti nella scatola di plastica utilizzato per il campionamento come era il ROV rivolta dal fondo marino alla superficie. Al contrario, il valore positivo δ15N nonché l'alta N2 / Ar (fino a 480), che sono significativamente superiore a quella di ASW (aria satura d'acqua), suggerisce che la maggior N2 è prodotto da una fonte extra-atmosferico, in accordo con l'origine idrotermale dominante per questi gas. L'origine idrotermale-vulcanica del gas BdM è confermato dal CO2 e contenuti che lui e la loro firma isotopica. isotopi di carbonio (δ13C-CO2 da -0,93% a + 0,4%) ed i valori di CO2 / 3He (da 1,7 × 1010 a 4,1 × 1010) mostrano che i campioni BDM appartengono alla tendenza miscelazione delle fumarole dai vulcani che circondano il Golfo di Napoli tra un manto end-persona e gas prodotti dalla reazione di decarbonatazione (Fig. 6). Più in particolare, il prelievo di gas BDM hanno all'incirca la stessa posizione lungo il trend di miscelazione come i fluidi dalle adiacenti vulcani Campi Flegrei e Somma-Veusivus. Sono più arricchito nel componente crostale che le fumarole Ischia, che sono più vicini al mantello fine-utente. Il valore di 3He / 4He è superiore a Somma-Vesuvio e Campi Flegrei (R / Ra tra 2.6 e 2.9) che in BdM (R / Ra tra 1,66 e 1,96; Tabella S1). Questo suggerisce l'aggiunta e l'accumulo di radiogeno ha avuto origine dalla stessa fonte magmatico alimentazione dei vulcani Somma-Vesuvio e Campi Flegrei. L'assenza di una frazione rilevabile di carbonio organico negli scarichi BDM indica che i sedimenti organici non sono coinvolti nel processo di degasaggio BdM."

Così conclude lo studio:
"
We conclude that a 25 km2 wide dome-like structure affected by active degassing processes and resulting from the emplacement of pagodas and mounds occurs in the Gulf of Naples few kilometers offshore from the harbor of Naples. At the present, the BdM features are indicative of a non-magmatic unrest53 potentially foregoing embryonic volcanism, i.e. the early emission of magma and/or hot fluids. A monitoring activity should be implemented with the aim to analyze the evolution of the phenomena and detect the geochemical and geophysical signals indicative of a potential magmatic unrest."

Traduzione con Google translator (non si assume responsbailità per errori nella traduzione:)

"Concludiamo che una vasta struttura di 25 km2 cupola come colpiti da processi di degassamento attivi e derivante dalla messa in posto di pagode e tumuli si verifica nel Golfo di Napoli, a pochi chilometri al largo dal porto di Napoli. Allo stato attuale, le caratteristiche BDM sono indicativi di una inquietudine p53 non magmatica potenzialmente rinunciare vulcanismo embrionale, cioè l'emissione di magma precoce e / o fluidi caldi. Un'attività di monitoraggio dovrebbe essere attuata con l'obiettivo di analizzare l'evoluzione dei fenomeni e rilevare i segnali geochimici e geofisici indicativo di un potenziale disordini magmatica."

Eccovi, ancora, la rappresentazione 3d dei rilevamenti dei sensori della nave URANIA:





LA DOMANDA E': VISTO CHE I RILIEVI DELLA NAVE URANIA A BASE DELLO STUDIO SONO DELL'AGOSTO 2014 E CHE GIA' ALL'EPOCA INGV SAPEVA DELL'ESISTENZA DEI CONI VULCANICI, DEL DUOMO E DELLE EMISSIONI, PERCHE' ABBIAMO DOVUTO ATTENDERE QUASI DUE ANNI PER VENIRE A CONOSCENZA DI TUTTO QUESTO? E DOVE SONO I DATI DEL MONITORAGGIO DELL'AREA DALL'AGOSTO 2014 ALL'OGGI? MICA NON AVRANNO POI MONITORATO L'AREA (MI RIFIUTO DI PENSARLO!)? DOVE STA IL DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE? O QUESTA E' UNA DI QUELLE NOTIZIE CHE IL DPC SI RISERVA DI NON PUBBLICARE AI SENSI DELLA CONVENZIONE DPC-INGV?


MA PERCHE' NOI CITTADINI ESPOSTI A PERICOLO DI VITA DOBBIAMO APPRENDERE QUESTE NOTIZIE SOLO QUANDO LOR SIGNORI OTTENGONO LA PUBBLICAZIONE SU NATURE?





Studio Nature: 
Seafloor doming driven by degassing processes unveils sprouting volcanism in coastal areas
Salvatore Passaro, Stella Tamburrino, Mattia Vallefuoco, Franco Tassi, Orlando Vaselli, Luciano Giannini, Giovanni Chiodini, Stefano Caliro, Marco Sacchi, Andrea Luca Rizzo & Guido Ventura
Scientific Reports 6, Article number: 22448 (2016)
doi:10.1038/srep22448 - Received: 29 October 2015- Accepted: 15 February 2016- Published online: 01 March 2016